#366 - 1 settembre 2025
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 30 settembre, quando lascerà  il posto al numero 367. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non sà ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore è la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata è un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialità  e stupidità è che la genialità ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Iniziative

Mostra: Cheap ed Emergency uniscono arte e attivismo
per raccontare gli orrori della guerra e il coraggio di chi resiste

Reggio Emilia - Palazzo dei Musei

Guerra e speranza

Guerra e speranza

-Cheap & Emergency - Contro la guerra - ph credit Agnese Ruggeri, Archivio Emergency.

Un viaggio visivo dentro le ferite lasciate dai conflitti ma guardando anche oltre, verso le forme possibili della resistenza: in concomitanza con il Festival "EMERGENCY 2025", gli spazi del Palazzo dei Musei di Reggio Emilia ospitano dal 5 settembre al 26 ottobre Contro la guerra– Sguardi e immaginari, mostra a cura del collettivo Cheap.
La mostra presenta una serie di immagini che raccontano non solo la distruzione ma anche la scelta di chi, con coraggio e dignità, dice no alla guerra: chi disobbedisce, protesta, cura e continua a credere nella possibilità di un’alternativa.

Guerra e speranza

-Cheap & Emergency – Contro la guerra – ph credit Alessandra Book, Archivio Emergency

«EMERGENCY ha scelto di collaborare con CHEAP per unire il nostro grido di contrarietà alla guerra, per utilizzare immagini e parole che insieme rafforzino la nostra opposizione al conflitto armato. Un rifiuto della guerra che parte dall’articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, in cui si ribadisce che “L’Italia ripudia la guerra”, e lo allarga: la vocazione pacifista e la contestazione della guerra eccede confini e identità nazionali, come testimoniano i nostri progetti e la provenienza delle artiste e degli artisti selezionati da CHEAP», ha sottolineato EMERGENCY. «Siamo stati spinti dalla necessità di entrare nello spazio pubblico e di ragionare sugli immaginari attuali assuefatti alla retorica della guerra come necessaria, rituale e inevitabile. Vogliamo ribadire che la guerra è sempre evitabile proprio come testimoniano le frasi sul carpet della mostra. Lo scopo è adottare insieme a CHEAP una posizione pubblica che non sia discriminatoria, utilizzando lo stesso approccio limpido con cui il collettivo di artiste e artisti porta avanti temi che ci stanno a cuore, dalle questioni di genere a quelle di invocazione del disarmo».

Guerra e speranza

-Cheap & Emergency – Contro la guerra – ph credit Alessandra Book, Archivio Emergency

«Nessuna guerra è inevitabile» e «La guerra non restaura diritti, ridefinisce poteri»: sono queste le frasi chiave che scandiscono il percorso della mostra.
Al cuore dell’esposizione, le straordinarie fotografie in bianco e nero tratte dall’archivio storico di Emergency, che documentano oltre 30 anni di interventi umanitari in Afghanistan, Iraq, Sudan e in molti altri scenari di conflitto. Sono immagini di mani che curano, corpi fragili, sguardi sopravvissuti. Accanto a queste, i manifesti urbani di Cheap: slogan incisivi, estetica politica, arte pubblica. «Disobbedite con generosità», «Sabotate con grazia», «Agitatevi», frasi che diventano inviti etici, chiamate alla partecipazione.

Guerra e speranzaGuerra e speranza

-Cheap & Emergency – Contro la guerra – ph credit Alessandra Book, Archivio Emergency

In mostra anche opere di artiste e artisti internazionali, dall’ Italia alla Spagna, dal Brasile alla Polonia, che con linguaggi differenti condividono una visione comune: quella che rifiuta la guerra come destino e ne denuncia la retorica e gli orrori.
Tra questi contributi, emerge anche un dispositivo espositivo volutamente scomodo: un box chiuso, dotato solo di una feritoia, al cui interno sono esposte fotografie crude, esplicite. Corpi feriti, disumanizzati, ridotti a carne dal potere distruttivo dei conflitti. Immagini che si possono guardare solo scegliendo di farlo, avvicinandosi.
Non per voyeurismo ma per responsabilità.

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