#310 - 29 giugno 2022
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
beni culturali e paesaggistici

In collaborazione con l' "Istituto Italiano dei Castelli "
La XXIII edizione delle Giornate Nazionali si svolge dal 17 al 30 settembre 2022

I luoghi delle Giornate Nazionali per il 2022

Calendasco (Piacenza) - Pergine (Trento)

Vivere i castelli - 5

Presentazione del progetto editoriale dell’Atlante Castellano

In questo quinto incontro con i Catelli Italiani, presentiamo Calendasco sul territorio della provincia di Piacenza e Pergine in Provincia di Trento.

Calendasco - sabato 24 settembre inagurazione e manifestazioni nella piazza d’armi e domenica 25 settembre visite guidate e mostra delle tesi del Politecnico -

Vivere i castelli - 5

Per grandi tappe: Il primo nucleo del castello, il recetto, risale ai primi anni dell' XI secolo, mentre il castello vero e proprio viene edificato a partire dal secolo successivo. Tra le mura del castrum burgi calendaschi nasce nel 1290 il nobile San Corrado Confalonieri, la cui famiglia era feudataria bonis et juribus della zona di Calendasco Nel 1346 venne distrutto dai ghibellini fuoriusciti da Piacenza, viene poi ricostruito negli anni immediatamente successivi dai guelfi per la sua importante posizione nell'ambito della resistenza contro i Visconti.
Nel 1572, il castello è teatro dell'assassinio del conte Ludovico Confalonieri ad opera di Antonello De Rossi, amante della contessa Camilla, moglie di Ludovico. Metà del feudo passa, così, alla famiglia Sanseverino, imparentata con i Confalonieri che conservano i diritti sulla rimanente metà.

Vivere i castelli - 5

1913 venne donata dal proprietario, il giurista Giuseppe Scopesi della Capanna, alla cui famiglia era pervenuta per matrimonio, ad un ente di carità che lo cede, in seguito, al comune di Calendasco.L'altra porzione del castello viene, invece, ceduta dalla famiglia Zanardi Landi ai signori Guasconi.
Nel 2021 il maniero è stato sottoposto a lavori di restauro finalizzati alla sistemazione del ponte d'ingresso, della facciata principale, dell'androne dotato di volta a ombrello e del salone al piano terra. Questi interventi hanno permesso la riscoperta della pavimentazione originale in cotto nel salone e nell'androne d'ingresso, di un camino nascosto da un pannello, sempre nel salone, e di una serie di locali posti alla base di una delle torri, caduti in degrado dopo essere stati riattati a deposito in passato e inaccessibili ormai da tempo.

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      info:   www.calendasco.eu       www.istitutoitalianocastelli-er.it

Vivere i castelli - 5

Pergine - Sabato 24 settembre Seminario di Studi Incastellamento in Trentino - presentazione Atlante Castellano IIC - Presentazione volume fotografico "Nel Regno della Notte i castelli del Trentino tra paesaggio e leggenda".

Le prime attestazioni del castello di Pergine, risalenti al 1220, si rintracciano nell’urbario del Capitolo cattedrale di Trento. Passato il Tirolo agli Asburgo nel 1363, il castello di Pergine entrò stabilmente all’interno della sfera di influenza asburgica. Durante il conflitto di Cambrai, il castello divenne sede del comando delle truppe di Massimiliano I e fu lo stesso imperatore a dare il via ai lavori di costruzione dell’attuale palazzo baronale e la cappella di Sant’Andrea. Il castello rientrò all’interno dell’amministrazione vescovile nel 1531, quando il vescovo Bernardo Clesio riscattò la fortificazione e la giurisdizione.

Vivere i castelli - 5

Storicamente, è possibile individuare più fasi di costruzione della fortificazione.
Al primo periodo, collocato in epoca tardomedievale, si possono ricondurre due evidenze architettoniche individuate lungo il perimetro esterno della cinta muraria: il prospetto esterno di un corpo di fabbrica e un’anomalia muraria, forse la base di un contrafforte.
Al secondo periodo, XIII secolo, appartiene il nucleo duecentesco del castello, la cinta superiore, il palazzo e la torre scudata.

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Ad una fase bassomedievale, tra il XIV secolo e la prima metà del XV secolo, terzo periodo, sono attribuibili la costruzione della cinta esterna, dotata di due torri scudate e due bastioni semicircolari e la sopraelevazione della cortina interna.
Altre trasformazioni, attribuibili al XV secolo, sono localizzate sui corpi di fabbrica del palazzo e sulla cosiddetta Ala Clesiana. Il nucleo centrale fu radicalmente trasformato durante i primi tre decenni del XVI secolo, con la costruzione di due pilastroni con volte a costoloni al piano terra e al piano sopraelevato, con l’aggiunta di grandi sporti poligonali sui lati esterni, con la costruzione della cappella privata, la realizzazione del grande torrione circolare denominato Torre di Massimiliano – a sud-est del complesso – e con la ridefinizione delle aperture. A tale periodo è probabilmente attribuibile anche la sopraelevazione del palazzo con doppio spiovente ad impluvio.
Le successive trasformazioni, indotte dal Vescovo Bernardo Clesio, che si datano al terzo decennio del Cinquecento, riguardano il corpo di fabbrica addossato internamente al tratto nord-ovest della cintura superiore, terminante con una merlatura a coda di rondine e con la costruzione della torre circolare che domina il lato nord-ovest della cintura esterna.

Vivere i castelli - 5

info: www.fondazionecastelpergine.eu   trentinoaltoadige@istitutoitalianocastelli.it
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