#332 - 10 giugno 2023
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 10 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Storia

Note sulla Memoria dei Giorni

-Primo fumetto di Superman: «Più veloce di una pallottola, più potente di una locomotiva, capace di saltare alti palazzi in un sol balzo». Alla fine degli anni Trenta c'era soltanto un uomo che univa in sé questi straordinari poteri: Superman!
Un supereroe che rappresentava la concretizzazione dei sogni di ogni teenager di quell'epoca, e non solo, particolarmente di quelli che si sentivano incompresi e ignorati dalle ragazze come Jerry Siegel. Il 17enne buttò giù la storia di un "uomo d'acciaio" venuto da un altro pianeta, che a un certo punto scopre la sua vera natura, decidendo di tenerla segreta e camuffarla dietro l'apparenza di un giornalista occhialuto, timido e impacciato. Il suo nome è Clark Kent e scrive per il Daily Planet ma ad ogni chiamata d'aiuto o situazione di pericolo, in un battito di ciglia, diventa il supereroe dal mantello rosso.
Completata con le illustrazioni dell'amico e coetaneo Joe Shuster, la storia venne proposta a varie case editrici, ricevendo altrettanti rifiuti. L'unico a vederci giusto fu il maggiore Wheeler Nicholson, fondatore della National Allied Publications, poi divenuta in seguito DC Comics, che rivoluzionò il settore dei fumetti andando alla ricerca di materiale inedito (mentre fino a quel momento venivano riproposte le strisce apparse sui quotidiani).
Raccogliendo la sfida dei due giovani studenti, decise di lanciare la nuova serie di fumetti d'azione con il loro supereroe. Così sulla copertina del primo numero di Action Comics, edito il 10 giugno del 1938, i lettori ammirarono per la prima volta Superman, nel gesto di sollevare un'automobile con la sola forza delle braccia. In questa prima versione, tuttavia, l’eroe kriptoniano non può volare ma solo compiere balzi enormi.
In Italia apparve per la prima volta con il nome di Uomo d’acciaio sugli Albi dell'audacia, nel luglio del 1939. In seguito assumerà i nomi di Uomo Fenomeno e Nembo Kid prima del definitivo Superman a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70. I fortunati possessori dello storico primo numero di Action Comics (che nel 1938 costava 10 centesimi) sanno di avere un tesoro inestimabile. Una copia, rinvenuta per caso nell'intercapedine di un'abitazione del Minnesota, è stata valutata da una nota casa d'aste attorno al milione di dollari!

-Giacomo Leopardi: Massimo poeta dell'Ottocento e filosofo geniale, è tra i più influenti rappresentanti della letteratura mondiale.
Nato a Recanati, in provincia di Macerata, e morto a Napoli il 14 giugno del 1837, formò la sua poetica nel solco del Classicismo, approdando poi al Romanticismo (di cui risultò tra i più autorevoli esponenti) e anticipando i temi dell'Esistenzialismo, con la riflessione filosofica sull'esistenza umana e sul suo rapporto con la Natura.
Affetto, nel corso di tutta l'esistenza, da seri problemi fisici (legati probabilmente al "Morbo di Pott") e neurologici, diede prova dello sconfinato estro letterario con opere immortali, quali le Operette morali, gli Idilli e lo Zibaldone di pensieri. Rappresentative della sua corposa produzione sono la lirica "A Silvia", le poesie "La quiete dopo la tempesta", "Il sabato del villaggio", e l'idillio "L'Infinito".
Morì a soli 39 anni a Napoli, nella casa dell'amico Ranieri, poco prima di partire per "Villa Ferrigni" a Torre del Greco, lì dove aveva composto "La ginestra" o "Il fiore del deserto", la penultima lirica.

-Alberto Sordi: L'essere italiano nel bene e nel male. È stata la cifra distintiva della cinquantennale carriera di attore e regista dell'Albertone nazionale, tra i maggiori interpreti della commedia all'italiana.
Nato a Trastevere, nel cuore della vecchia Roma, Alberto Sordi visse la romanità come un tratto imprescindibile della sua personalità artistica, dando continuità alla grande tradizione capitolina iniziata con Aldo Fabrizi e Anna Magnani.
Dopo gli esordi come doppiatore negli anni Trenta, durante i quali prestò la propria voce a Oliver Hardy del famoso duo comico Stanlio & Ollio, e le prime comparsate in pellicole di poche pretese, raggiunse la fama tra il 1952 e il 1955 con personaggi che incarnavano i vizi dell'italiano medio: dal ruolo di approfittatore in Lo sceicco bianco all'infantile de I vitelloni (entrambi diretti dal grande Federico Fellini), fino al simpatico e celebre scansafatiche di Un americano a Roma (1954). Gli anni Sessanta e Settanta lo consacrarono come attore completo, capace di alternare parti di grande intensità drammatica, come i protagonisti di di Detenuto in attesa di giudizio (1971) e Un borghese piccolo piccolo (1977), ad altre di geniale comicità, passando con disinvoltura dall'espressione dialettale all'italiano più forbito.
Tra gli aspetti peculiari del modo di recitare: la straordinaria capacità di trasformare le fattezze del viso e la gestualità, ora abbrutendosi ora ingentilendosi; il tono stentoreo della voce, affinato attraverso l'esperienza di doppiatore e macchiettista radiofonico, che sfruttò anche con l'eseguire alcune colonne sonore dei suoi film e canzoni irriverenti cantate in TV.
Preso a modello da numerosi attori, su tutti Carlo Verdone considerato da molti il suo erede naturale, Alberto Sordi fu insignito di numerosi riconoscimenti, tra cui 11 David di Donatello e un Leone d'oro alla carriera nel 1995. Scomparso nel febbraio 2003, le sue spoglie riposano nella tomba di famiglia, presso il cimitero monumentale del Verano.

