#301 - 19 febbraio 2022
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
letteratura

Uno spazio in omaggio al Sommo Poeta

Endecasillabi sciolti e ritmati nella lingua dell'Urbe

La Commedia

Inferno 2° Canto - parte terza

di Angelo Zito

Lassù ‘na donna misericordiosa,
afflitta pe’ li mali de quell’omo,
infrangendo er divieto der Signore,
ha convinto Lucia co’ ste parole:
-illuminato da la luce tua
quello ha bisogno d’artra luce ancora-.
Lucia, nimica d’ogni male oscuro,
me venne a tròva che m’ero assettata.
assieme co’ Rachele la decana.
Me fà: - Tu che sei un dono der Signore
va’ a dà ‘na mano a chi t’ha amato tanto
e pe’ tte sortí fora dar comune.
Nun provi tu pietà pe’ qquanto soffre?
Nun vedi come affronta li malanni
impetuosi più der mare che se gonfia? -.
Nun c’è fu ar monno donna tanto sverta
a fà der bene o a scampà dar male,
come feci io ar sentí de sti discorsi.
Venni de corsa giù dar loco eterno,
convinta che troverai quele parole
che fanno onore a te e a chi te sente”.
“Appena fatto ‘sto raggionamento,
co’ le lacrime a l’occhi me rimira;
e io decisi subbito a quer punto
de vení qui da te, come lei vòrse;
te tòrsi da le grinfie de la bestia
che t’impediva de salí sur monte.
E mó che aspetti ancora, perché stai?
perché nun abbandoni la paura?
te pô mancà er coraggio a ‘sto momento?
Adesso che ‘ste donne sú ner cielo
se sò ‘mpegnate pe’ pportatte aiuto,
e io te l’ho cantato a chiare note?”
Come sur prato doppo la gelata
li fiorellini, ar sole che li scalla,
dritti sur gambo ripíeno colore,
così me sollevai un po’ er morale,
sentii er coraggio score ne le vene
e me misi a parlà sinceramente:
“Quanta pietà cià avuto quela donna
e quanto fosti fedele ar suo volere
e a le sante parole che t’ha detto!
Ciò ‘na gran voja che me nasce in petto
de vení assieme a te in quer viaggio,
che m’ero figurato dar principio.
Va’ pure avanti ormai semo d’accordo:
tu duca, tu signore e tu maestro”
Parlai così, quello se mosse e io
annai pe’ qquela strada aspra e servaggia.

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