L'incanto delle Dolomiti
Vette indimenticabili
l'abile e minuziosa pittura di Filippo Parodi
Ancora una volta, gli instancabili pennelli di Filippo Parodi hanno adagiato sulla tela forme e colori delle amate dolomiti...ogni volta imprevedibili per la capacità di ammaliare e trascinare nel vortice delle infinita bellezza, complice il pittore, che accompagna le sue immagini con suadenti didascalie.
Dentro il Sassolungo. - (50x36)La neve ha dipinto di bianco le cime accentuando il contrasto tra pieni e vuoti. La nebbia ha contornato la verticalità delle crode. Si prepara un temporale e il cielo grigio ferro mette in risalto le cime bianche. Un ultimo raggio di sole ha dipinto le pareti risvegliando caldi colori di brace sopita. La montagna è più severa quando il cielo organizza una bufera di neve ma è bello, stando al riparo nel rifugio accogliente seguire,come in un film, l'evoluzione del tempo.
La montagna di sera, tanti piani di luce e la notte ha nascosto I colori. - (50x36) La neve trattiene un po' di luce e sembra un proscenio di un teatro nostalgico in bianco e nero.Il piano di neve ha lingue sottili che paiono artigli sospesi sull'abisso. Un campionario di grigi si alterna nello spazio scenico a disegnare valli e cime lontane, nuvole basse o ricci di grigio fumo annidati nel cielo corrusco di buio.
E' sera inoltrata in montagna, l'ambasciatore della notte ha mangiato I colori.(50x36) – Il sole è andato via da tempo lasciando alle nuvole basse l'ultimo residuo di luce. Contro il cielo grigio si stagliano profili seghettati di cime, ora più vicini, ora lontani e sfocati. In primo piano un becco scuro lambito da un ciuffo più chiaro di nuvola sfrangiata.C'è un'atmosfera di nostalgia e di tristezza a causa del furto dei colori ma anche un'idea di spazio infinito che si prova davanti al quadro grandioso che solo la montagna sa regalare.
Le Fermede e le Odle in un tramonto dorato dopo una breve nevicata (36x50) - Colori così caldi che quasi sciolgono la neve e sicuramente regalano velature dorate . Il pianoro che stiamo percorrendo porta al rifugio che d'inverno è chiuso ma dona agli ospiti visioni particolari delle Odle, rese più allegre da chiazze di bianco che ammantano I ghiaioni e le balze scoscese. Il versante che volge a mezzogiorno sembra un castello incantato con torri che disegnano strapiombi quasi verticali e dietro si affaccia un altro maniero avvolto da una nebbiolina di mistero: sono le magiche Odle.
Le Piccole Pale guardano con invidia la grande Pala di S. Martino. - (36x50) – Come denti di una sega megalitica si alzano davanti alla grande Pala le cime Immink, Pradidali e di Ball, ognuna con il suo profilo, portato con grande autostima e sussiego. Ciascuna cima sembra anelare ad una quota che ne valorizzi l'importanza. “Bastano pochimetri di differenza per attirare scalatori e trovare il proprio nome sulle riviste specializzate”. Si lamenta la cima Val di Roda. “Ma non è l'altezza che conta, guardate il Campanil Basso!” Tuona il Sass Maor e a lui plaude la Cima della Madonna con il suo Velo ardito. Da nord si intrecciano commenti e prese di posizione, poi interviene il Cimon della Pala e regalmente interrompe la discussione perchè sa di possedere entrambi I primati anche se La Vezzana...un primato glielo ha soffiato!
La Grande Pala di Martino. - Le dolomiti di San Martino si elevano su antichi atolli di una laguna del triassico, rappresentano montagne di fantastiche forme architettoniche poggiate su scogliere fossili ancora integre. L'altipiano della Fradusta è una superficie originaria della scogliera dolomitica dalla quale si innalzano sottili guglie e possenti pale,crode e campanili . Muoversi lungo I sentieri che portano ai rifugi permette di godere di panorami mozzafiato, arrampicarsi sulle pareti,magari con l'aiuto di qualche ferrata da la sensazione di volare alti superando profondi abissi e salti di migliaia di metri. Davanti alla Pala, illuminata dal sole morente, si indulge a un breve riposo per ammirarla e prender un piccolo schizzo dal vero. Anche la crode che formano un anello di punte come una corona, sembrano inchinarsi davanti alla regale, dorata distesa verticale. Passare qualche giorno sulle Pale consente di scoprire sempre nuove emozioni, si cammina in un bosco di cime altezzose e superbe, ciascuna rivendica il suo profilo e dall'alto osserva quei piccoli uomini che arrancano lungo impervi ghiaioni o ripide cenge strapiombanti. E' un mondo fatato che va capito e affrontato con molta umiltà e buona preparazione fisica per evitare I pericoli che ci sono e che la variabilità meteorologica tende spesso a esaltare. Le Pale costituiscono una barriera alle nuvole che vengono da ovest e spesso a San Martino paese piove e sull'altipiano brilla il sole; ma quando le masse d'acqua volanti riescono a superare l'ostacolo si tuffano veloci sull'altipiano della Fradusta, trasformano e nascondono, rendendo difficile quella che doveva essere una facile camminata di trasferimento.