#298 - 1 gennaio 2022
AAA ATTENZIONE - Questo numero rimarrà in rete fino alla mezzanotte del 19 aprile, quando lascerà il posto al numero 350. Ora MOTTI per TUTTI : - Finchè ti morde un lupo, pazienza; quel che secca è quando ti morde una pecora ( J.Joyce) - Lo sport è l'unica cosa intelligente che possano fare gli imbecilli (M.Maccari) - L'amore ti fa fare cose pazze, io per esempio mi sono sposato (B.Sorrel) - Anche i giorni peggiori hanno il loro lato positivo: finiscono! (J.Mc Henry) - Un uomo intelligente a volte è costretto a ubriacarsi per passare il tempo tra gli idioti (E.Hemingway) - Il giornalista è colui che sa distinguere il vero dal falso e pubblica il falso (M. Twain) -
letteratura

Un nuovo spazio in omaggio al Sommo Poeta

Dante ne la lingua de l’Urbe

Endecasillabi sciolti e ritmati

La Commedia

Inferno 1° Canto . parte terza

di Angelo Zito

La Commedia

“Devi cambià la strada c’hai seguito”
cosí me consijò mentre piagnevo
“si te vôi liberà de ‘sti peccati;

quell’animale che te fa paura
nun da er passo a nissuno e si t’azzanna
nun molla mai la presa finché mori;

tarmente ingordo, avido e marvaggio,
che nun j’abbasta mai er male fatto,
e doppo magnato cià più fame ancora.

Un cancro ch’avvelena tante bestie
ma sconterà le pene de l’inferno
pe’ l’arivo d’un salvatore: er Vèrtro

che nun baderà a ricchezza o povertà,
ma l’amore er pensiero la saggezza
avranno patria assieme a la raggione.

E ridarà onore a quela Itaja
che amarono insino ar sacrificio
Camilla Eurialo e Niso e puro Turno.

La fine che se merita la bestia
sarà de ritornà da ‘ndo’ è partita:
l’avidità abbruciata ar foco eterno.

Per bene che te meriti te dico
devi vení co’ mme, te farò strada
nel regno de li spiriti dannati;

sentirai come piagneno in eterno,
e sconsolati nun se danno pace
d’avé perso anche l’anima cor corpo;

quarcuno sta contento dentro ar foco
co’ la speranza de salí più in arto
assieme a tutte l’anime beate.

Si ciavrai voja de arivà da quelle
t’affiderò a ‘no spirito gentile
più degno de me p’accompagnatte,

ché er sovrano assoluto de quer regno
nun concede er visto de soggiorno
a chi era nato prima ch’esistesse.

Governa come un saggio governante
su la città seduto sopra ar trono:
beati quelli c’hanno avuto er visto!”

J’arisposi così : “Vate te chiedo,
pe’ sfuggí a li peccati de ‘sto monno
p’amore de quer Dio che nun sapevi,

porteme in quer regno che dicesti
che possa véde la porta de san Pietro
e l’anime che aspetteno l’ingresso.”

Così principiò a annà e io co’ lui.

La CommediaLa Commedia

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