Provincialismo
di Dante Fasciolo
Quando eravamo “provinciali”
le dispute socio-politiche di casa
le risolvavamo con le canzonette,
chi non ricorda le parole:
“lo sai che i papaveri son alti alti alti,
dagli una tagliatina…” etc.
L’allusione era evidente e la si accoglieva
con guardingo sorrisetto…
Ora che siamo “cresciuti e maturi”,
affrontiamo i nostri problemi alla luce altrui.
Non ci basta il confronto con l’Europa,
giustamente ci adeguiamo alla dimensione
“internazionale” alle prese
tra ipotesi orientali ed occidentali,
e armati di sicumera tagliamo a fette
il residuo discernimento rimasto,
distribuendo ai iosa viziati giudizi e
scompigliati consigli.
Sei di qua? Sei di là? Sei a metà?
La bussola dell’intelligenza
ha perduto il suo punto nord,
il magnetismo è ondivago,
il buon senso smarrisce l’orizzonte,
l’immediato tornaconto
richiama amicizie sotterranee,
intese opache, qualche raggiro, negoziazioni.
Inutile, non abbiamo 'le phisique du role'…
bisaccia di stelle o mazzi di papaveri,
restiamo “provinciali”.