#316 - 15 ottobre 2022
AAAAAATTENZIONE - Cari lettori, questo numero del giornale - ultimo per il 2025 - ci accomapgnerà fino a NATALE e le Festività del VECCHIO ANNO. Allo scoccare della mezzanotte del 31 DICEMBRE con il Brindisi del NUOVO ANNO, andrà in rete il nuovo numero 370: GIOVEDI 1° GENNAIO 2026 - CORDIALI AUGURI DI BUON NATALE BUON ANNO e BUONA LETTURA - ORA PER TUTTI un po' di HUMOUR - E' da ubriachi che si affrontano le migliori conversazioni - Una mente come la tua à affascinante per il mio lavoro - sei psicologo? - No architetto, mi affascinano gli spazi vuoti. - Il mio carrozziere ha detto che fate bene ad usare WathsApp mentre guidate - Recenti studi hanno dimostrato che le donne che ingrassano vivono più a lungo degli uomini che glielo fanno notare - al principio era il nulla...poi qualcosa è andato storto - una volta ero gentile con tutti, poi sono guarito.
Poesia

Sole di ottobre

Di Ada Negri

Godi. Non hai nella memoria un giorno
più bello, un giorno senza nube, come
questo. E forse più mai ne sorgerà
un altro così bello, pe’ tuoi occhi.
Se pur l’ultimo fosse di tua vita
– l’ultimo, donna -, sii contenta: rendine
grazie al destino.
È così pura questa
gioia fatta di luce e d’aria: questa
serenità ch’è d’ogni cosa intorno
a te, d’ogni pensiero entro di te:
quest’armonia dell’anima col punto
del tempo e con l’amor che il tempo guida.
Non più grano né frutti ha ormai la terra
da offrire. Sta limpido l’autunno
sul riposo dell’anno e sul riposo
della tua vita. Il fisso azzurro, immemore
di tuoni e lampi, stende il suo gran velo
di pace sulle rosseggianti chiome
delle foreste; e il sole il cuor t’accende
come fa con le foglie che non sanno
d’esser presso a morire. E tu – che sai –
tu non temi la morte. Ora che il grembo
non dà più figli, e quelli che ti nacquero
a’ tuoi begli anni già son fatti esperti
del mondo e van per loro audaci vie,
che t’importa morir? Quand’è falciata
la spiga, spoglia la pannocchia, rosso
il vin nei tini, e le dorate noci
chiaman l’abbacchio, e fuor del riccio scoppia
la castagna, che importa la minaccia
dell’inverno, alla terra?...
O veramente
tuo questo tempo, donna: o tua compiuta
ricchezza! O, fra due vite, la caduca
e l’eterna, per te libera sosta
di grazia! Godi, fin che t’è concessa.
Non sei più corpo: non sei più travaglio:
solo sei luce: trasparente luce
d’ottobre, al cui tepor nulla matura
perché già tutto maturò: chiarezza
che della terra fa cosa di cielo.

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