Shaliran
Il Piccolo fiore sorridente - 53^ e ultima puntata
di Ruggero Scarponi
Il giorno di malashem e il rito delle sepolture
Venne il giorno delle sepolture, il giorno di malashem. Molti cittadini di Shawrandall, infatti, avevano cercato i corpi dei loro cari, periti per la guerra o per la tempesta di sabbia, e una volta ritrovati avevano voluto celebrare il rito funebre secondo le tradizioni scritte e tramandate da innumerevoli anni. Molti soldati dei due eserciti erano stati sepolti nel campo comune. Ma per gli altri si volle dare degna sepoltura. Il giorno di malashem cominciava al mattino presto. Durante la notte si era vegliato e pregato mentre i parenti più stretti avevano provveduto a preparare defunti secondo le prescrizioni. Dopo il lavaggio rituale e l’aspersione con balsami e unguenti, venivano rivestiti con una semplice tunica bianca per essere presentati al cospetto della Sacra Prediletta in vesti umili e rispettose. Alla fine, dopo la pronuncia delle sacre formule di rito, veniva compiuto il sacrificio degli animali sull’altare della dea. Il malashem si concludeva con la sepoltura e il pasto rituale ottenuto dalle carni arrostite degli animali sacrificati. In quel giorno di lutto non era lecito dedicarsi al lavoro ritenendo rispettoso mantenere il pensiero nella preghiera e nella meditazione. Solo, durante il corteo funebre, era consentito il suono dei flauti e il rullo dei tamburi.
Tutto il tragitto era cosparso di foglie e fiori colorati per rendere piacevole al defunto l’ultimo transito e i parenti in processione indossavano in suo onore l’abito della festa. Anche Kalina partecipò al malashem insieme a Nazira che aveva perso Amin e alla giovane cortigiana che aveva perso Quemosh. Nessuno di loro, però, sapeva della fine di Bashir. Solo dopo qualche giorno qualcuno riferì che il suo corpo era stato ritrovato in un vicolo, sommerso dalla sabbia. Anche Bashir ebbe il suo malashem a cui parteciparono tutti i famigliari e gli amici. Ma ormai con le sepolture i cittadini di Shawrandall cominciavano a seppellire anche quel tempo luttuoso.
Di nuovo la città si riempiva di forestieri, mercanti, pellegrini e le attività mercantili e industriali riprendevano con rinnovato vigore. Così anche i divertimenti, tanto che i teatri lungo la via Ko’her e lo Shalmir erano sempre pieni così come le taverne dove si beveva il sidro di beqel e il forte vino yassim. I lavori di restauro delle abitazioni e dei palazzi fervevano ovunque. Lo Shalmir si riempiva nuovamente degli alberi che da sempre ne costituivano la caratteristica. I cittadini di Shawrandall avevano fretta di dimenticare e più dimenticavano più rinasceva in loro lo spirito orgoglioso. Filosofi e letterati scrivevano libri sulla terribile guerra in cui si inneggiava alla città di Shawrandall che ancora una volta aveva battuto i suoi nemici.
Di nuovo qualcuno tornò a dire che si doveva imporre un tributo agli sconfitti. I cittadini di Shawrandall si ritenevano figli prediletti della vittoria e dunque invincibili. Contro di loro si era infranta la più potente armata che le nazioni sotto i monti del Kebet avessero mai visto. Nemmeno il morbo pestifero era riuscito a piegarli. Il Consiglio degli Anziani, rappresentante di un’oligarchia di militari e mercanti usciva dalla guerra rafforzato nel giudizio dei concittadini. Costoro guardavano a quei venerandi uomini come espressione delle forze migliori e delle virtù più nobili del popolo di Shawrandall. Sostenuti da una volontà di ferro, incapaci di scoraggiarsi di fronte alla più temibile coalizione di forze avverse, avevano condotto la guerra senza mai cedere al pessimismo o all’incertezza. Shawrandall di nuovo si ergeva al di sopra di tutte le città e mai come adesso i suoi cittadini ne riferivano il titolo di onorevole.
Come Kalina parlò a Yabel nella sala grande del Pta-Nurim al tempio Karashan
Come convenuto Kalina si recò da Yabel nel palazzo del Pta-Nurim. Entrò nella sala grande e vi trovò il suo amato, come d’accordo. Gli si avvicinò e vide che era assai pensieroso e così gli parlò - Mio Yabel vedo che tristi pensieri velano il tuo sguardo e io sono venuta a te per confidarti l’esultanza del mio cuore. Ma dimmi, prima, cosa ti opprime sì che possa condividerne con te il peso - O mia Kalina, in verità da quando ho pronunciato la formula dell’anatema, dall’alto della torre, la mia anima è inquieta. Sento su di me la responsabilità di tanti lutti e devastazioni. La mia parola ha scatenato fin dentro la città il furore degli dei e come dicono le scritture: la sabbia del deserto si è sollevata. A questo pensavo mia Kalina e cioè se fosse stato giusto adempiere al volere dell’autorità ancorché lecito ma foriero di luttuose conseguenze oppure opporre il rifiuto e pagarne il prezzo. A questo pensavo mia Kalina. Io non so ancora darmi una risposta e trovare pace. - Ma Kalina si fece da presso a Yabel e gli prese le mani. Lo condusse in un angolo della stanza dove c’erano due sedie e si sedettero. Con tenerezza guardava Kalina il suo amato e così rispose. - Mio Yabel quanto è avvenuto non è stato certo il volere degli dei. Essi amano gli uomini e non li perseguitano. Le calamità avvengono per lo scatenarsi delle forze della natura che a volte ci possono apparire buone oppure cattive. La tempesta di sabbia, Yabel, gli anziani cittadini di Shawrandall ben la conoscono.
Ogni venticinque anni infatti, si ripete. E’ detto il vento dell’Hakmet, che spira violento e rapidamente come viene se ne va. Un tempo era preceduto da alcuni segnali. L’improvviso mulinare della sabbia, le raffiche di vento brevi e violente, che percepiti dai cittadini consentiva loro di correre ai ripari senza subire troppi danni. Questa volta a causa dell’assedio e del morbo i segni non sono stati colti e la città ne ha subito le gravi conseguenze che sappiamo. Quindi mio Yabel, rasserenati, non è stata la tua parola a far sollevare le sabbie, ma le forze della natura che spesso ci sono oscure e non comprendiamo. Ora mio Yabel ti dirò come la dea Belt mi ha parlato. – Si - rispose Yabel - lo so, non dire nulla. Ella mi è apparsa in sogno e mi ha fatto conoscere l’amore che la Sacra Prediletta nutre per noi. Kalina, io sono pronto a presentarmi al Consiglio degli Anziani.
Secondo la legge il Consiglio, in seduta plenaria e all’unanimità, può decidere di sollevare il Gran Sacerdote dalle sue funzioni. Questo, Kalina io chiederò e questo sarà possibile. E se tu Kalina lo vorrai verrò a te al prossimo quashem per scambiare la promessa nuziale. E nel successivo mese di Ar nel giorno di Eluashem ci uniremo sotto la sacra ghirlanda di fiori di Ran. Se tu lo vorrai Kalina.- Allora Kalina gli strinse forte le mani, gli sorrise radiosa e un po’ tremante avvicinò il volto a quello di Yabel e posò sulle sue labbra un bacio leggero leggero come il battito delle ali di una farfalla. E un bacio leggero leggero posò la dea Belt sulla fronte della sua Shaliran mentre le mani di purissima aria ancora una volta, per l’ultima volta le passava tra le belle ciocche dei lunghi e nerissimi capelli. (Fine degli episodi)