#264 - 30 maggio 2020
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Cultura e Società

Meraviglie d’Italia sul Sentiero: la transumanza e i tratturi in Molise

Abruzzo Molise Puglia

Transumanza e Tratturi

La transumanza è un'antichissima tradizione di migrazione stagionale del bestiame dai pascoli di montagna a quelli di pianura e viceversa. Riconoscimento Unesco che unisce tutta l’Italia.
Da Amatrice nel Lazio, al Molise. Dal Trentino, al tavoliere pugliese. Coinvolgendo anche Campania, Basilicata, Abruzzo, Umbria e Lombardia.
In realtà il riconoscimento coinvolge anche Grecia e Austria.

Transumanza e Tratturi

In particolare in Molise i tratturi della transumanza sono ben conservati. Qui spesso coincidono con il tracciato del Sentiero Italia CAI. Il cammino dunque interseca percorsi che raccontano la storia di tre regioni attraverso più di un millennio.
“In Molise i tratturi sono conservati un po’ meglio rispetto ad altre regioni”, racconta Mauro di Muzio del Cai Molise. Elenca le tappe in cui in parte i percorsi del Sentiero Italia CAI nella sua terra coincidono con tratturi: “Una di queste tappe è San Pietro Avellana-Rivisondoli – racconta Mauro Di Muzio -. In vari punti qui si interseca il tratturo Celano-Foggia. Un’altra tappa interessata è Isernia-Pescolanciano. Qui si interseca il tratturo Pescasseroli-Candela. Anche il tratto Campitello Matese-Bojano segue un antico percorso ben conservato largo 110 metri. Al confine tra Molise e Puglia c’è la così detta bretella della transumanza che va verso il tavoliere”. Questa parte del Sentiero è stata percorsa a settembre durante un’intersezionale del Cai Campobasso e del Cai Puglia nella tappa San Marco La Catola – Tufara.

“Questi tratturi – racconta Mauri Di Muzio – sono un bene importante dal punto di vista storico per più regioni. La transumanza che avveniva lungo questi sentieri coinvolgeva Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata. Oggi la statale 17 decantata da Guccini e la statale 16 in parte ricalcano proprio antichi tratturi”.
“La filosofia del camminare per conoscere – continua il socio molisano – e immergersi nel territorio, trova nella tratta molisana la massima espressione. Si attraversano strade bimillenarie, importanti per conoscere la storia, la cultura e l’economia di queste terre. Per esempio il tratturo passava per l’antica Saepinum e tutt’ora attraversa questo antico parco archeologico”.

Transumanza e Tratturi

Cosa resterà di questa transumanza… Il professor Fabio Pilla, docente di zootecnica dell’Università del Molise , spiega: “I tratturi non se la passano bene nemmeno in Molise. Senza il pascolo non possono sopravvivere, la manutenzione di queste larghe strade era fatta attraverso l’utilizzazione zootecnica. La transumanza dell’immaginario collettivo non esiste più. Su alcuni pezzi più piccoli troviamo alcuni allevatori che continuano a farla, come un’azienda di bovini nel tratto che va da Marco in Lamis al Frosolone. Una scelta interessante, anche se la transumanza su queste vie riguardava principalmente gli ovini. In particolare le pecore dalla lana pregiata portate dagli Aragonesi, quelle di razza Merinos, chiamate Gentile di Puglia o Spagnola. Insieme a un pastore e alle sue pecore abbiamo provato a organizzare lungo il tratturo Pescasseroli-Candela un evento di ‘turismo esperienziale’. Ripercorrere i cammini della transumanza con un gregge”.

“La transumanza è stata un fenomeno economico importante – continua l’esperto -. Alcune famiglie di paesi interni del Molise e dell’Abruzzo si sono anche arricchite. Ha avuto conseguenze culturali. Ha prodotto comunicazione tra territori lontani. Oggi sono tanti i cognomi, i cibi, le espressioni dialettali che uniscono queste terre. Si creavano rapporti perché i pastori spesso venivano ospitati nelle medesime case durante il loro passaggio e ricompensavano l’ospitalità al loro ritorno”.

