#290 - 17 luglio 2021
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Pagine Preziose

Nel 700° anniversario della morte di Dante

La storia secondo Dante

Re, imperatori, papi, vescovi, capi di fazioni politiche e di ordini religiosi...

Dante pronuncia il suo giudizio su di loro.

Di Renzo Giacopini

Mazziana Editore

Nella Commedia Dante incontra re, imperatori, papi, vescovi, capi di fazioni politiche e di ordini religiosi che, nel bene e nel male, ritiene responsabili del suo tempo, uno fra i più tribolati della nostra storia: destinandoli all'inferno, al purgatorio o al paradiso pronuncia il suo giudizio su di loro.

Ne raccoglie però le confessioni, ricerca i motivi profondi del loro operato, arricchisce il racconto di particolari noti o sconosciuti. Come «ghibellin fuggiasco», è coinvolto in questa storia e la racconta dal suo punto di vista. Leggere la Commedia come opera di uno storico di parte può essere allora un itinerario intrigante.

Perché soffermarsi sulla storia presente nella Commedia? Perché il Poema di Dante è intessuto con la storia del suo tempo, è una catarsi che il Poeta effettua, visitando i tre regni ultraterreni, per discernere cause ed effetti di tante guerre tra le varie città della sua epoca, nonché del come e del perché siano sorte tante lotte intestine come quelle di Firenze che furono la causa principale del suo esilio e del suo conseguente peregrinare per l’Italia in una posizione quanto mai precaria, mendicando protezione e sostentamento.

Come gli viene profetizzato dall’avo Cacciaguida nel XVII Canto del Paradiso:

Tu proverai sì come sa di sale
lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale.

È proprio questo suo destino di esiliato che rode Dante, che provoca i suoi strali contro Firenze e i suoi concittadini, contro la Chiesa meretrice che invece di sedare le lotte fratricide assecondò una parte contro l’altra causando morti, esili come il suo e soprattutto tanto dolore.

Non dobbiamo dimenticare, infatti, che Dante è un uomo soggetto a sentimenti e passioni, per cui i suoi giudizi sugli avvenimenti e sui personaggi che costellano il suo viaggio sono improntati dalla sua esperienza di vita, per cui a volte possono sembrare troppo drastici, secondo una visione del bianco e nero, senza una possibile zona grigia del dubbio o del giudizio sospeso; ma al tempo stesso il Poema ci rimanda l’immagine di un uomo la cui dirittura morale è superiore a tutto il brulicare delle cause e degli effetti contingenti e questo ce ne fa comprendere, umanamente, la ragione.

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