#368 - 1 novembre 2025
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 OTTOBRE quando lascerà  il posto al n. 369. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora per voi : AMICI DEGLI ANIMALI - Vivisezione: Nessuno scopo è così alto da giustificare metodi così indegni (A. Einstein) - Grandezza morale e progresso di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali (Gandhi) - La compassione e l'empatia per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un uomo possa avere (C. Darwin) - Fintanto che l'uomo continuerà a massacrare gli animali non conoscerà  ne salute, ne pace (Pitagora) - Tra tutti gli animali l'uomo è il più crudele. E' l'unico ad infliggere dolore per il piacere di farlo (M Twain) - A forza di sterminare animali si è capito che anche sopprimere uomini non richiedeva grande sforzo ( E.da Rotterdam) . -
Cinema

I dimenticati - Una iniziativa di "Diari di Cineclub"

Gloria Dickson.

Diari di Cineclub - I dimenticati, 124. Gloria Dickson.


Di

Virgilio Zanolla

Gloria Dickson.Gloria Dickson.

Chi ha mai sentito parlare di Gloria Dickson? Nel nostro paese è una delle attrici hollywoodiane meno ricordate: neanche si ha presente la sua immagine, che pure era alquanto gradevole.
D’accordo, non si è trattato di un’interprete di primissimo piano, ma negli otto anni di carriera nel cinema, coi ventiquattro film ai quali prese parte ha goduto anch’ella di un quarto d’ora di celebrità, e benché la morte l’abbia ghermita in giovane età neanche questo particolare è valso a calamitare l’attenzione sulla sua figura, come s’è invece verificato con varie sue non meno sfortunate colleghe.

Thais Alalia Dickerson era nata il 13 agosto 1917 a Pocatello, nell’Idaho, una cittadina capoluogo della contea di Bannock, seconda e ultimogenita, dopo la treenne Doris, del quarantaduenne Fred Windfield, banchiere, e della trentaquattrenne moglie Emma Starrett. Il nome Thais fu un omaggio dei genitori al grande soprano Mary Garden, che li ammaliò interpretando la Thaïs di Jules Massenet. Fin dalla più tenera infanzia, Thais sviluppò uno stretto rapporto col padre, col quale condivideva l’amore per la natura e l’hobby della pesca; ella si appassionò subito anche alla recitazione, incoraggiata dai familiari che le fecero studiare dizione e portamento, giungendo a fare d’un loro seminterrato una sorta di piccolo teatro, affinché lei vi si potesse esibire davanti a parenti e amici. Thais aveva appena otto anni quando suo padre perse la vita in un incidente automobilistico: ella giurò a se stessa che non avrebbe mai imparato a guidare.

Gloria Dickson.

L’anno dopo - il 1930 - Emma si trasferì con le due figlie in California, a Long Beach. Studiando al liceo, Thais iniziò a recitare in teatro, apparendo in produzioni amatoriali. Diciottenne si laureò al Politecnico con specializzazione nell’arte drammatica, e si esibì leggendo testi teatrali in alcuni circoli sociali; finché non approdò alla radio, nella stazione KFOX di Long Beach. Si unì quindi ai Wayside Colony Players, compagnia teatrale itinerante il cui repertorio andava da Shakespeare ai moderni autori.

Nell’aprile del ’36, superando un’audizione venne ammessa nel Federal Theaters Project, un’organizzazione promossa dal governo presso la Mason Opera House di Los Angeles per valorizzare i giovani talenti dello spettacolo; ciò che la spinse a trasferirsi nella vicina popolosa città. Dette subito prova del suo versatile talento come protagonista nel dramma Seventh Heaven di Austin Strong e nelle commedie Smilin’ Through di Jane Cowl e Jane Muffin e The Devil Passes di Benn Wolfe Levy; in novembre, mentre recitava in quest’ultima, venne notata da Irving Kumin, talent scout della Warner Brothers, che vincendone le resistenze dovute all’amore per il teatro, le organizzò un provino e la persuase a firmare un contratto triennale per la stessa casa di produzione, con una paga settimanale di 200 dollari.

Gloria Dickson.

