Ignorato giocoforza il carnevale tradizionale...eccone uno originale molto godevole
Mascherate d Inverno
di Stefano Torrione
Ho da sempre fotografato il carnevale o meglio le mascherate d’inverno, senza per la verità saperne il perché. Fotografie d’istinto potremmo definirle, che assomigliano alle risposte che le maschere stesse danno sul carnevale: “ non sappiamo perché lo facciamo si è sempre fatto così”.
Anche io ho sempre fatto così. Mi sono addentrato in valli sconosciute mischiandomi ogni volta al turbinio festante come se fossi anche io una maschera, una parte del tutto. Mascherate alpine per l’appunto. Non amo i carnevali storici, ricostruzioni da copione di eventi della storia, non amo i carnevali “moderni” quelli con riferimenti al contemporaneo.
Amo i riti alpini, le mascherate che scendono dalle valli di montagna perché sanno di arcaico, di primitivo e di tribale.
Ho incontrato maschere di legno scolpite o di pezza dipinta, così come visi sporcati di nero carbone o di rosso sangue, ho visto costumi di pelle animale e sentito cinturoni di campanacci transumanti, ho ammirato figure dalle movenze e dai passi ancestrali riconducibili ad un mondo inesistente, probabilmente appartenenti a quel “mondo alla rovescia” di cui parlano gli antropologi.
Gli studiosi confermano che le maschere hanno origini infernali, che segnano la ritualità del passaggio delle stagioni, sprigionando il dualismo della nascita/morte, del bello/brutto, buono/cattivo e del vecchio/giovane.
La rituale visita che i cortei di maschere fanno alle case del villaggio, la pantomima dei falsi sposi così come il complesso di gesti agropastorali quali l’aratura e la semina, spiegano gli antropologi, fanno parte di un grande affresco cerimoniale che abbraccia il calendario contadino dalla festa di Ognissanti al Carnevale passando per l’Avvento e il Capodanno.
Io sfioro tutto questo sapere antico con le mie macchine fotografiche e mi lascio trascinare dai ritmi e dalle tensioni spontanee delle mascherate che stravolgono la quieta vita dei villaggi di montagna e che nello stesso tempo ri-affermano (nel caso ce ne fosse bisogno) l’autentica identità culturale dei montanari a fronte appunto di chi vive nelle pianure e nelle città.
Ora ho raccolto il meglio di tutte (e sono tante) le fotografie delle 54 (!) mascherate alpine che ho visitato in 10 anni in un libro che si intitola Spiriti d’Inverno che si può trovare in alcune librerie e sul mio sito: http://www.stefanotorrione.com/portfolio_page/spiriti-dinverno/.
In questo anno in cui le norme anti covid vietano le uscite delle maschere Spiriti d’Inverno è ancora più importante!
www.stefanotorrione.com stefano@stefanotorrione.com