#278 - 21 gennaio 2021
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Di borgo in borgo

Con la pandemia, il cambio di rotta nelle abitudini conduce a rivedere alcuni schemi di vita,
smart working, didattica a distanza, l'invito a evitare assembramenti ci portano a pensare
che qualcosa vada modificato, che l'organizzazione della città debba cambiare.
Il lockdown ha aperto nuovi scenari e si inizia a pensare che vivere nella natura non sia più una chimera.

Borghi e citta'

Alleanza possibile

di Patrizia Maglioni

Il paesaggio della nostra Penisola è tra quelli più profondamente plasmati dalla storia. Un ambiente fisico originario ricco di contesti profondamente diversi tra loro: monti, coste, pianure che propongono tante varietà ambientali, non sempre di facile vivibilità. Tutto questo, però, ha accolto una vicenda storica tra le più ricche di civiltà e di cultura. In Italia i popoli che nei millenni si sono succeduti hanno saputo modellare un insieme di scenari, di ecosistemi in grado di suscitare intensa ammirazione.

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Un equilibrio poliedrico che ha iniziato a vacillare a partire dalla metà del secolo scorso, con l’esodo dai piccoli borghi alle città, dalle zone rurali ai grandi centri urbani. Nelle città infatti è più facile trovare le condizioni di opportunità, il capitale sociale, l’apertura che consente di innovare o perlomeno la libertà di provarci. Nel 1962 l’inglese Buchanan dimostrò l’efficienza di una città immaginando tre livelli: uno superiore tutto pedonale, uno inferiore per il trasporto veicolare pubblico e privato, il terzo, più basso, per la sosta delle auto. Esempio di questa realizzazione: il quartiere La Defense di Parigi.
Ora però quasi tutte le città hanno concentrazioni di popolazione e di flussi sistemici, congestioni di persone e di mezzi, ingorghi e sovrabbondanze tali da comprometterne la stessa vivibilità.

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Sono i piccoli borghi a offrire una dimensione più umana ed esperienze che portano residenti e visitatori a prendersi cura del territorio, a ritmi più lenti, confacenti. E se è vero che il dibattito sul ruolo dei borghi è stato avviato sulla scia dell’emergenza, è altrettanto vero che piccolissimi centri dimenticati stanno riacquistando nuova linfa: l’impensabile sta diventando possibile dimostrando altresì che il lavoro, se sostenuto dalla tecnologia, può essere svolto anche a distanza. In questo senso molti sono i progetti di giovani creativi e start up innovative, pronti a rivitalizzare borghi dormienti da moltissimi anni. In seguito alla pandemia nel Regno Unito si prevede l’abbandono delle aree più densamente popolate a favore dei borghi rurali e c’è da chiedersi in quale misura questo fenomeno interesserà anche il nostro Paese.

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Lungo lo Stivale il 72 per cento dei nostri comuni conta meno di 5mila abitanti e si stima che almeno un migliaio di essi abbiano difficoltà di ricezione telefonica e che alcuni milioni di italiani vedano a fatica i canali Rai.
La connessione dati è ormai imprescindibile e questa esperienza pandemica ci invita (sarebbe meglio dire ci sollecita) a tener conto delle tecnologie. In quest’ottica occorre ripensare le aree minori coinvolgendo il tessuto delle imprese, dell’artigianato, del turismo.
Oggi i borghi a rischio spopolamento agroalimentare sparsi su due terzi del territorio peninsulare sono quasi 6mila: luoghi talvolta poco conosciuti, ma bellissimi e desiderosi di rinascere, microaree ricche di un immenso patrimonio naturalistico, agricolo, culturale. Ma in molti borghi mancano i servizi di base - scuole, sanità, banda larga – e occorre migliorare l’accessibilità e la mobilità tra territori: è da qui che si deve partire con nuova progettualità, infrastrutture, investimenti. Una delle azioni dirimenti è l’aumento della coesione tra aree metropolitane, piccoli centri e borghi creando legami sempre più forti ed efficaci nella reciprocità. La chiave sta nel trovare soluzioni condivise ad una molteplicità di temi che s’incrociano tra loro. Se, ad esempio, le aree metropolitane adottassero questi centri sostenendoli con vantaggi fiscali ed incentivi, quale sarebbe il risultato?

