#117 - 26 gennaio 2015
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Editoriale

Il possibile

di Dante Fasciolo

La politica, si sa, è l’arte del possibile; e riferita a casa nostra, ove vige la democrazia, non può prescindere dall’ aritmetica.

Per decenni si è a lungo giocato senza scrupoli col pallottoliere: maggioranze e minoranze, buoni e cattivi, ingenui e furbi, leali e traditori, dialoganti e sabotatori… insomma l’arte del possibile si è spesso trasformata in arte dell’impossibile orgogliosamente e sfacciatamente difesa in nome della democrazia.

I tempi, si sa anche questo, cambiano; e se all’orizzonte spunta qualche nuovo possibilista, per molti si fa urgente rispolverare i manuali del contrasto costi ciò che costi.

Si incomincia a rinnegare tutto ciò si era detto in un passato anche recente e ora non più conveniente nella logica di un ragionamento alla rovescia, perché l’interlocutore nuovo non piace.

E se all’orizzonte spuntano possibilità concrete e alcuni traguardi sono a portata di mano, non si può dar vinta a chi accelera il cambiamento perché sconfessata sarebbe la lunga inettitudine.

Povera Grande Italia, in balia di menti così piccine, dove è finito l’amor patrio, e la coscienza nazionale, dove sono gli eredi di uomini di fede e di coraggio che pure hanno ridato orgoglio alla nazione subito dopo la tragedia della guerra…?!?

Ogni medaglia ha il suo rovescio, è vero, e non tutto va per il verso giusto, ma occorre distinguere il bene comune dall’effimero tornaconto personale.

Giochiamo a carte scoperte, a viso aperto: abbiamo adulti senza lavoro e senza speranza, giovani demotivati senza un futuro certo, un’economia che stenta a decollare e pochi ricchi sempre più ricchi e spavaldi che succhiano le residue ricchezze del paese mentre sottraggono allo stato le dovute risorse.

Nella partita aperta delle riforme per nuovi equilibri e per l’affermazione di una politica attiva che sappia interpretare il diritto delle persone, c’è chi ancora non si vergogna di frapporre ostacoli e lotte con pretestuose rivendicazioni pur di negare il proprio sostegno al possibile.

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