Come prima cosa, le venne dato il nome d’arte di Gloria Dickson. Alta 1,63 cm, corpo flessuoso, occhi grigi, viso attraente dai lineamenti lievemente irregolari, dopo essere fuggevolmente apparsa, non accreditata, come ragazza bionda su un autobus nel melodrammatico Talent Scout di William Clemens, nel luglio ’37 Thais-Gloria esordì nel cinema nella parte di Sybil Hale nel drammatico Vendetta (They Won’t Forget) di Mervyn LeRoy, film (uscito dieci giorni prima dell’altro) che molti considerano il capolavoro del regista: la storia di un linciaggio ispirato da Furia di Fritz Lang; con lei, debuttava nel breve ruolo della ragazza assassinata un’altra splendida bionda destinata a una luminosa carriera, Lana Turner.

Vendetta portò la nostra allora ventenne attrice al vertice della classifica dei migliori esordienti di Hollywood, riconoscimento che per lei si tradusse con la presenza nelle copertine delle più note riviste illustrate e con un profluvio di articoli elogiativi. Ella ricordò: «Ero così felice che riuscivo a mala pena a parlare. Mi sentivo come se Natale, il mio compleanno e il 4 luglio fossero stati tutti uniti da effetti sonori». Ricevé offerte per nuovi film da varie case di produzione, ma Jack Warner non consentì a prestarla; le permise però di tornare temporaneamente al teatro nel ruolo di Joan Campion nel musical Wise Tomorrow di Stephen Powys, che debuttò a Broadway il 15 ottobre di quell’anno e misteriosamente non andò oltre qualche replica, nonostante buone critiche.

Gloria Dickson.

Fin dal suo primo giorno alla Warner Gloria aveva conosciuto il britannico Perc Westmore, capo dei truccatori, un vero genio delle acconciature, responsabile del suo glamour e di quello di numerose altre attrici tra cui Bette Davis, Marlene Dietrich, Carole Lombard, Merle Oberon e Olivia de Havilland; a Los Angeles egli gestiva il celebre salone di bellezza House of Westmore, aperto nel ’35 sul Sunset Boulevard coi suoi quattro fratelli. Tra lui e Gloria fu subito amore: Perc era in attesa del divorzio dalla prima moglie, l’attrice Virginia Thomas, e il 25 gennaio 1938 la celebre ‘pettegola’ Louella Parsons annunciò il loro fidanzamento sulle colonne del “Los Angeles Examiner”. Il matrimonio ebbe luogo a Santa Barbara il 18 giugno di quell’anno: gli sposi trascorsero la luna di miele a Ensanada, in Messico, nella Baja California. Amante delle feste e delle belle donne, Perc era altresì perfezionista, geloso, prepotente e dedito al bere: insisté con Gloria affinché ella si facesse ricostruire il naso così da assumere un aspetto fataleggiante e spuntare parti più in vista; ma per quanto ambiziosa, ella non era altrettanto spregiudicata. Tanto che nel ’38 prese parte a quattro B-movies: il musical Gold Diggers in Paris di Ray Enright, con Rudy Vallee e Rosemary Lane, dove fu Mona Verdivere, l’ex moglie del protagonista; il bel giallo Racket Busters di Lloyd Bacon, accanto ad Humphrey Bogart e George Brent, nel ruolo di Nora Jordan; l’avventuroso Nel cuore del Nord (Heart of the North) di Lewis Seiler, ambientato in Canada, nel quale vestì i panni di Joyce MacMillan; e il dramma romantico Secrets of an Actress di William Keighley, in cui fu Carla Orr.

Gloria Dickson.

Aveva scoperto la pesca d’altura e si divertiva a catturare ogni tipo di pesce: perfino uno squalo da 632 libbre (quasi 287 kg) e un pesce spada da 100 libbre (45 kg) che nel momento in cui venne issato in barca la ferì causandole un graffio sulla pancia di quasi 20 cm.
Intanto, dopo pochi mesi tra lei e il marito le cose non filavano già più bene. Lui aveva creato per lei una nuova suggestiva acconciatura, ma nella sontuosa cena del Natale ’38 organizzata dai Westmore per i dipendenti e le loro famiglie, ingelosita da Perc che ballava insistentemente con un’altra, Gloria ruppe il suo bicchiere da cocktail e glielo conficcò su una guancia, facendogli scorrere fiumi di sangue. Nondimeno, il loro ménage di coppia continuò con frequenti puntate nei ristoranti, partecipazioni a manifestazioni sportive, eventi promozionali, e nuotate al mare presso la spiaggia di Malibu.

