#349 - 6 aprile 2024
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Storia

NOTE SULLA
MEMORIA DEI GIORNI

-Terremoto dell'Aquila:- Alle 3:32 di lunedì 6 aprile del 2009 si aprì una profonda ferita nel cuore geografico dell'Italia e nella memoria collettiva, che a distanza di anni dal disastro è ben lungi dal rimarginarsi.
Preceduta da uno sciame sismico registrato a partire dal 14 dicembre 2008, la scossa di quella tragica notte toccò i 6,3 gradi di magnitudo, radendo al suolo gran parte del centro storico del capoluogo abruzzese e delle frazioni di Onna, Paganica e Tempera. Pesantissimo il bilancio umano: 309 vittime e 1.178 feriti, oltre a 65mila sfollati.
Avvertito principalmente in Abruzzo e in misura minore nel Lazio e nelle Marche, il sisma dell'Aquila è risultato, per numero di vittime e danni materiali (oltre 10 miliardi di euro), il 5º terremoto più distruttivo in Italia in epoca contemporanea.
La burocrazia e la complessità del contesto urbano continuano a rallentare la ricostruzione dell'Aquila, ad oggi ridotta a un enorme cantiere a cielo aperto. A ciò si aggiungono le diverse inchieste giudiziarie, una delle quali ha portato nel 2013 alla condanna, in primo grado, di 7 scienziati, all'epoca dei fatti membri della commissione Grandi Rischi. L'accusa è di aver dato false rassicurazioni alla popolazione locale, rispetto allo sciame sismico d'intensità crescente, registrato cinque giorni prima del terremoto.
La sentenza è stata quasi del tutto ribaltata in appello, nel 2014, con l'assoluzione di sei dei sette imputati; assoluzione confermata anche in Cassazione.

-Si conclude la Guerra di secessione americana: Dopo quattro anni di sanguinose battaglie, un atto di resa pose fine al più significativo tentativo separatista della storia. Per numero di vittime e per l'entità dei mezzi militari impiegati e delle devastazioni prodotte rappresentò il primo dei grandi conflitti dell'età contemporanea. Sul piano politico segnò la definitiva messa al bando della schiavitù sul suolo americano.
Lo scoppio della Guerra di secessione fu la conseguenza di un annoso contrasto tra Nord e Sud del paese, legato inizialmente a una diversa visione dei rapporti tra lo Stato centrale e i governi federali, e divenuto poi insanabile sul piano economico. All'economia dei primi che si caratterizzava sempre più per il marcato profilo industriale e per la dimensione libera del lavoro, si contrapponeva la vocazione esclusivamente agricola dei secondi, retta sullo sfruttamento degli schiavi neri (circa tre milioni) nelle immense piantagioni di cotone e tabacco.
Sul piano politico le ragioni del Nord erano rappresentate dal Partito Repubblicano, il cui esponente di punta era in quegli anni Abraham Lincoln (favorevole all'abolizione della schiavitù), quelle del Sud dal Partito Democratico. La netta chiusura alle rivendicazioni di questi ultimi su un allargamento delle aree aperte al lavoro degli schiavi e l'elezione di Lincoln alla "Casa Bianca" aprirono la strada alla secessione, offrendo il pretesto a sette nazioni schiaviste (guidate dalla Carolina del Sud) di formare gli Stati Confederati d'America (CSA) e di eleggere un proprio presidente nella figura di Jefferson Davis.
Nell'aprile del 1861 iniziarono le operazioni militari con l'assalto a Fort Sumter da parte dell'esercito sudista, agli ordini del generale Robert Lee. Costui riuscì nella prima fase ad ottenere importanti vittorie ma la sproporzione delle forze in campo (in termini di armi e di uomini) era evidente e dall'estate del 1863 le sorti girarono in favore degli Stati "abolizionisti".
La Battaglia di Gettysburg (luglio 1863, Pennsylvania), tra le più sanguinose del conflitto, segnò l'inizio della controffensiva delle truppe nordiste, comandate dal generale Ulysses Grant. Ormai accerchiato e senza vie di scampo, l'esercito separatista subì il colpo di grazia nella battaglia di Appomattox (Virginia), la mattina del 9 aprile 1865. Qualche ora dopo il generale Lee consegnò la dichiarazione di resa a Grant, accettando le condizioni di porre fine a qualsiasi tentativo secessionista e di consegnare tutte le armi.
Con un bilancio spaventoso di 620 mila morti e una spesa complessiva di 69 miliardi di dollari sostenuta dalle due fazioni, si concludeva così il primo esempio di guerra totale. Sul piano politico vinse la linea abolizionista della schiavitù, che era stata ufficialmente messa al bando con l'approvazione del XIII emendamento alla Costituzione (31 gennaio 1865). L'assassinio di Lincoln, a cinque giorni dalla resa, fece naufragare il tentativo di ricostruire il paese in concordia, dando vita all'occupazione militare del Sud.
Evento cruciale nella storia degli USA e nella costruzione del loro primato politico ed economico nella scena mondiale, la Guerra di secessione ha ispirato un'ampia letteratura con diverse trasposizioni cinematografiche, tra le quali Via col vento (1939) di Victor Fleming resta il film di maggior successo.

