#350 - 20 aprile 2024
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Danza

29 aprile - Giornata Mondiale della Danza

Un balletto di ombre evanescenti, Cecità per Virgilio Sieni

visto a Napoli - Teatro Piemonte Europa - Prato - Rovereto - Genova

Danza

di

Giuseppe Distefano per Exibart

Danza

-Virgilio Sieni, Cecità, Ph. Andrea Macchia

C’è una sfocatura dei corpi in quel grande tulle che copre l’intero proscenio, maculato da schegge luminose intermittenti e da vampate di colori – prima giallo, poi rosso – che esplodono e subito si diradano.
C’è un balletto di ombre evanescenti che avanzano e indietreggiano lentamente fino a scomparire e ritornare nel loro procedere a tentoni, lasciando sul telo bianco tracce di mani, di braccia, di schiene, di volti, e di oggetti – un tavolo, un trolley, delle forbici, una radiolina, occhiali scuri -, che subito si dissolvono alla nostra vista.
A loro, ai danzatori dei quali scorgiamo appena le sagome dietro quello schermo opalescente, è stata tolta.
“La paura ci ha resi ciechi”, “Ci vedrò sempre meno anche se non perderò la vista diventerò sempre più cieco di giorno in giorno perché non avrò più nessuno che mi veda”, sussurrano alcuni tra suoni cupi, clangori, onde sonore (musica di Fabrizio Cammarata) che brulicano nello spazio espandendone la percezione. La sensazione di una nube lattiginosa che offusca colori, cose, persone, propagandosi via via sulla popolazione del noto romanzo Cecità di Josè Saramago, per la perdita della vista causata da una improvvisa e misteriosa epidemia, è resa con potenza immaginifica nell’impianto scenografico e coreografico che Virgilio Sieni ha costruito in questa sua ultima creazione – liberamente ispirata al libro omonimo dello scrittore portoghese – facendovi risuonare echi di una condizione umana a noi vicina.

Danza

-Virgilio Sieni, Cecità, Ph. Andrea Macchia

«Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, ciechi che, pur vedendo, non vedono», scriveva Saramago nella sua dura denuncia del buio della ragione. La grande metafora di un’umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose su una base di razionalità, artefice di abbrutimento, violenza, degradazione, Sieni la restituisce con la sensibilità della sua poetica ricreando un universo mentale e fisico generato da posture tattili, da modulazioni percettive degli arti, da mappe gestuali disegnate dai sei eccellenti danzatori – Jari Boldrini, Claudia Caldarano, Maurizio Giunti, Lisa Mariani, Andrea Palumbo, Emanuel Santos – in quello spazio claustrofobico che, nella seconda parte dello spettacolo, si aprirà su una grande stanza bianca. Sollevato lo schermo, la scena ora delimitata da tre pareti di tendaggi bianchi, racchiude oggetti sparsi, alcuni dei quali intravisti precedentemente come sagome; e, distesi al suolo, i corpi febbricitanti. Intuiamo essere il vecchio manicomio descritto nel romanzo, in cui i ciechi, abbandonati a sé stessi, sono rinchiusi.

Danza

-Virgilio Sieni, Cecità, Ph. Guido Mencari

Proprio qui, dove l’uomo rivela la sua massima ferocia con i suoi comportamenti e istinti primordiali, si muovono gli interpreti che sbucano strisciando a terra, mentre il respiro affannoso di una voce off ripete frasi come “Perché se la vergogna ha ancora un significato in questo inferno in cui ci hanno messo a vivere e che noi abbiamo reso più infernale dell’inferno, è solo grazie a chi ha avuto il coraggio di andare ad ammazzare la iena nella sua tana”.
Nel continuo tentativo, sempre spezzato, di alzarsi, sparsi o coesi, assumono posture instabili, tra spasmi sfiancanti, rovesciamenti e inciampi che infine reggono il carico dei corpi, gli uni degli altri. Qui la coreografia diventa pulsante nel ritmo degli arti, nella ricerca di contatto negato e accolto, di ascolto dei sensi, per ritrovare solidarietà e una nuova percezione di sé, dell’altro e dell’abitare. La sintetizzerà un Arlecchino in tuta bianca, senza volto né colori, il quale, manovrando una lunga barra con in cima un microfono, si muoverà battendola sulle pareti amplificando così il suono dei colpi, come a voler trovare e aprire, seguendo la vibrazione sonora, una via di fuga. Quei tonfi richiameranno un gruppo di figure animalesche con le teste di cane, intenti a lenire la sofferenza, in difesa e accudimento, accompagnando il vuoto dell’anima e lo smarrimento dei corpi.

Danza

-Virgilio Sieni, Cecità, Ph. Guido Mencari

La danza solitaria, sul proscenio appena illuminato e pieno di brandelli, di un cervo antropomorfo che chiude lo spettacolo – figura, forse, di una possibile rinascita e guarigione -, si aggiunge ai tanti rimandi iconici che popolano il vocabolario anche visivo di Sieni (l’Arlecchino, i Satiri, l’immaginario pittorico di Michaël Borremans, le atmosfere di Giorgio Agamben…). Che in questa creazione coreografica, trovano una mirabile fusione. Per un nuovo inizio.

Danza

-Virgilio Sieni, Cecità, Ph. Guido Mencari

AAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo giornale no-profit è realizzato da un gruppo di amici che volontariamente sentono la necessità di rendere noti i fatti, gli avvenimenti, le circostanze, i luoghi... riferiti alla natura e all'ambiente, alle arti, agli animali, alla solidarietà tra singoli e le comunità, a tutte le attualità... in specie quelle trascurate, sottovalutate o ignorate dalla grande stampa. Il giornale non contiene pubblicità e non riceve finanziamenti; nessuno dei collaboratori percepisce compensi per le prestazioni frutto di volontariato. Le opinioni espressi negli articoli appartengono ai singoli autori, dei quali si rispetta la libertà di giudizio (e di pensiero) lasciandoli responsabili dei loro scritti. Le foto utilizzate sono in parte tratte da FB o Internet ritenute libere; se portatrici di diritti saranno rimosse immediatamente su richiesta dell'autore.