Gloria Dickson.

Per muoversi più agevolmente da casa agli studios lei noleggiò una Spider e assunse un autista; non ruppe mai il giuramento di non guidare fatto nel ’29 (ma per una scena in auto del film The Big Boss il 21 marzo ’41 fu costretta a imparare i movimenti necessari per riuscire credibile). Nel ’39 la Warner Bros. le rinnovò il contratto ed ella lavorò in sei pellicole: fu Peggy in Hanno fatto di me un criminale (They Made Ne a Criminal) di Busby Berkeley, un insolito film drammatico diretto dal re delle coreografie musicali; Ann Stacey nel drammatico Waterfront di Terry Morse; Evelyn Corey nella commedia sportiva The Cowboy Quarterback di Noel Mason Smith; Trudie Plummer nel dramma No Place to Go di Morse; Peggy Porterfield nel musical On Your Toes di Enright e Mona Lannon nel thriller Private Detective di Smith. La sua migliore attuazione fu in Waterfront, l’unica parte da vera protagonista.

Il 14 gennaio 1940 Gloria si separò da Perc, ma la cosa venne tenuta segreta. Era delusa anche dalla Warner Bros., tanto che dopo altri due film a cui prese parte nei primi mesi dell’anno (il western King of the Lumberjacks di William Clemens, dove vestì i panni di Tina Martin Deribault, e il drammatico Tear Gas Squad di Morse, che la vide interpretare Jerry Sullivan) decise di lavorare da indipendente; contava di migliorare la sua carriera, spesa finora in qualche parte di risalto e in molte di fianco, che zavorravano il suo decollo verso lo status di star: ma i ruoli che rimediò da allora la relegarono ancora nella categoria di ‘color che stan sospesi’. Stufa di tutto, nel febbraio ’40, sola e nel più totale anonimato, lasciò la California per un giro in alcuni stati che la portò nel Nebraka e nello Utah, forse per un breve flirt con l’attore Cliff Edwards; Perc avvisò la stampa dandola per scomparsa, ma il mese dopo ella rientrò a Los Angeles e annunciò la sua intenzione di divorziare.

Gloria Dickson.

In aprile Gloria iniziò a lavorare nel melodrammatico I Want a Divorce di Ralph Murphy, una produzione Paramount interpretata da Dick Powell e Joan Blondell, dove lei era Wanda Holland, una madre che si suicida dopo aver perso la custodia del figlio. Durante le riprese avviò una relazione con Murphy, che aveva ben ventidue anni più di lei, e il 17 maggio presentò la domanda di divorzio da Westmore, che venne accolta il 22 giugno del ’41. Nel frattempo, si era calata nei panni di Florence Bertrand nella commedia romantica Ciò che si chiama amore (This Thing Called Love, ’40) di Alexander Hall, una produzione Columbia Pictures con quali protagonisti Rosalind Russell e Melvyn Douglas, che per l’argomento trattato (la storia di una coppia di sposi che per mettere in prova la loro unione decide di non avere rapporti intimi nei primi tre mesi di vita coniugale) in patria venne condannato da una Lega della Decenza e proibito in alcune nazioni.

Nel 1941 fu la protagonista Sue Peters in un altro film Columbia, il dramma criminale The Big Boss di Charles Barton, e fu Leslie Ramsey nel drammatico Mercy Island di William Morgan, una produzione Republic Pictures, casa di produzione per la quale nel ’42 interpretò anche Cleo Arden nella commedia poliziesca The Affairs of Jimmy Valentine di Bernard Vorhaus. Il 10 ottobre di quell’anno Gloria sposava a Reno Ralph Murphy. Anche lui donnaiolo, la loro unione presto si rivelò problematica e nel febbraio ’43 la spinse alla separazione. Gli stress emotivi e gli stravizi nel bere dovuti al suo treno di vita le stavano guastando la figura, imbolsita e vistosamente invecchiata. Dopo aver intrecciato una breve relazione con Bill Fitzgerald, un sergente dei marine appena congedato, ella intentò causa al secondo marito per crudeltà psicologica: ottenne il divorzio solo il 18 aprile ’44.