-Primo uomo nello spazio: Conquistare per primi lo spazio, allo scopo di dominare meglio la Terra. Una sfida che per circa vent'anni vide contrapposti i due "grandi blocchi". La fase iniziale vide trionfare quello sovietico, che portando l'uomo nello spazio alzò l'asticella della sfida e costrinse gli Americani a correre ai ripari.
Il clima di guerra fredda, imperante nei decenni successivi alla Seconda guerra mondiale, vide Stati Uniti d'America e Unione Sovietica contendersi pezzi di mondo e dimostrare la propria potenza tecnologica e militare con una corsa sfrenata agli armamenti. In quest'ottica la conquista del cosmo garantiva due importanti risvolti: con il lancio di satelliti nello spazio sarebbe stato più facile spiare il nemico; farlo in anticipo sugli avversari avrebbe significato propagandare i rispettivi progressi scientifici.
Il lancio dello Sputnik nel 1957, primo satellite nello spazio, aveva assegnato il primo prestigioso round all'U.R.S.S., battendo sul tempo gli Americani che tre mesi più tardi mandarono in orbita l’Explorer 1. Nel 1960 il regime guidato da Nikita Krusciov sembrava pronto a un altro clamoroso sorpasso. Con il progetto Vostok si mirava, per la prima volta, a portare l'uomo nell'orbita terrestre.
Dalla primavera del 1960 al marzo dell'anno seguente vennero effettuati diversi lanci, utilizzando manichini e in molti casi animali, come cani e ratti, alcuni dei quali persero la vita durante il volo o in fase di atterraggio. La fase più drammatica si ebbe con la catastrofe di Nedelin: un missile intercontinentale esplose sulla rampa di lancio, provocando la morte di oltre 200 dipendenti. Un episodio che aumentò le condizioni di rischio per un eventuale coinvolgimento umano.
Tuttavia non c'era molto tempo, visto che gli USA avevano programmato per marzo del 1961 il lancio del Mercury con un astronauta a bordo, poi rimandato a maggio. Nel frattempo l'agenzia spaziale sovietica RKA era stata incaricata di addestrare 20 cosmonauti, tra i quali sarebbe stato scelto il miglior pilota. La selezione premiò Jurij Alekseevič Gagarin, che il 12 aprile si accomodò all'interno della capsula del Vostok 1, sulla rampa di lancio del Cosmodromo di Bajkonur (nella steppa del Kazakistan).
Il razzo si alzò alle 9.07 (ora di Mosca) e pochi minuti dopo Radio Mosca annunciò trionfalmente la notizia. Tutti i vari passaggi funzionarono senza problemi, anche perché i comandi erano azionati da terra e il pilota poteva fungere solo da spettatore passivo. Lo stesso aveva a disposizione riserve d'ossigeno e provviste alimentari per dieci giorni, nel caso fossero insorti inconvenienti al sistema computerizzato.
Non ce ne fu bisogno. Gli 89 minuti di volo trascorsero senza contrattempi e la navicella riuscì a eseguire un'orbita terrestre completa prima di rientrare nell'atmosfera. Alle 10.35, a una quota concordata di 7.000 m, Gagarin si catapultò dalla capsula e appeso al paracadute atterrò nei pressi della città di Engels. Venne accolto come un eroe e la propaganda sovietica fece risaltare al massimo l'evento.
Non v'era dubbio che con la sua impresa era stata scritta una pagina storica del progresso scientifico, destinata ad allargare gli orizzonti delle conquiste umane. Tra i suoi primati, anche quello di osservare che il colore predominante della Terra, vista dallo spazio, era il blu. Gagarin descrisse in numerose interviste lo spettacolo cui aveva assistito, esortando il genere umano a impegnarsi di più nella conservazione del pianeta.
(Yuri Gagarin nello spazio: «Girando attorno alla Terra, nella navicella, ho visto quanto è bello il nostro pianeta. Il mondo dovrebbe permetterci di preservare ed aumentare questa bellezza, non di distruggerla!» Così commentò ai giornalisti Jurij Alekseevič Gagarin dopo la sua impresa senza precedenti: il primo volo umano nello spazio e il primo uomo ad orbitare intorno alla Terra. Scelto tra i venti migliori piloti dell'aeronautica russa, il suo lancio a bordo del razzo Vostok avvenne la mattina del 12 aprile 1961, dal Cosmodromo di Bajkonur (lo stesso dello Spuntik), nella steppa del Kazakistan. Dopo un volo spaziale di 88 minuti ritornò sulla Terra incolume, paracadutandosi dalla navicella. Accolto come un eroe nazionale, sette anni dopo morì in un tragico incidente aereo. Nel 2007, a 46 anni esatti dallo storico lancio, Google ha reso omaggio all'impresa di Gagarin con un doodle globale.)

