#271 - 3 ottobre 2020
AAAAAATTENZIONE - Cari lettori, questo numero del giornale - ultimo per il 2025 - ci accomapgnerà fino a NATALE e le Festività del VECCHIO ANNO. Allo scoccare della mezzanotte del 31 DICEMBRE con il Brindisi del NUOVO ANNO, andrà in rete il nuovo numero 370: GIOVEDI 1° GENNAIO 2026 - CORDIALI AUGURI DI BUON NATALE BUON ANNO e BUONA LETTURA - ORA PER TUTTI un po' di HUMOUR - E' da ubriachi che si affrontano le migliori conversazioni - Una mente come la tua à affascinante per il mio lavoro - sei psicologo? - No architetto, mi affascinano gli spazi vuoti. - Il mio carrozziere ha detto che fate bene ad usare WathsApp mentre guidate - Recenti studi hanno dimostrato che le donne che ingrassano vivono più a lungo degli uomini che glielo fanno notare - al principio era il nulla...poi qualcosa è andato storto - una volta ero gentile con tutti, poi sono guarito.
Ambiente

Responsabilità di tecnici, imprese, amministrazioni pubbliche

I paesaggi del futuro

Una malintesa modernità non mortifichi e non distrugga

l'irripetibile bellezza urbana e paesaggistica

che connota secoli di vita di lavoro e di armonia

I paesaggi del futuroI paesaggi del futuro

I paesaggi del futuro

Aspetti rilevanti nel disegno del paesaggio, nel passato sapientemente complementari: il Partenone, che 2500 anni fa i Greci eressero in cima ad un colle coperto di rigogliosi olivi; il Castel dell’ovo, costruito sopra un pittoresco scoglio in mezzo al mare di Napoli; i Conventi Medievali, enormi articolate, ma eteree fabbriche inserite nel verde dei nostri colli appenninici. Ma anche nei dettagli del paesaggio urbano, là dove più determinante è stata la mano dell’uomo, utili oggetti di arredo si sono fusi mirabilmente con la qualità architettonica di luoghi, piazze e vie cittadine: le fontane, le lampade in ghisa dell’illuminazione pubblica, le cancellate dei parchi, le panchine in pietra, il disegno delle pavimentazioni...

I paesaggi del futuroI paesaggi del futuro

Ai giorni nostri - scrive Lello Ruggiero - la ricerca di nuove fonti energetiche per mutamenti climatici, la necessità di ridurre le emissioni inquinanti nelle città, hanno spinto la tecnologia a ideare oggetti completamente nuovi, che stanno turbando vecchie, consolidate, caratteristiche realtà paesaggistiche: enormi pale eoliche sparpagliate sulle colline e in mare, rifrangenti dei pannelli solari sparsi sui tetti, condizionatori d’aria sospesi sulle facciate degli edifici, rumorosi e sgocciolanti sulla testa dei passanti o sulla biancheria stesa ad asciugare, catene di boe galleggianti ... Il tutto con burocrazia ed una legislazione contorta punitiva e sempre in ritardo sui tempi, e una produzione industriale, giustamente indirizzata verso tematiche nuove ed essenziali, ma poco sollecita alla tutela dell’ambiente, sia esso naturale che sapientemente modellato dall’uomo.
Conclusione: Imprese e tecnici devono saper progettare e produrre nuovi manufatti artistici e nuovi paesaggi, le Pubbliche Amministrazioni devono sburocratizzare e velocizzare le procedure.

I paesaggi del futuro

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