Gloria Dickson.

Nel mentre, aveva preso parte ad altri quattro film, lavorando anche in radio. Fu Edwina Stephens nel poliziesco Power of the Press di Lew Landers, prodotto dalla Columbia; Dolly Baxter nella commedia musicale Le stelle hanno paura (Lady of Burlesque) di William Wellman, della Hunt Stromberg Productions, accanto a Barbara Stanwyck; Evelyn Fenton Cartwright nel giallo Crime Doctor’s Strangest Case di Eugene Forde, della Larry Darmour Productions: tutti del 1943. Nel ’44 impersonò Miss McCue nella commedia a sfondo bellico Rationing di Willis Goldbeck, interpretata da Wallace Beery e distribuita dalla Metro-Goldwyn-Mayer: si trattò del suo ultimo film.

Nel maggio di quell’anno si era sposata per la terza volta, col trentaquatrenne William Fitzgerald, un ex marine che lavorava per la MGM ad Acapulco, e dopo un’onesta carriera da pugile nei pesi medi col nome di Billy Ryan aveva svolto mille lavori, tra i quali la guardia del corpo di Jean Harlow; la sua fedina penale non era proprio limpida, ma era sinceramente innamorato di Gloria, tanto che il loro matrimonio fu per lei, se non l’unico, il più felice. La coppia affittò dall’attore Sydney Toler una bella casa in collina affacciata sul Sunset Strip, nel West Hollywood, dov’ella si ritemprò e si sottopose a una dieta rigorosa.

Gloria Dickson.

Il pomeriggio di giovedì 10 aprile 1945 l’attrice aveva appuntamento con l’agente Leon Lance per valutare un nuovo progetto cinematografico, ma non si presentò all’incontro; Lance non s’inquietò: conosceva la mancanza di puntualità di Gloria, dovuta all’abitudine di concedersi sostanziose sieste. Le cose, però, quel giorno erano andate diversamente. Dopo il pranzo ella si era in effetti concessa un riposino salendo al piano superiore dell’abitazione, ma poco prima, sbadatamente, aveva gettato per terra il mozzicone della sigaretta appena fumata, e mentre lei dormiva questo aveva silenziosamente incendiato una poltrona imbottita al pianterreno. Verso le due pomeridiane un suo vicino di casa avvertì odore di fumo, ma suppose trattarsi d’un cumulo di foglie fatte bruciare; un paio d’ore dopo, però, s’avvide che la casa di Gloria era avvolta dalle fiamme. Accorse presso l’edificio, dove s’era già radunata una piccola folla, e presto giunsero anche Fitzgerald e cinque vigili del fuoco, i quali penarono non poco a immobilizzarlo mentre tentando di svincolarsi gridava: - La mia bambina! Devo salvare la mia bambina!
Quando l’incendio venne finalmente debellato, nel bagno al pianterreno i pompieri trovarono il corpo esanime dell’attrice assieme a quello del suo cane boxer: aveva tentato di salvarsi scavalcando la finestra, ma prima di poterlo fare l’asfissia le aveva bruciato i polmoni; le ustioni sul corpo infatti erano curabili, di primo e secondo grado. Gloria aveva ventisette anni, otto mesi e ventisette giorni; venne sepolta all’Hollywood Forever Cemetery.
«La mia bambina» fece scrivere Fitzgerald sulla sua iscrizione tombale. Morì giovane anch’egli, a quarantasette anni nel ’58, nel penitenziario statale del Nebraska dove si trovava recluso per aver firmato assegni scoperti sul conto della sua seconda moglie. Le parenti di Gloria, invece, le sopravvisero di parecchio: morirono entrambe novantaduenni, la madre nel 1975, la sorella nel 2006.

Gloria Dickson.

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