Transumanza e Tratturi

La storia
Il professor Saverio Russo, docente di Storia Moderna all’Università di Foggia, auspica che ci sia maggiore attenzione nei confronti della salvaguardia dei beni che raccontano questa storia: “C’è stata nei confronti della transumanza una damnatio memoriae. È una parte di storia che non si può dimenticare. Oltre alle testimonianze archivistiche, è importante quindi conservare le tracce fisiche che sono fatte non solo di tracciati, ma anche degli antichi edifici che si incontravano lungo i tratturi”.
Il professore però è equilibrato e vuole anche mettere in guardia da visioni troppo idilliache del passato: “Era un’attività che comportava sacrifici e molte fatiche. Comportava anche conflitti. Alcuni economisti e storici hanno sostenuto che la transumanza ha immobilizzato l’economia locale pugliese. Il che può solo in parte essere vero. Il contesto economico e ambientale non è detto che avrebbe favorito uno sviluppo diverso”. Una storia lunghissima: “Probabilmente il fenomeno ha radici preromane – dice il professore -. Sicuramente abbiamo testimonianze in epoca romana. Abbiamo per esempio le epigrafi sulla porta dell’antica Sepino”. “I tratturi – spiega Russo – su cui si svolgeva la transumanza, erano larghe vie pastorali di proprietà pubblica, manutenute attentamente per permettere il passaggio del bestiame. Spesso queste vie erano usate anche per i servizi postali, lo spostamento delle persone o il commercio, che avveniva invece principalmente via mare, quando era possibile”. La transumanza è stata oggetto di norme dal pubblico potere: “Quando venne istituita la Dogana – continua il docente -, gli Aragonesi resero obbligatoria la transumanza per chi possedeva più di venti capi di razza ‘gentile’, incrociato con le merinos. Si voleva aumentare la produzione per potenziare il settore industriale della lana del Regno”.

Transumanza e Tratturi

Strumento importante per la transumanza era la Dogana per la Mena delle Pecore di Foggia. “Attraverso la Dogana venivano vincolate a pascolo le terre che già lo erano”, spiega lo storico.
La transumanza entra in crisi già nel 1806. “Durante il governo napoleonico c’è la prima liberalizzazione – prosegue Russo -. Le terre vengono concesse a censuari, superando i vincoli precedentemente imposti nel ‘Tavoliere fiscale’. Si chiamava così l’area, compresa nella provincia di Capitanata ed in parte di quella di Basilicata e Terra di Bari, dove si trovavano i pascoli, di proprietà statale, comunale, ecclesiastica e privata, soggetti alla Dogana ed utilizzati per la transumanza”. Poi i vincoli vennero ripristinati nella fase successiva al periodo napoleonico fino al 1865, ma non durò molto: “Con l’unità d’Italia si impone l’affrancazione dei canoni da parte dei censuari. Questi furono obbligati a riscattare il censo, con la possibilità di godere della libertà d’uso della terra”.
Arriva poi un altro fattore a determinare la fine di questo mondo: “La crisi della transumanza non è legata solo alla fine dei vincoli, ma anche alla concorrenza delle lane dall’emisfero australe che aveva determinato il crollo dei prezzi.
Dopo la Seconda guerra mondiale e fino agli anni ’70 del Novecento resisteva una declinante transumanza che però aveva cambiato profondamente pelle, con il bestiame che veniva spostato soprattutto con i camion”.

Transumanza e Tratturi

AAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo giornale no-profit è realizzato da un gruppo di amici che volontariamente sentono la necessità di rendere noti i fatti, gli avvenimenti, le circostanze, i luoghi... riferiti alla natura e all'ambiente, alle arti, agli animali, alla solidarietà tra singoli e le comunità, a tutte le attualità... in specie quelle trascurate, sottovalutate o ignorate dalla grande stampa. Il giornale non contiene pubblicità e non riceve finanziamenti; nessuno dei collaboratori percepisce compensi per le prestazioni frutto di volontariato. Le opinioni espressi negli articoli appartengono ai singoli autori, dei quali si rispetta la libertà di giudizio (e di pensiero) lasciandoli responsabili dei loro scritti. Le foto utilizzate sono in parte tratte da FB o Internet ritenute libere; se portatrici di diritti saranno rimosse immediatamente su richiesta dell'autore.