#280 - 20 febbraio 2021
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Fotografia

Per la rubrica dei racconti fotografici
proponiamo in questa nuova puntata
l' avventura del nostro collaboratore
reporter nel Vietnam in piena guerra

Primo giorno di guerra

di

Guido Alberto Rossi

Primo giorno di guerraPrimo giorno di guerra

La fotografia è nata nel 1824. I primi fotografi a documentare e pubblicare foto di guerra furono l’inglese Roger Fenton che seguì la guerra di Crimea nel 1855 e l’americano Mathew B. Brady che seguì la guerra di secessione USA nel 1861-65. Viaggiavano a bordo di carri trainati da cavalli con tutta la loro ingombrante attrezzatura, camera oscura inclusa.
Dopo di loro moltissimi altri fotografi si cimentarono nel documentare gli orrori della guerra della storia quasi recente e sicuramente il più famoso è il mitico Robert Capa. Della nuova generazione (Irak in poi) personalmente penso che il più grande e anche il più incosciente e sensibile sia James Natchwey.

Primo giorno di guerraPrimo giorno di guerra

Oggi per un fotografo di guerra non mancano i soggetti, tra Medio Oriente e Africa e un professionista che vuole fare questo tipo di reportage ha solo l’imbarazzo della scelta. Oggi i ragazzi che scattano tra bombe e pallottole sono tanti e tanti bravissimi sono anche i nativi delle zone di guerra permanenti come Afghanistan e Siria che scattano delle immagini che sono dei veri tragici capolavori.
Anch’io negli anni 60’ e 70’ ho provato il brivido e l’emozione di fare il turista di guerra. Per scappare dagli esami di maturità ho provato con la guerra dei Sei Giorni, Israele 1967, ma la guerra era finita un mese prima che riuscissi a racimolare i fondi ed i visti necessari per arrivare a Tel Aviv quindi dovetti arrangiarmi a fotografare campi profughi, carri armati parcheggiati e qualche soldato che bighellonava qua e là.
L’anno successivo tentai con il Biafra e dopo un viaggio a vuoto a Lisbona finii in Guinea Portoghese (oggi Guinea Bissau) che era una delle guerre africane portoghesi (c’erano anche Mozambico e Angola). Qui la mia avventura durò una settimana, con la scusa che avevo un visto turistico e una tessera stampa (regolarmente rilasciate dal governo portoghese), però la polizia politica mi stava aspettando e quando presi contatto con i militari mi misero sul primo aereo utile per tornare a casa che per mia fortuna partiva dopo una settimana e così riuscì a fare qualche foto tanto da ripagarmi il biglietto d’aereo.

Primo giorno di guerraPrimo giorno di guerra

Ma la mia vera avventura bellica è iniziata nell’Ottobre del 1968 con il Vietnam. Racimolati i soliti prestiti materni e arrivai a Saigon con 3 macchine fotografiche e una quasi vera lettera d’accredito. Mi presentai al centro per la stampa del MACV (military assistance command vietnam) per l’accredito e qui con mia sorpresa mi diedero un pacco di moduli da compilare, compreso uno in cui dovevo barrare delle caselle e che riguardava come volevo che venisse rimpatriata la salma (scelsi imbalsamata e mandata a chi mi stava antipatico, ovviamente a me non sarebbe successo). Compilato e firmato il tutto, mi rilasciarono 4 bellissimi tesserini plastificati che servivano come: tessera stampa, carta d’identità, tessera per i trasporti militari e tessera per il PX che era lo spaccio delle forze USA dove potevo comperare esattamente tutto quello che vendevano da New York a Los Angeles. Mi accompagnarono insieme ad altri 3 fotografi a comperare le divise, calze e scarponi da giungla, alla fine di tutto ero pronto per la guerra.

Primo giorno di guerraPrimo giorno di guerra

Il giorno dopo, con anche gli altri tre nuovi arrivati, tornammo al MACV e come in una organizzata agenzia turistica ci illustrarono cosa e dove succedeva e qui potemmo scegliere dove e con chi andare (Army, Marines, US Air Force, Navy). Io scelsi di andare con la mitica cavalleria elitrasportata che conduceva operazioni nel Delta del Mekong.
Detto fatto nel giro di un’ora il mio tour e trasporto è organizzato e parto.
Ero riuscito a realizzare il mio sogno: essere un vero fotografo di guerra, mancavano solo le foto! Venni aggregato ad un plotone, ci divisero in 10 uomini per elicottero e via!, prossimo stop una piccola piazzola tra le risaie e la giungla, una volta sbarcati l’unico rumore a basso volume era la radio che gracchiava in un linguaggio militare fatto solo di sigle, mi diedero un posto nella colonna e iniziammo ad inoltrarci nella giungla: fantastico incominciai a scattare a destra, sinistra, di fronte e dietro, andavo alla grande fino a che passando sotto una grossa foglia non venni assalito da una pattuglia di formiche rosse che velocissime s’infilarono dal colletto e andarono giù dappertutto. Fortunatamente il cavalleggero dietro di me vide la situazione e intervenne. Mi fece spogliare nudo, come la mamma che era a Milano mi ha fatto, e cacciò via le formiche che se ne andarono lasciandomi qualche decina di morsicature. Beh, finalmente la mia guerra era iniziata.

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                             guido@guidoalbertorossi.com
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