-Processo a Galilei per eresia: A poco più di un anno dalla pubblicazione del Dialogo sui due Massimi Sistemi del Mondo (21 febbraio), con cui diede pieno sostegno e diffusione alle teorie copernicane sul moto dei corpi celesti, Galilei finì nel mirino del tribunale dell'Inquisizione, che lo mise sotto processo per eresia.
Iniziato a porte chiuse il 12 aprile del 1633, il procedimento fu ispirato da papa Urbano VIII, con cui Galileo intratteneva da tempo rapporti di reciproca stima e amicizia. Di fronte, però, allo straordinario consenso riscosso dalla nuova opera dello scienziato pisano, che andava a sconfessare la teoria aristotelico-tolemaica accettata dalla Chiesa, il Pontefice, su pressione della componente gesuita, ordinò che il libro venisse posto all'attenzione della commissione del Sant'Uffizio.
Malato e in là con gli anni, messo con le spalle al muro, Galilei si trovò costretto all'abiura delle sue tesi, subendo, il 22 giugno, la condanna per «veementemente sospetto d'eresia» da scontare in carcere, pena poi commutata negli arresti domiciliari a vita nella sua casa di Firenze.
Riabilitato a partire dal 1822, data in cui venne concesso l'imprimatur alla pubblicazione dell'opera "Elementi di ottica e astronomia" di Giuseppe Settele che riconosceva le teorie di Copernico, nel 1992 la Chiesa riconobbe come ingiusta la condanna del 1633, in quanto frutto di «un'indebita commistione di teologia e cosmologia pseudo-scientifica e arretrata».

-Gianni Rodari: Con le sue storie fantastiche ha fatto viaggiare con l'immaginazione due generazioni di bambini e tuttora i suoi libri sono tra i più letti dai giovanissimi. Nato ad Omegna (nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, in Piemonte), e morto a Roma nel 1980, è ricordato per l'attività di scrittore, giornalista e pedagogista.
Dopo le prime esperienze come insegnante di scuola elementare, collaborò per testate di rilievo nazionale, come Paese Sera e L'Unità, prima di assumere, dal 1950 al 1953, la direzione del settimanale per ragazzi Il pioniere.
Vincitore del Premio Hans Christian Andersen, considerato il "nobel" della letteratura per ragazzi, Rodari pubblicò diverse raccolte di filastrocche e racconti, tra cui "Filastrocche in cielo e in terra", "Il libro degli errori" e "La freccia azzurra" (da cui è stato tratto un film di animazione nel 1996).

-Greta Garbo: Icona universale della storia del cinema, celebre per il fascino e la classe del suo modo di recitare, che le fecero meritare l'appellativo di Divina.
Nata a Stoccolma, Greta Lovisa Gustafsson, il vero nome, si trovò a 16 anni a passare dal lavoro di commessa a quello di comparsa in un film comico. Cambiato il nome in Greta Garbo (ispirandosi al re ungherese Bethlen Gabor, XVII secolo), debuttò come protagonista nel film "La leggenda di Gösta Berling" del 1924.
Qui diede il primo assaggio di quel talento drammatico che toccò le punte più alte nella stagione d'oro degli anni Trenta, in pellicole come "Anna Christie", "Romanzo", "Margherita Gauthier", "Ninotchka" (questi primi quattro le valsero altrettante nomination agli Oscar) e Anna Karenina (1935).
Insignita dell'Oscar alla carriera nel 1955, la Garbo si spense al Medical Center di Manhattan, il 15 aprile del 1990.