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E poi va detto: non può esserci competitività se non viene accelerato il Piano per la banda ultralarga (Bul), oggi davvero troppo lento. Il Piano Bul dovrebbe incedere velocemente visto che il divario digitale territoriale, oggi assai ampio, nonché la mancanza di competenze e di accesso al digitale sono criticità, seppure diverse, convergenti. Avere infrastrutture adeguate consentirebbe alla Pubblica amministrazione e alle imprese sui territori alpini e appenninici di approntare nuovi servizi, di essere efficacemente smart, adottando soluzioni intelligenti. I divari sono tanti e riguardano anche l’accesso alla telefonia mobile: nodi complessi ma risolvibili con un piano di rilancio volto a promuovere un sistema decentralizzato, fondamentale per uno stile di vita più sostenibile. Su questo sfondo, il Politecnico di Milano e il team dell’architetto Stefano Boeri sono stati antesignani aprendo una collaborazione con il Touring Club per capire se possono essere fatti progetti pilota.

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“Ragioniamo - dice Boeri in un’intervista - su situazioni a massimo 60 chilometri da un centro urbano o da un aeroporto. Nel dettaglio stiamo studiando la situazione specifica in Val Trebbia, dove per piccoli centri in fase di abbandono si potrebbero siglare contratti di reciprocità con la vicina Milano. Il tema è stabilire un contratto di collaborazione tra grandi città e borghi storici per trovare nuovi equilibri. Il modello è francese, applicato per esempio a Brest. Un modo per delocalizzare la vita urbana per periodi più ampi del weekend e diluire le presenze negli uffici in città”. Tante le idee, tanti gli impegni anche da parte del Mibact che ha recentemente lanciato un bando per varie azioni: realizzazione di percorsi ciclabili o pedonali per la connessione e la fruizione dei luoghi di interesse turistico-culturale (musei, monumenti, siti Unesco, biblioteche, aree archeologiche e altre attrattive culturali, religiose, artistiche, ecc.). Erogazione dei servizi di informazione e comunicazione per l’accoglienza (info point, visitor center), volti a favorire la fruizione del patrimonio culturale tangibile e intangibile, anche attraverso tecnologie avanzate e strumenti innovativi (prodotti editoriali e multimediali, portali informativi, pannelli interattivi, audioguide, realtà aumentata).
Valorizzazione e ampliamento dell’offerta culturale, attraverso la realizzazione di attività e servizi artistici (installazioni, videoproiezioni, digital art, land art), in luoghi potenzialmente interessanti sotto il profilo turistico; realizzazione di itinerari culturali, tematici, percorsi storici e visite guidate, anche attraverso il restauro e l’apertura al pubblico di siti.

Borghi e citta'Borghi e citta'

I piccoli centri sono spesso gioielli di architettura e cultura, che custodiscono chiese, castelli medievali e piccole botteghe artigiane. Identità, saperi e mestieri danno vita a patrimoni materiali e immateriali unici al mondo. Non è un caso che molti borghi italiani siano patrimonio Unesco o che associazioni come I Borghi più belli d’Italia si dedichino alla loro tutela e valorizzazione. Ma del dibattito fanno parte integrante anche il recupero edilizio, l’adeguamento antisismico, la riqualificazione del patrimonio storico artistico. Grande attenzione va dedicata alla ricostruzione dei piccoli comuni colpiti dal terremoto di alcuni anni fa per continuare a tenere alta l’attenzione sulle problematiche conseguenti al sisma. Una vera e propria urgenza, non più procrastinabile, riferita al patrimonio pubblico e privato. Diventano dunque centrali il binomio innovazione e tradizione, la sostenibilità, l’autenticità e la qualità della vita. Nei piccoli centri l’acquisto e l’affitto di abitazioni sono più economici rispetto alla città, un dato interessante che potrebbe favorire un processo di rinascita se accompagnato dalla rigenerazione energetica degli edifici e da servizi di ultima generazione in grado di prevenire sprechi e salvaguardare risorse.

Borghi e citta'Borghi e citta'

“Dobbiamo imparare a vivere in modo diverso le città - dice Boeri. Città che vivono come insieme di borghi, come insieme di luoghi in cui il cittadino ha a disposizione tutti i servizi in un circuito di vita di quindici-venti minuti. Ecco, questa è un’immagine molto forte che ci racconta bene di come oggi la straordinaria qualità dei borghi storici italiani, in gran parte abbandonati, potrebbe diventare un’opportunità straordinaria, se pensiamo anche a come i tempi di vita cambieranno con il telelavoro.
In questo periodo c’è stata una alfabetizzazione eccezionale, abbiamo scoperto che si può lavorare da casa, e allora io penso che molti potrebbero scegliere, come alternativa alla città, di andare a vivere in questi borghi, per riabitarli, perché per secoli erano essi la città, erano essi che presidiavano ampi spazi di paesaggio”. I borghi, così, tornerebbero ad essere comunità dando ai giovani l’opportunità di dar corso a nuove progettualità come ad antichi mestieri, e agli anziani la possibilità di condividere nuove forme di socialità e di cittadinanza attiva.

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