-Igor Stravinsky: Compositore tra i più illustri del Novecento, come pianista e direttore d'orchestra è indicato tra i maestri della musica universale.
Nato a Lomonosov, in Russia, e morto a New York, nell'aprile del 1971, ricorse ai vari generi musicali, alternando stili diversi, e innovò la musica del balletto attraverso il recupero di tradizioni del passato, tra loro lontane.
La popolarità presso il grande pubblico si deve ai tre balletti che reinventarono il genere, composti durante il periodo noto come quello russo: L'uccello di fuoco del 1910, "Petruška" del 1911 e "La sagra della primavera" del 1913. Nel corso della carriera artistica ha poi vissuto il periodo fauvista, quello neoclassico e quello dodecafonico o seriale.

-Istituzione del Corpo dei Bersaglieri: Non c’è parata militare, in particolare quella del 2 giugno, senza la mitica fanfara dei Bersaglieri. Questo corpo speciale dell’esercito italiano nasce in Piemonte per volontà del generale Alessandro La Marmora, che volle dotare la milizia dell’allora Regno di Sardegna, di una fanteria leggera con compiti esplorativi in territorio nemico. Fin dall'atto costitutivo fu previsto che ogni battaglione avesse al suo interno 13 trombette ed un caporale trombettiere, ossia i componenti della celebre Fanfara, che precedeva ogni attacco o parata. Un suono che restò memorabile nella presa di Roma (o Breccia di Porta Pia) del 20 settembre 1870, che consentì l'annessione della città capitolina all'Italia unita.
Coloro che entravano a far parte del corpo venivano addestrati alla corsa e all'artiglieria leggera, utili per spostamenti rapidi e azioni di disturbo dell'avversario. Nella divisa ufficiale, oltre al cappello nero, con pennacchio venne prevista una divisa blu scuro, oggi uniformata al verde militare classico.

-Congresso USA mette al bando la schiavitù: Nel pieno della Guerra di Secessione (1861-1865) che vide fronteggiarsi gli Stati del Nord, favorevoli all'abolizione della schiavitù, e quelli del Sud, contrari, il Congresso degli Stati Uniti approvò per la prima volta la messa al bando dello schiavismo in tutti gli Stati della confederazione.
Pochi mesi dopo ci fu il Proclama di Emancipazione, promulgato da Abramo Lincoln, che decretava la liberazione degli schiavi in tutti gli stati secessionisti. L'atto conclusivo si ebbe con l'approvazione del XIII emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti d'America, che abolì ufficialmente la schiavitù.

-Brevettata la prima macchina da scrivere di successo: La macchina da scrivere andò a braccetto con il giornalismo fin dai suoi primordi. Fu infatti il direttore di un giornale di Milwaukee (Wisconsin), tale Christopher Latham Sholes, a perfezionarla e a farne un prodotto di successo commerciale. Inventata nel 1714 da Henry Mill (con il nome di "macchina per trascrivere lettere"), la macchina da scrivere non era conosciuta ancora con questo nome ed era passata successivamente attraverso varie rivisitazioni (tra cui quella dell'italiano Giuseppe Ravizza nel 1846), legate a utilizzi diversi da quello per cui in seguito divenne famosa. L'obiettivo iniziale di Sholes era di creare un marchingegno per numerare le pagine di un libro, biglietti e così via.
Confrontandosi con l'amico tipografo, Samuel W. Soule, comprese le difficoltà del lavoro tipografico e decise di partire dalla risoluzione di queste per arrivare a uno strumento in grado di battere testi in maniera più rapida e funzionale. Nacque così la Typewriting machine (traduzione inglese di "macchina da scrivere") che i due brevettarono nel giugno del 1868.
Questo modello presentava una tastiera simile a quella di un pianoforte con tasti neri e tasti bianchi, fatti rispettivamente di ebano e avorio, disposti in due file. Le lettere erano tutte in maiuscolo, mentre mancavano i numeri "zero" e "uno", ritenuti superflui in quanto sostituibili con le lettere "O" e "I".
Lavorando sul primo prototipo, Sholes ebbe un'intuizione straordinaria per il definitivo successo della sua invenzione. Si accorse della scarsa funzionalità della disposizione in ordine alfabetico delle lettere; di qui decise di adottare un diverso ordine che separava le coppie di lettere più utilizzate, facendo sì che i martelletti non si incastrassero. Denominato QWERTY (dalle prime cinque lettere della fila più in alto), quel sistema venne poi adottato anche per le tastiere dei computer.

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