Roma - scoprire la città e le sue sorprese
Francesco Corica
Capita di dover transitare - tra gli spintoni di una folla in andirivieni - la via del Governo Vecchio, guardata a vista da Pasquino, a pochi metri da Piazza Navona, a Roma.
E capita che tra scarpe, magliette, jeans...bar e mangereccio vario, ti trovi dinanzi ad una piccola Gallaria d'Arte che espone quadri di pittura interessanti...una sorpresa, ma non troppo, visto che siamo in quartiere romano significatamente dedico all'artigianato artistico, alla scultura e alla pittura, delizie per chi ha buon gusto e senso.

Il pittore si chiama Francersco Corica, qualche annetto sulle spalle, con un curriculum di vita e d'arte di tutto rispetto testimoniato da numerose partecipazioni ad importanti mostre nazionali ed internazionali in giro per l'Europa: Parigi, Amburgo, Copenaghen e in America: New York. Boston, Miami, per citarne alcune.


E in questi luoghi, le tele di Corica trovano lo spazio idoneo, capace di valorizzare a pieno il cammino della sua pluriennale esperienza artistica. "Percorso di coerenza estetico-formale, che ripercorre razionalmente una serie di eventi vissuti oppure che emotivamente lo hanno interessato e coinvolto; riproposti mediante coerenti ed equilibrate forme narrative, sintetizzate dai valori suggestivi dei citati cromatismi." - così si esprime Aurelio de Rose in una ragionata presentazione delle opere - ."Artista di espressione surreale Francesco Corica, materializza le sensazioni di avvenimenti personali e sociali metabolizzati dalla propria interiorità, trasferendone ai supporti telati il rinnovato ricordo."


Ancora, "tele quindi rappresentative di un susseguirsi di intimità esplicative, che nei vari temi proposti e raggruppati nei mutamenti oggettuali, enunciano nei vari aspetti un proprio vissuto: passioni e testimonianze partecipative; così come rievocazioni di una drammaticità che coinvolge, nella sopravvivenza, la tanto sostenuta globalità. Tutti sostanzialmente assemblati in tragitti di superata luminosità."

Alle considerazioni di Aurelio de Rose, fanno eco le parole di Paolo Miccoli, anch'egli chiamato a dare un giudizio complessivo all'opera di Francesco Corica: "Non la rappresentazione dell'immagine, ma l'impulso poetico con cui l'artista traduce in linguaggio visivo il suo sentire, le emozioni, il mondo interiore, è ciò che traluce dalla pittura di Francesco Corica."


"Una pittura spiazzante per chi è adusato alla percezione ornamentale e decorativa dei temi classicheggianti che celebrano la figura umana, il paesaggio, le nature morte, le mitologie della memoria; ma una pittura che sospinge a interrogazioni profonde giacchè, al dire di Eraclito, "la natura ama nascondersi".

E ancora "Sintonizzarsi con l'artista nella fruizione del bello, tradotto in linguaggio simbolico e as-trattivo, equivale a educare il gusto a saper sentire musicalmente gli appelli delle emozioni e dei sentimenti.
Enigmi, interrogativi, soste trasognate, momenti intinsi di contemplazione sono le confessioni visive dell'artista."

Analogo sentimento esprime infine Giorgio Palumbi, in riferimento alla lettura dei lavori dell'artista in questione laddove afferma: "I suoi dipinti, pertanto, sanno bene indagare gli spazi ad essi assegnati dalla peculiarità talentuosa dell'artista che, estrapolando la figurazione dall'insieme pittorico, oltremodo conoscono come costruire un rapporto ottimale tra luce e forma, incrementando l'espressività dei segni addensati di applicato ammaliante colore.
Ne deriva, così, molto stretto il rapporto tra le immagini e le sensazioni provate dallo spettatore; il quale, ponendosi dinnanzi ad esse, non può non restarne affascinato dal linguaggio coloristico delle forme realizzate.

