Un vagabondo volontario, tra le persone costrette a vagabondare
tra povertà, malattia, analfabetismo, mortificazioni...nuove forme di schiavismo
Humanity
Testimonianze di Marcello Carrozzo
L'Intensa attività di reporter di Marcello Carrozzo, lo rivela autore versatile e particolarmente sensibile ai grandi temi che dibattono il nostro tempo legati alle condizioni di vita di interi popoli.
Le diverse espressioni culturali, i riferimenti sociali e politici che intrecciano le relazioni umane dei continenti, fino alle dimensioni bibliche che ci offre oggi il fenomeno delle migrazioni non solo presenti nel bacino mediterraneo, ma presenti in ampie componenti territoriali di molte nazioni dei continenti più esposti all'espansione demografica e alle relative difficoltà di sviluppo, sono il filo conduttore nelle narrazioni fotografiche di Carrozzo.
Pugliese, docente di linguaggio fotografico al Master di Giornalismo - Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Università degli studi di Bari, è da lunghi anni fotogiornalista indipendente, impegnato da sempre nell'ambito della fotografia sociale per documentare le marginalità nelle periferie del mondo.
Con grande impegno, superando difficoltà fisiche, etiche, morali, e burocratiche, ha realizzato reportage in Siria, Libano, Giordania, Striscia di Gaza, Kenya, Congo ex Zaire, Congo-Brazzaville, Thailandia , Vietnam, Grecia, Mongolia, Argentina, India, Uruguay, Turchia, Albania... trasformando questo suo lavoro in veicolo di conoscenza e comunicazione attraverso pubblicazioni e collaborazioni con giornali, riviste, radio e televisioni.
Nella sua esplorazione degli angoli più sofferti del mondo - attualmente è impegnato, in collaborazione con con le maggiori Ong, nel documentare i flussi migratori al largo delle coste libiche, canale di Sicilia, Canale d'Otranto, Mar Egeo - ha raccontato fra le altre cose il dolore dei lebbrosi in India, lo strazio dei manicomi argentini, la disperazione dei migranti a bordo dei barconi... sempre con grande delicatezza , senza mai cedere alla tentazione di rendere spettacolare la sofferenza altrui.