Gli austeri locali del Museo Civico di Albano Laziale hanno ospitato la recente mostra di pittura di Letizia Cavallo.
I reperti, carichi di storia e di fascino, hanno sottolineato la presenza delle colorate tele riunite sotto un titolo suggestivo: "I luoghi ritrovati" che non evoca le antiche vicende del territorio, ma narra della personalità dell'artista, che sceglie la via dell' "introspezione', in cui pervade un forte spirito verso un 'vissuto tramandato' ancorato ai luoghi della memoria, l'uno e gli altri riletti in chiave pittorica con accurata minuzia di particolari - come sommariamente ricorda Alessandra Lupo in catalogo - laddove la semplicità, la grazia e la raffinatezza riflettono contenuti latenti dell'animo, rassicuranti".
Uno sguardo d'insieme
Musicalità
tra Memoria e Poesia
nelle tele di Letizia Cavallo
di Dante Fasciolo
Come un maturo direttore d’orchestra, eretto sul podio,
composta e decisa, braccio alzato
per richiamare l’attenzione al suo “la”,
una figura di giovinetta sobriamente vestita
di trasparente rosa si accinge a dare il via
alla sinfonia di colori che la circonda.
Potrebbe essere questa l’immagine simbolo
che riassume il lavoro di pittura
che Letizia Cavallo va dispiegando
con saggezza e sensibilità
lungo un itinerario artistico ove la semplicità si impone
come valore aggiunto dell’armonia stilistica.
E una vera musica sembra suggerirci lo sguardo
quando si inseguono sfumate campiture
e occhieggianti pennellate di vivace colore,
determinanti al fine di evidenziare i tratti
che più caratterizzano ogni singolo lavoro,
sottolineandone significati oltre l’apparente.
La natura la fa da padrona, innegabile…
alberi e fiori campeggiano con intrecci discreti
e lasciano spazio a sobrie figure umane,
còlte in operosi momenti di vita quotidiana,
sorprese e tuttavia consapevoli della centralità
che spetta loro rappresentare sulla scena.
La presenza soprattutto di donne e bambini
trascinano memoria e poesia di teneri ricordi giovanili:
il gioco e la spensieratezza, l’impegno e l’attesa,
i silenzi e il desiderio di un prossimo venturo
da cavalcare come l’onda lunga di un tumultuoso oceano.
Ecco allora sfilare le immagini,
come lo srotolarsi di una trama, sottilissimo refe
che riannoda madri protettive e giochi di ragazzi,
tenerezze e incanti involati in un caleidoscopio di colori,
ritratti che traspirano sapienza pittorica,
timidezze dei paesaggi al femminile tra camouflage e sinuosità.
Il respiro profondo del mare è ora restituito
alla nostra immaginazione e al nostro sentire
attraverso estrose architetture di bianche conchiglie
che emergono come lontana eco:
aereo pentagramma che scioglie la sue note
tra i colori della silenziosa, paziente montagna in attesa.