#134 - 21 settembre 2015
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Ambiente

14° Congresso Forestale Mondiale

Durban - Sud Africa

Deforestazione

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Le foreste diminuiscono. Questo è il grido d’allarme lanciato dal 14° Congresso Forestale Mondiale organizzato ogni sei anni dalla FAO e che si è tenuto dal 7 all'11 settembre per la prima volta sul suolo africano, a Durban.
Il mondo ha perso 129 milioni di ettari di foreste in 25 anni, l’equivalente della zona del Sud Africa. E l’Africa non è stata risparmiata.

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Cinque paesi africani sono nella lista delle dieci nazioni dove la deforestazione è la più veloce al mondo. L’Africa occidentale ne è particolarmente colpita: Sierra Leone, Liberia, Guinea, Guinea-Bissau.
Lo sfruttamento del legname, l’agricoltura intensiva, in particolare per l’olio di palma, il prodotto più consumato nel mondo, hanno accelerato la deforestazione.

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Un’altra area che preoccupa è quella del bacino del Congo (Camerun, Gabon, Centrafrica, Repubblica Democratica del Congo), che ospita il 90% della foresta tropicale del continente.
La deforestazione, legata allo sfruttamento del legname tropicale, è ancora debole ma in crescita, in particolare in Centrafrica dove di recente si è impiantato un gruppo francese. In RDCongo ugualmente, l’assenza di regole ha fatto esplodere il disboscamento illegale delle specie minacciate come il legno Wengé.

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Il Gabon sta per intraprendere lo sviluppo di grandi progetti agricoli che sono una minaccia non solo per la biodiversità, ma anche per le popolazioni indigene che soffrono oggi a cusa dell’invasione di progetti agricoli” - spiega Frédéric Amiel, specialista delle foreste per Greenpeace Francia - “Quindi, anche se il Gabon continua ad essere un paese con alta copertura forestale, questo è un paese dove lo sfruttamento di legname si continua a fare non in buone condizioni e dove i terreni agricoli si sviluppano più velocemente che nei paesi vicini.

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Infine, ultima area problematica: il Madagascar. L’anno scorso, il paese ha perso quasi 320.000 ettari, pari al 2% della sua foresta. Anche qui sono coinvolte l’agricoltura, lo sfruttamento delle miniere, ma soprattutto lo sfruttamento illegale di legni pregiati, come il palissandro, che causano una deforestazione intensiva.

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Per gli organizzatori di questo 14° Congresso forestale mondiale, il controllo delle foreste è indispensabile perché le ripercussioni di una cattiva gestione sono molteplici: il cambiamento climatico, l’erosione, la distruzione dell’ecosistema e lo spostamento delle popolazioni.
(Fonte: RFI)

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