#314 - 17 settembre 2022
AAA ATTENZIONE - Questo numero rimarrà in rete fino alla mezzanotte del 19 aprile, quando lascerà il posto al numero 350. Ora MOTTI per TUTTI : - Finchè ti morde un lupo, pazienza; quel che secca è quando ti morde una pecora ( J.Joyce) - Lo sport è l'unica cosa intelligente che possano fare gli imbecilli (M.Maccari) - L'amore ti fa fare cose pazze, io per esempio mi sono sposato (B.Sorrel) - Anche i giorni peggiori hanno il loro lato positivo: finiscono! (J.Mc Henry) - Un uomo intelligente a volte è costretto a ubriacarsi per passare il tempo tra gli idioti (E.Hemingway) - Il giornalista è colui che sa distinguere il vero dal falso e pubblica il falso (M. Twain) -
Di borgo in borgo

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Abruzzo - (L'Aquila)

Rocca Di Mezzo

Storia arte e cultura - acqua e aria: benessere e salute

Rocca di Mezzo è un comune della provincia dell'Aquila in Abruzzo, appartenente alla Comunità montana Sirentina e sede del Parco naturale regionale Sirente-Velino.

Stazione climatica estiva e centro turistico di sport invernali, situata in posizione centrale sull'Altopiano delle Rocche a breve distanza dagli impianti sciistici di Campo Felice e Ovindoli.
Il nome deriva dalla presenza in epoca mediovale di una rocca,il Castello di Rovere.

Rocca Di MezzoRocca Di Mezzo

Il Castello di Rovere tutt'oggi visibile nella parte alta del paese e attorno al quale si è sviluppato il paese, la quale rispetto alle altre rocche presenti nell'altipiano occupava una posizione abbastanza centrale nell'altipiano stesso, fa parte del sistema difensivo dei Normanni dell'XI-XII secolo, dell'altopiano delle Rocche. Nel 1254 contribuì a fondare L'Aquila, venne attaccato nel 1424 da Braccio da Montone, ma non perse sino al XVII secolo la funzione di controllo del traffico nella vallata delle merci e dei viandanti e pastori transumanti. Il castello era documentato già dal 1100, appartiene a quella tipologia dei castelli-villaggio cinti da mura e torri tompitratta, che si raccordano al torrione principale pentagonale, come l'esempio dei castelli recinto a triangolo di San Pio delle Camere, Roccacasale e Stiffe. Oggi le rovine sono ancora abbastanza conservate, e all'interno è possibile riconoscere le casermette dei soldati, l'armeria e la cisterna.

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Le vicende storiche legate all'Altopiano delle Rocche, e a Rocca di Mezzo in particolare, hanno spesso avuto un legame con le avverse condizioni climatiche della zona. Il lungo periodo di innevamento invernale, le asperità naturali, la scarsità di comunicazioni, hanno provocato un isolamento duraturo, riducendo i contatti con i territori circostanti. I primi insediamenti umani della zona risalgono all'età paleolitica, come testimonia il ritrovamento nei Piani di Pezza e in Val d'Arano di stazzi utilizzati da pastori, provenienti dal Fucino e dalla Valle dell'Aterno.

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IN epoca moderna, fin dagli anni venti e trenta del Novecento iniziò a svilupparsi in zona il turismo che subì un forte incremento a partire dal 1960 circa. Di pari passo si verificò un aumento consistente dell'edilizia residenziale, legata anche alla vicinanza degli impianti sciistici di Campo Felice e Ovindoli-Monte Magnola (appartenenti al comprensorio delle Tre Nevi) e al fresco clima estivo che ha sempre attratto molti vacanzieri dalla vicina capitale. Tale incremento, pur avendo avuto un impatto negativo sull'ambiente naturale circostante e sulla qualità di vita dei residenti, ha generato e continua a generare reddito e occupazione.

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Di particolare pregio le numerose chiese, tra le quali si cita la Chiesa di San Pietro de Vignoli la più antica del paese, menzionata nel 1313, quando venne nominata dall'estimo dei beni. Ebbe il ruolo di parrocchiale anche di Fonteavignone fino all'inizio del XVI secolo quando venne ampliata la chiesa dell'Assunta. La chiesa è molto interessante, confondendosi con il tessuto urbano delle case, è priva di facciata, l'ingresso è dato sul fianco, da un portale barocco seicentesco a timpano spezzato, con al centro la croce papale. L'interno è barocco, molto ben decorato.

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Interessanti architettonicamente anche molti palazzi, in particola Villa Cidonio, attuale sede del Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, fu realizzata dall'architetto Fasolo tra il 1925 e il 1930 in stile eclettico liberty. La struttura evoca le forme stilizzate del rinascimento italiano toscano, la robusta compattezza della costruzione poggia sopr auno zoccolo bugnato di conci bianchi e il bel inserto della pietra nel laterizio, studiato per accentuare il contrasto chiaroscurale delle componenti decorative, le sobrie linee dei tre avancorpi sormontati da altrettanti frontoni triangolari che risaltano il valore plastico delle facciate, il monumentale ingresso ad arco, modanato dagli stessi elementi dell'archivolto, l'eleganza del disegno di certe finestre a lunetta, ingentilite dalle figure in rilievo e dalle cornici in pietra tagliata. I tetti vasti, sfalsati, sovrapposti l'uno all'altro, sono movimentati da edicole, scale e balaustre, con curiosi camini ad arnia. L'interno ha i soffitti in travi di legno, i pavimenti sono in piastrelle di cotto, nell'atrio le pareti sono dipinte, l'arredo è in mobili d'antiquario. Durante il 1943-44 la villa fu comando militare dei tedeschi, vi si installò il presidio del generale von Zanthier, e poi venne bombardata dagli americani, che però non centrarono la costruzione, salvandosi dalle distruzioni.

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Sul *Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, una breve nota: Istituito nel 1989 con sede a Rocca di Mezzo, con lo scopo di tutelare e preservare i valori ambientali, nonché di trasmettere alle generazioni gli elementi culturali e i segni delle ricchezze storico-architettoniche ereditate dal passato. Il Parco è un incantevole scenario naturale, un paesaggio incontaminato che ospita flora e fauna tra le più significative del centro Italia, concentrato di storia, che conserva le testimonianze di un passato ancora vivo, dove la presenza di templi romani, castelli, torri, borghi medievali permette di scoprire la storia della Marsica.

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Una curiosità: il Monumento del Narciso. Si tratta di una costruzione recente, situata all'ingresso del paese, in onore della festa tradizionale rocchigiana. Sopra un blocco di base si erge un rettangolo sagomato con le figure del fiore. Questa festa fu inaugurata nel 1947, probabilmente ispirata alla Sfilata delle Rose che si tiene in California, e portata in paese da emigranti. Nel mese di Maggio il narciso, spontaneamente rigoglioso sull'altopiano delle Rocche, è diventato il simbolo naturale del paese.

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