Decisi di venire al mondo nel mese di aprile del 1954. Solo più tardi, negli anni, ebbi ragione di sospettare che la mia volontà in quell’occasione era stata, come dire, marginale.
Ero ancora fanciullo, avevo sedici anni, quando iniziai la mia prima esperienza lavorativa. Entrai in un’Azienda tipografica, così, tanto per fare un lavoretto durante l’estate. Ci sono rimasto quarant’anni. Cose che capitano a chi si distrae, come me. Nel frattempo mi sono sposato e ho avuto un figlio. Da tempo coltivo l’hobby della scrittura di brevi racconti con i quali partecipo a vari premi letterari. Nel 2010 ho vinto il concorso “Narrare il Lazio”. Oggi, grazie alla gentile ospitalità di questo giornale online ho l’occasione di pubblicare le mie piccole invenzioni. Buona lettura.
Pioveva il giorno della finale. Una pioggerella fine e fitta. Gelida.
Il pubblico era accorso numeroso per quella che fin dalla vigilia si annunciava come unepica sfida.
Dopo tre anni dincontrastato dominio, la squadra dei Rossocerchiati, una vera outsider, avrebbe provato a togliere ai Bianchi il Trofeo Nazionale.
Andava spesso in cantina dove erano riposti certi bauli. Ne apriva uno a caso e ne estraeva dei fogli di carta, delle lettere. Erano quasi tutte lettere di bambini. E tutto un chiedere! sbraitava, non sanno fare altro. E poi promesse, promesse che non mantengono mai! Che razza di fannulloni e di bugiardi! AH! Questanno non so proprio se mi va di fare tanta fatica per portare i regali di Natale. Insomma, un po dovrebbero meritarseli, mi pare.
Piano, piano, raggiunse il centro di un prato, tir su la testa, annus laria e si mise immobile. Vista cos con il collo tutto rugoso sembrava un tronco dalbero.
Franco si gir su un fianco poi sullaltro e finalmente si mise supino. Apr gli occhi, se li stropicci un poco e istintivamente guard verso le tapparelle che lasciavano filtrare la luce arancione dei lampioni, sulla strada davanti casa. ancora notte, pens e subito and con lo sguardo a cercare la sveglia con le cifre luminose che teneva sul comodino. Le 3.52 lesse. Rest sveglio ad occhi aperti a guardare il soffitto
Fu allora che i Civitesi cominciarono a guardare Adelina con altri occhi. Qualcuno, prendendo a pretesto di fare una passeggiata, trovava il modo di fermarsi da lei per fare un poco di conversazione, con scarsi o nulli risultati, per la verità. In fondo tutti speravano che la ragazza ripetesse il miracolo, cosa che non avvenne.
...Ma il gatto? Dov’è finito il nostro amico? Non lo vedo qui tra noi...
Il mercante bandito Tratush regnava già da molti anni sul favoloso regno di Kor, nello sterminato deserto tra i due mari. Un giorno, quand’egli era ancor giovane s’imbatté in un anziano beduino che percorreva le antiche piste per commerciare con gli abitanti della costa, l’ambra e l’avorio.