#281 - 6 marzo 2021
AAA ATTENZIONE - Questo numero rimarrà in rete fino alla mezzanotte del 19 aprile, quando lascerà il posto al numero 350. Ora MOTTI per TUTTI : - Finchè ti morde un lupo, pazienza; quel che secca è quando ti morde una pecora ( J.Joyce) - Lo sport è l'unica cosa intelligente che possano fare gli imbecilli (M.Maccari) - L'amore ti fa fare cose pazze, io per esempio mi sono sposato (B.Sorrel) - Anche i giorni peggiori hanno il loro lato positivo: finiscono! (J.Mc Henry) - Un uomo intelligente a volte è costretto a ubriacarsi per passare il tempo tra gli idioti (E.Hemingway) - Il giornalista è colui che sa distinguere il vero dal falso e pubblica il falso (M. Twain) -
Racconto

Tamara

Parte seconda

di Ruggero Scarponi

L’Amministratore propose di esaminare i curricula di nuovi candidati alla portineria dello stabile.
Ma dopo che ebbe finito di parlare si percepì nella sala utilizzata per le riunioni condominiali, che sorgeva nel piano interrato a fianco all’abitazione del portiere, un imbarazzato silenzio, tanto che lo stesso Amministratore si sentì in obbligo di aggiungere qualche frase di circostanza, per ammorbidire, rendere meno dura una decisione che, aveva fiutato nell’aria, gli anziani inquilini non avrebbero preso volentieri. Pertanto aggiunse con cautela, cercando di risultare convincente, che era necessario agire con fermezza, nell’interesse generale, al fine di tutelare la sicurezza della piccola comunità pregiudicata dalle inadempienze di Giuseppe e Assuntina.
Messa ai voti la proposta fu respinta all’unanimità.
L’Amministratore ne restò contrariato e senza più dire nulla, nel disinteresse generale, si apprestò a registrare diligentemente la volontà sancita dall’assemblea, per poi prendere congedo con il volto segnato da una profonda irritazione.
Mettere per strada la famigliola era parsa cosa indecorosa agli anziani proprietari ma su questo giudizio, abbiamo ragione di credere, dovette pesare non poco il timore di allontanare per sempre anche Tamara, la graziosa e giudiziosa figliola, benvoluta da tutti, e che i condòmini si erano vista crescere praticamente in casa.
Sta di fatto che si preferì sfiduciare l’Amministratore, colpevole di una simile proposta.
Nei commenti degli inquilini, infatti, si sottolineava sempre di più l’affettuosa dedizione di Tamara, in confronto al disinteresse dei propri figli, che appena giunti alla maggiore età erano scappati di casa, per tornarvi di rado e solo per motivi di convenienza. Al contrario, Tamara, era sempre al suo posto, o meglio a quello che avrebbero dovuto occupare i suoi genitori, dolce e sorridente come un salutare raggio di sole, nella palazzina abitata, oramai, soltanto da vecchi.
Un giorno, dopo un altro feroce litigio, Giuseppe fu colto da un improvviso malore. Prima il trasporto urgente al pronto soccorso e poi il ricovero nel reparto di rianimazione, evidenziarono una grave patologia cardiaca.
Fu come un miracolo. Al cospetto della malattia Assuntina si sentì completamente svuotata di tutto l’odio a lungo covato. E fu travolta da un amore improvviso, tanto da voler restare accanto al marito, per tutto il tempo della degenza ospedaliera.
Durante quel periodo Tamara resse la portineria con piena soddisfazione di tutti i condòmini.

Il ritorno a casa di Giuseppe fu una vera festa. La famiglia si ritrovò, per la prima volta dopo tanto tempo, felice e piena di nuova energia.
Appena possibile e dopo un’adeguata convalescenza, aiutato da Assuntina, Giuseppe riprese la normale attività lavorativa. I condòmini ne furono contenti, convinti di aver fatto bene a respingere la mozione di licenziamento avanzata a suo tempo dall’Amministratore.
Tamara, libera dagli impegni della portineria, riprese gli studi, conseguendo il diploma che utilizzò per iscriversi all’università, l’anno seguente.
Tutto sembrò incanalarsi sui binari di un sereno e ordinato progetto di vita e la palazzina circondata dal bel giardino con la vasca per i pesci rossi sembrò rinascere come ai tempi della fondazione quando era stata abitata dalle operose famiglie dei primi proprietari.
Di lì a qualche tempo avvenne che persino qualcuno degli irrequieti figli dei condòmini, facesse ritorno a casa per far conoscere ai genitori i figli nati da matrimoni spesso contratti senza la loro approvazione. Era l’ora della riconciliazione dopo un dialogo interrotto troppo frettolosamente.
Tamara, intanto, si era fidanzata con un collega di università. E senza lasciare passare troppo tempo, risolte alcune questioni materiali, acconsentì finalmente a sposarsi. I proprietari della palazzina, rinunciando alla sala per le assemblee condominiali furono felici di far ristrutturare l’appartamento adiacente a quello del portiere per affittarlo agli sposi novelli.
Tutto, dunque, volgeva al meglio.
Ma per completezza d’informazione dobbiamo aggiungere un particolare, forse insignificante ma che vale la pena di riportare, lasciando al lettore di interpretarne il significato. Una mattina, infatti, la signora Rosa, un’anziana inquilina, uscendo di casa e sollevando gli occhi al cielo, scorse, come un vessillo nel vento, un bellissimo fiocco rosa. L’anziana signora, a quella vista, sentì il cuore sobbalzare e inumidirsi gli occhi di pianto. Era una sentimentale ma era pur vero che quel fiocco rosa sembrava proprio che dicesse che quello, sarebbe stato il primo fiocco di una nuova generazione, forse più modesta ma certamente più promettente, di quelle che l’avevano preceduta.

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