#253 - 21 dicembre 2019
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di DOMENICA 31 AGOSTO quando lascerà  il posto al numero 366. - BUONE VACANZE A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Poesia

Il Calendario dell'Avvento di Oz

Le Antenate viventi

Mariangela Gualtieri per DoppioZero

Spesso vado solitaria per boschi e la potenza arcaica che respiro, la suggestione sempre più forte che mi viene dalle piante, mi innamora e mi convince di questa origine comune, di questo essere tenuta in vita da loro, dalla loro grazia respirante e fruttificante e rifiorente e accogliente.
I grandi antichi alberi, le vegetali intelligenze: ecco le antenate viventi.
Da quelle proveniamo, da quelle siamo tenuti nella vita.
Albere, le vorrei chiamare, prendendo da Pavese, con devozione e senza timore.

L’animale estatico

C’era un animale
a ripararsi dalla pioggia
sotto un grande abete –
… questo solo animale circolava estatico
oggi nel bosco. A differenza di tutti
gli innumerevoli altri nascosti

lui – ma una femmina era – lei allora
oggi stava fra altri molto
spaventati da lei – aggirandosi quieta

portava una preghiera
a tutte le piante:
“Sovrane intelligenti innamorate

custodi eccellenti donatrici di fiato
tutto il mio fiato da quando
è cominciato si è sprigionato

da voi alte frondose giganti
creature alberateâ€. E oggi dunque
l’animale estatico era proprio venuto

nel bosco a portare il suo grazie
un grazie cucito di tacite parole
e piuttosto crescente come ondata

che sale e gonfiando si spande
fino in alto alle cime più alte e giù
penetrante l’apice radicato di quelle

vegetali intelligenze. Che tutto da quelle
a lei era venuto – un ricolmo d’aria
di cibo che i cinquanta e più chili

di ossa e di carne addensati attorno
al suo nocciolo primo che tutto
il suo moto il passo camminato

il pensato e detto e agito
era ben potenziato da quelle
moltissime varissime e belle molto madri.

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