#323 - 4 febbraio 2023
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Di borgo in borgo

In cordiale collaborazione con l'Associazione dei Borghi del Respiro
Premio per l'Ambiente 'Gianfranco Merli' del Movimento Azzurro 2021

L'Aquila - Abruzzo

Lucoli

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Lucoli è una ridente vallata, situata ad un'altitudine che oscilla tra gli 800 e 1400 m. s.l.m. Si estende per circa 11.000 ettari di territorio ed è il comune più vasto della Comunità Montana Amiternina della provincia di L’Aquila.

Confina ad Est con Rocca di Mezzo, Rocca di Cambio e Bagno, ad Ovest con Sassa, a Nord con L'Aquila ed a Sud con Tornimparte.

Il suolo, di natura calcareo-argillosa, non è molto idoneo alle colture intensive, ma adatto a quelle arboree, frutteti, querceti, ecc.

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La flora è costituita da boschi di piante tipiche dell'Appennino.
Questa zona trae il suo nome proprio dalla fitta presenza di rappresentazione boschiva (Luculus = boschi).
Lucoli è un centro turistico apprezzato, in estate, per la quiete di questi luoghi e per l'aria ancora pulita e, in inverno, per il complesso sciistico di Campo Felice, che è di sicuro uno dei più belli ed attrezzati del Centro-Italia.

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Il turismo è in crescente aumento e lo dimostra il sorgere di numerosi residence che ormai possono essere considerati dei nuovi paesi, come Prato Lonaro e Le Terrazze.
Con i suoi 10800 ettari il territorio di Lucoli è senza dubbio una grande sintesi delle caratteristiche naturali dell’Appennino. Se nei nostri boschi il dominatore incontrastato è il faggio, non vanno certo trascurate tutte le altre specie che si accompagnano ad esso quali cerro, acero, sorbo, ed altre essenze forestali montane.

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Paesaggisticamente rilevante è il bosco di Cerasolo, con faggi secolari e sottobosco di fragole, cardamine, violette e innumerevoli varietà di funghi.
La piana di Campo Felice ci offre, specialmente in primavera, fantastiche fioriture di viola tricolor, genziana lutea e verna, peonie, narcisi ed in alcuni settori splendidi tappeti di crochi. Inoltre si annoverano sull’intero territorio comunale 25 varietà di orchidee.

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Lucoli, oltre alla salubrità del clima e all'aspetto paesistico, vanta un'antica e gloriosa storia che affonda le proprie radici all'epoca degli antichi Sabini.
Le prime testimonianze che rivelano insediamenti stabili sono costituite da alcuni resti di vie, caratteristiche dell'epoca sabina e ancora oggi ben visibili, tra i monti di Lucoli.

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I primi documenti concreti, che citano Lucoli come nome geografico, si riscontrano nel Medioevo, nel Chronicon Farfense (1062-1099) e in una bolla di Alessandro III del 1178. E' di questo periodo la costituzione della contea di Collimento sotto Odorisio, figlio di Berardo de' Marsi.

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Il conte Odorisio arricchì la sua contea con le donazioni all'Abbazia di San Giovanni Battista, un gioiello d'arte che ancora oggi può essere ammirato in tutto il suo splendore, ed è lustro e vanto di Lucoli.
Tale contea rappresentò, dopo la caduta e la distruzione di Amiterno, Aveia e Forcona, uno dei più sicuri e validi complessi di difesa di tutto il circondario, ed inoltre era considerato il Castello più importante tra quelli soggetti allo Stato Pontificio.

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Nei secoli successivi, il contado si trasformò in Comune e partecipò alla fondazione della città di L'Aquila, operando e edificando nel quartiere di San Giovanni di Lucoli (l'attuale San Marciano) che si estendeva dalle case della Rivera in Via San Marciano.

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Dopo vicende di dissidi territoriali e sociali, nell'aggregato cittadino aquilano, inizialmente eterogeneo, ma subito divenuto arrogante, i castelli di origine si resero autonomi e Lucoli fu assegnato alla giurisdizione degli Oranges e dei suoi capitani.

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Alla fine del 1300, si distinse per il sostegno dato agli abitanti del proprio quartiere cittadino, insorto contro gli abusi della regina Giovanna I; più tardi esso subì le imposizioni e le pressioni di Carlo d'Angiò e col tempo, tutte le vessazioni abituali operate dalle varie autorità aquilane, finché, agli inizi del '500, queste persero la loro giurisdizione sui castelli.

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Lucoli, col suo contado fu venduto al capitano spagnolo Pietro Ossorio.
Dal 1529, anno in cui Pietro Ossorio acquistò il castello di Lucoli, al 1806 anno in cui Giuseppe Bonaparte, re di Napoli, abolì le feudalità con tutte le loro pertinenze, Lucoli fu venduto più volte, passando di mano in mano.

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