#251 - 16 novembre 2019
AAAAA ATTENZIONE questo numero rester in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascer il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore gi in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore superer l'amore per il potere, sia avr la pace (J. Hendrix)
Iniziative

2020: Anno Internazionale delle Lingue Indigene Il contributo dei missionari comboniani allo studio e alla preservazione delle lingue locali nella loro opera di annuncio del Vangelo

Roma - Lingue, Missione, Memoria Una mostra bibliografica divisa in sei sezioni: editoria storica, testi, foto, video che mostreremo nei numeri successivi del giornale accompagnandola fino al suo termine di esposizione

Terza parte - le lingue riconosciute

Dai Denka agli Ewe agli Shilluk

Presentate attraverso testi di missionari e studiosi

I Denka (o Dinka) sono una popolazione del Sudan del Sud.
Abitano nelle regioni di Bahr al Ghazai, Kordofan del sud, Jonglei e Alto Nilo. Si calcola che siano 1.5 milioni di persone, corrispondenti al 18% della popolazione totale del Sud Sudan.

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La loro economia si basa soprattutto sulla pastorizia e sull’agricoltura, in particolare la coltivazione del miglio sulle sponde del Nilo e altre varietà di graminacee che però possono essere coltivate solo durante la stagione piovosa.

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I Denka non sono guidati da nessuna autorità politica centralizzata ma da una fitta rete di clan.

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La loro lingua madre chiamata denka oppure thuongjang appartiene al gruppo delle lingue nilotiche, del ramo Nilotico degli idiomi Nilo-Sahariani.
Nella lingua denka il loro nome significa “Persone”. Essa viene scritta usando l’alfabeto latino al quale sono aggiunti altri caratteri.

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La maggior parte dei popoli Gbè attuali (di cui fanno parte gli Ewè, gli Ajà e i Gen) sono venuti dall’Est, diverse migrazioni si sono succedute tra il X ed il XV secolo.

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Verso la fine del XVIII secolo, molti che parlavano lingie gbè sono stati ridotti in schiavitù e portati nel Nuovo Mondo.

Ciò ha fatto si che le lingue gbè abbiano giocato un ruolo fondamentale nella creazione di molte lingue creole delle Antille.

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Le lingue gbè formano una ventina di lingue apparentate, che vengono parlate nella zona situata tra il Ghana orientale e l’Ovest della Nigeria. Il numero totale di coloro che parlano le varie lingiue gbè è stimato tra i quattro e gli otto milioni.

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La lingua più parlata è l’ewe (o èouè) (3 milioni che la parlano in Ghana e Togo), seguita da fon (1,7 milioni, principalmente in Benin). Le lingue gbè sono tradizionalmente collocate nel ramo Lingue kwa della famiglia linguistica delle lingue niger-kordofaniane, ma, più recentemente, sono state classificate tra le lingue Volta-Niger.

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Gli shilluk (o Scilluk), regione che ha come centro la città illuk) sono una popolazione del Sudan meridionale.
Si riferiscono a se stessi come Chollo.

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Occupano la zona del bacino del Sobat al Nilo bianco, regione che ha come centro la città di Malakal e vivono di agricoltura e allevamento.
Vengono inoltre praticate la caccia e la pesca Parlano una lingua appartenente alla famiglia nilo-sahariana.

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Nel 2002 la popolazione stimata era di circa 600.000 individui. Rappresentano il terzo gruppo etnico del Sudan.
Vivono in grandi vlllaggi di capanne coniche ed entrambi i sessi si dividono il lavoro agricolo.

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La struttura sociale tradizionale è organizzata in clan familiari raggruppati in popolazioni tra di loro confederate. Un re ereditario e divino (reth), scelto tra i figli del re precedente, rappresenta l’eroe Nyilang, grande cacciatore e primo re, e simboleggia l’intero popolo, mentre i villaggi sono retti da capi eletti.

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