#310 - 29 giugno 2022
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Testimonianze

Continua la narrazione di una nuova avventura antica e attuale

In Viaggio lungo lo Jonio alla scoperta della...

Magna Grecia

Sui passi di George Gissing - Sesta puntata

di Giuseppe Cocco

Dopo i 10 giorni di malattia Gissing ora in 6 pagine deve smaltire la convalescenza; è così che dopo la prima pessima impressione avuta del materiale umano dell'albergo, un personale che parrebbe poco meno che selvaggio, sporchi e rozzi, privi di qualsiasi requisito professionale, superata la prima antipatia, probabilmente anche per l'assistenza avuta durante la malattia, comincia a vedere i lati buoni, imparando a scusare gli errori.
Ma anche il loro comportamento è cambiato da sbrigativo a cordiale e umano.
Questa è la dimostrazione che i pregiudizi si abbattono con la conoscenza e la frequentazione.

Magna Grecia

Ognuno a suo modo aveva partecipato alla sua malattia, si era angustiato, uomini e donne, e altrettanto stavano facendo per aiutarlo a riprendersi cercando di superare i propri limiti.
Anche lui osserva con maggiore attenzione ognuno di loro e con maggiore empatia e comprensione.
La convalescenza naturalmente prevede una rigorosa dieta alimentare, e il giovane dottore che durante la malattia, quando Gissing non aveva appetito, gli aveva ordinato bistecca e Marsala, ora che l'appetito era tornato, per la legge del contrappasso, aveva prescritto un'alimentazione leggera e per bere, ironia della sorte per un Inglese, il tè.
Ma se per un Inglese non è un problema bere tè, il problema lo è trovarlo nella Calabria profonda; la soluzione la offre il farmacista, ma risulta una soluzione a metà, in quanto talmente vecchio da essere insapore e inodore: una bestemmia per un Inglese.

In questo capitolo il mio amico viaggiatore, via via che si riprende dalla malattia, comincia a sentirsi stretto e costretto agli "arresti domiciliari" e dimostra tutta la sua capacità di narratore di viaggi, dopo aver esplorato tutto ciò che avviene all'interno dell'albergo e i personaggi in commedia, cominciando a raccontare ciò che vede e sente dalla finestra della camera.
Ancora dura la lunga convalescenza, lenta l'uscita dalla malattia malarica che, come si sa, tanto debilita mai completa e definitiva, ma Gissing scalpita per riprendere il viaggio per andare a Catanzaro.
Ma ancora 6 pagine per smaltire la convalescenza e non gli rimane che confrontarsi con il Medico, che lo sconsiglia di partire ancora e di evitare di andare a Catanzaro, città ventosa e fredda, no propizia per i suoi problemi polmonari.
Confida il suo cruccio di non poter andare a visitare Capo Colonna, e conversa confrontandosi sulle impressioni su Cotrone e i suoi abitanti, avendone conferme alle sue affermazioni.

Magna Grecia

Ma il viaggiatore preme sul Dottore, dichiara di non poter più resistere alla tetra vita da malato, sentendo forte il richiamo dell'aria aperta.
Il dottore davanti a tanta insistenza dà il permesso ad uscire con parsimonia e naturalmente il suo stato è di una gran debolezza che lo coglie già dopo aver attraversato la piazza fino alla Farmacia: anche il Farmacista conferma la contrarietà al viaggio a Catanzaro per gli stessi identici motivi addotti dal Medico: freddo e vento.
Ma niente, ormai il dado è tratto si partirà nel pomeriggio; dopo pranzo, ancora barcollante, un'ultima passeggiata nella Città come preludio alla nuova avventura catanzarese.
Poi arriva il momento del commiato estremamente cordiale e del conto che si rivela estremamente modesto per i 15 giorni di ospitalità e l'assistenza ricevuta, tanto da far apprezzare, ancora una volta, a Gissing, lo spirito calabrese: «l'onestà calabrese rifulse in quella transazione».
La grande paura e la detenzione sono finite: ecco il tanto sospirato momento di salire sulla sgangherata diligenza, sporca e sconquassata, che finalmente ci porta alla stazione dove l'agognato treno per la fuga parte con 20 minuti di ritardo regolamentare; e via, il treno parte sbuffando, si riparte.
E il treno sembra farci uscire da una galleria lunga 2 settimane, un incubo passato tra tempo di burrasca e malattia, e quando raggiunge finalmente la stazione di Catanzaro Lido riprende vita, illuminandosi e colorandosi, tra mare aranceti e la luna che sovrasta i monti della Sila.

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