-Charlie Chaplin: È con lui che è nato il mito del cinema e con i suoi film ha raggiunto, probabilmente, la forma poetica più alta.
Nato a Londra, Sir Charles Spencer Chaplin era figlio d'arte e grazie alla madre si appassionò al canto e alla recitazione, iniziando ad esibirsi con lei, a teatro, a soli cinque anni. Dopo varie esperienze entrò nella compagnia di Fred Karno, straordinaria palestra di talenti del calibro di Stan Laurel (lo Stanlio nel celebre duo comico con Ollio), dove si fece apprezzare per le sue pantomime, tra cui quella dell'ubriaco elegante.
Sbarcato negli Stati Uniti nel 1910 al seguito della compagnia, le sue gag acrobatiche entusiasmarono il pubblico, catturando l'attenzione di diversi impresari. Scritturato dalla Keystone, nel 1914 debuttò sul grande schermo con Per guadagnarsi la vita, cortometraggio in cui impersonava un aspirante giornalista a caccia di scoop.
Insoddisfatto della performance, Chaplin andò alla ricerca di qualcosa di originale, che gli consentisse di esprimere la verve comica e la formidabile mimica di cui era capace. Un pomeriggio entrò nei camerini e ne uscì vestito alla bell'e meglio, mischiando taglie diverse e applicandosi un ciuffetto di baffi finti. Nacque così la maschera di Charlot, che portò per la prima volta sullo schermo in Charlot si distingue.
Con il linguaggio del corpo e il ritmo frenetico dell'azione, ripresi dall'attore francese Max Linder, divenne la grande star del muto, recitando in oltre 70 pellicole, lasciando vere e proprie opere d'arte con Il monello, La febbre dell'oro, Luci della città, Tempi moderni e Il grande dittatore (il suo primo film completamente sonoro).
Una parabola artistica senza precedenti, che si completò con l'assegnazione dei due Oscar alla carriera, l'ultimo nel 1972, motivato «per aver fatto delle immagini in movimento una forma d'arte del Ventesimo secolo» e salutato dalla più lunga ovazione nella storia dell'Academy Awards. Ricevutone un terzo "retroattivo" per la colonna sonora di "Luci della ribalta" nel 1973, quattro anni più tardi, la notte di Natale, si spense nella sua residenza svizzera.

-Prime elezioni della Repubblica italiana: Conclusa la preziosa fase dell'Assemblea Costituente, che aveva disegnato il nuovo assetto statale attraverso la Carta costituzionale (22 dicembre 1947), nella primavera del 1948 l'Italia si presentò alle urne per eleggere il primo Parlamento dell'era repubblicana.
Preceduta da una campagna elettorale combattuta, in cui, per la prima volta, i partiti fecero largo ricorso alla cartellonistica e alla propaganda "on the road", la tornata elettorale presentò un quadro semplificato delle forze in campo, con la Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi da un lato e il Fronte democratico popolare, figlio dell'alleanza tra il PCI di Palmiro Togliatti e il PSI di Pietro Nenni, dall'altro.
Completavano la scheda l'Unità socialista (patto tra il PSDI, allora PSLI, di Saragat e l'UdS di Lombardo), il Blocco nazionale (Liberali e Qualunquisti), il Partito nazionale monarchico, il Movimento sociale italiano e il Partito Repubblicano. Chiamati a votare con un sistema proporzionale, si recarono alle urne poco meno di 27 milioni di italiani su 29.117.554 elettori, circa il 92% del totale, registrando un'affluenza tra le più alte della storia repubblicana.
Con 12.740.040 preferenze (48%) prevalse la DC, mentre il FDP si fermò a poco più di otto milioni di voti (30%); terza l'Unità socialista con il 7% e molto più distaccate le altre liste. La polarizzazione del voto espresso dagli italiani (la percentuale di dispersione fu tra le più basse in assoluto) consegnò allo "scudo crociato" la maggioranza assoluta alla Camera dei deputati (305 su 574) e al Senato (131 su 237).
Con il quinto governo De Gasperi, che aprì all'alleanza con PRI, PSDI e Liberali, iniziò l'ultraquarantennale parabola governativa della DC, in cui giocarono un ruolo determinante l'adesione al blocco occidentale guidato dagli Stati Uniti d'America, in funzione anticomunista, e il sostegno del mondo cattolico.

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