#257 - 22 febbraio 2020
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Arte

Rei: sulle orme dei Manga e Corto Maltese... evidenti le dichiarate influenze
a partire da quelle dei volti di Francis Bacon e delle figure di Egon Schiele

Roma - Fondazione Crocetti

Warudo

Rei (Alessandro Vitale)
opere dal 2004 al 2020

WarudoWarudo

Il Museo Venanzo Crocetti presenta - fino al 29 febbraio - Warudo, mostra di esordio dell’artista Rei, a cura di Lorenzo Canova e con un catalogo edito da Gangemi Editore.

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Un segno scuro e potente che scava le forme per estrarne la luce segreta, l’incontro e la lotta tra il nero e gli altri colori da cui scaturisce lo splendore delle cose e dei volti, evocazioni e culture che si sovrappongono e si fondono in un ciclo coerente di opere: la mostra di esordio di Rei si presenta come un mosaico vitale di suggestioni e di riferimenti legati da una pittura che riesce a unire la sua decisa componente disegnativa a un’intensa ricerca cromatica.

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Le indagini di Rei - scrive il critico Lorenzo Canova - si concentrano infatti su pochi elementi primari e basilari: i volti e la natura, gli sguardi e i fiori che nel suo lavoro assumono una presenza lucente e misteriosa proprio grazie alla sua capacità di usare il disegno per comporre la struttura dei dipinti con una rigorosa e nitida qualità visionaria, in un pensiero costruttivo che riesce a coniugare una severa analisi del colore a un tagliente elemento grafico.

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L’opera di Rei nasce dunque da una felice combinazione di riferimenti e di omaggi che il pittore riesce però a declinare in modo del tutto personale, creando una struttura in cui le culture si incontrano in quella ricombinazione dei livelli che è uno dei tratti salienti del nostro presente.

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L’artista, come moltissimi altri autori in tutto il mondo, non nasconde difatti il suo amore per il cinema e per il mondo articolato dei fumetti, degli anime giapponesi e dei comics americani, ma riesce ad esaltarlo in quadri dove i Manga incontrano la Marvel, Blade Runner e Corto Maltese. Nella pittura di Rei sono del resto evidenti anche le dichiarate influenze della storia dell’arte, a partire da quelle dei volti di Francis Bacon e delle figure di Egon Schiele, che, non a caso, è un pittore amato e citato da molti grandi fumettisti e illustratori.

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I ritratti vengono quindi eseguiti attraverso un metodo che ricorda la composizione digitale delle immagini, mediante una geometrizzazione in cui ogni viso viene sfaccettato e rielaborato come se dovesse poi essere trasformato in una scultura o in un oggetto plastico in 3D.
I quadri di Rei hanno allora la capacità di tendere a un magico, personale e minuzioso realismo, che però viene messo in crisi e contraddetto dalla loro atmosfera enigmatica che sembra rappresentare un universo di sintesi concepito in laboratorio.

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Le margherite, i papaveri e i fiori di campo dipinti da Rei mutano così il loro codice genetico, mostrandosi come apparizioni solenni che sorgono dal basso verso l’alto, come le nuove architetture di uno spazio ideato dal pensiero e dalla mano di un’artista, di una terra rinnovata che rivela la sua essenza segreta, sospesa tra la lirica vibrazione di una natura fragile e precaria e l’impero delle luci dominato dai raggi metallici di un sole artificiale. Alessandro Vitale, in arte Rei, nasce a Roma nel 1977. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2004, considera punti di riferimento l’arte di Egon Schiele e di Francis Bacon. Ha sempre nutrito una grande passione per la cultura e l’arte del Giappone, Paese che visita abitualmente. Ha uno studio a Roma, dove vive e lavora.

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