#233 - 5 gennaio 2019
AAA ATTENZIONE - Questo numero rimarr in rete fino alla mezzanotte del 19 aprile, quando lascer il posto al numero 350. Ora MOTTI per TUTTI : - Finch ti morde un lupo, pazienza; quel che secca quando ti morde una pecora ( J.Joyce) - Lo sport l'unica cosa intelligente che possano fare gli imbecilli (M.Maccari) - L'amore ti fa fare cose pazze, io per esempio mi sono sposato (B.Sorrel) - Anche i giorni peggiori hanno il loro lato positivo: finiscono! (J.Mc Henry) - Un uomo intelligente a volte costretto a ubriacarsi per passare il tempo tra gli idioti (E.Hemingway) - Il giornalista colui che sa distinguere il vero dal falso e pubblica il falso (M. Twain) -
letteratura

Un numero speciale della rivista "Pepe Verde"

Museo dell'Educazione

di Francesca Borruso e Lorenzo Cantatore

Questo numero del “Pepeverde” (n. 77/2018) vuole essere uno strumento per varcare la soglia del MuSEd, il Museo della Scuola e dell’Educazione “Mauro Laeng” dell’Universita degli Studi Roma Tre.

Museo  dell'EducazioneMuseo  dell'Educazione

Grazie a un’idea generosa di Ermanno Detti, direttore di questa bella rivista, siamo riusciti a realizzare una sorta di guida ragionata che si sviluppa lungo alcuni dei contenuti piu significativi del MuSEd.
Non e stato facile selezionare argomenti e oggetti su cui indirizzare l’attenzione del lettore-visitatore, prima di tutto perchè ci troviamo di fronte ad una storia museale antica di quasi centocinquant’anni.
L’originario nucleo del MuSEd risale infatti al 1873-74, quando l’Italia postunitaria era particolarmente sensibile all’individuazione di politiche e strategie culturali utili a rafforzare l’ancora fragile identita nazionale.
Oggi il MuSEd, che afferisce, anche per gli aspetti giuridicoamministrativi, al Dipartimento di Scienze della Formazione di Roma Tre, attualmente diretto da Massimiliano Fiorucci, presenta al visitatore una facies composita ed eterogenea che a quella robusta base iniziale ha aggiunto materiali e scopi di studio e di ricerca, e quindi espositivi, di grande rilevanza storico-sociale.

Museo  dell'EducazioneMuseo  dell'Educazione

Il primo a promuovere questo mutamento della natura museale fu, nel 1986, Mauro Laeng, indimenticato pedagogista esperto di storia delle teorie pedagogiche e di tecnologie educative, cui oggi il MuSEd e dedicato, che volle rilanciare il nostro Museo sostenendo l’importanza della storicizzazione e della musealizzazione delle cose della scuola e dell’educazione (cui corrispondeva un’idea ampia ed elastica della didattica) anche in funzione dello sperimentalismo pedagogico contemporaneo, in una prospettiva che vede dialogare ininterrottamente teoria e prassi.

Museo  dell'EducazioneMuseo  dell'Educazione

Ecco perche, a partire da questo input, gli ultimi trent’anni di vita del MuSEd sono stati segnati da numerose acquisizioni di oggetti, arredi, opere d’arte, documentazione giuridico-legislativa, libri e riviste per bambini e ragazzi, di Francesca Borruso e Lorenzo Cantatore quaderni e manuali, periodici scientifici, carte d’archivio di personalità che, sia dall’alto che dal basso, hanno legato il loro nome alla vita educativa del nostro Paese, con particolare riguardo per Roma.
La Capitale è, infatti, sempre piu l’interlocutrice privilegiata dell’azione storiografica che svolge il MuSEd, con l’obbiettivo di diventare un punto di riferimento per il territorio e per le numerose tipologie di pubblico che da questo possono trovare interesse nelle sue stanze.
Non a caso oggi il MuSEd ha riconquistato gli spazi del centrale e antico edificio di piazza della Repubblica 10, che per decenni e stato chiamato “il Magistero”, roccaforte della pedagogia romana, quartier generale di Giuseppe Lombardo Radice prima e di Luigi Volpicelli poi.
Gia spazi termali in età imperiale, poi, dal XVI secolo, granai pontifici, quindi orfanotrofio femminile, quelle ampie cubature conservano tuttora una forte carica identitaria per il Dipartimento di Scienze della Formazione che ancora le occupa e che, a suo tempo, ha raccolto l’eredita della vecchia Facolta di Magistero della Sapienza, le cui origini risalivano al 1882 quando, sempre in quelle aule e camerate, aveva trovato stabile collocazione l’Istituto superiore di magistero femminile (vi insegnarono, fra gli altri, Giovanni Prati, Luigi Pirandello, Maria Montessori e Ugo Fleres), esperimento pedagogico difficile e innovativo, che apri definitivamente alle donne le porte della formazione universitaria.

Museo  dell'EducazioneMuseo  dell'Educazione

All’interno di questo contenitore suggestivo e prestigioso, oggi il MuSEd ci si presenta come una sorta di wunderkammer che avrebbe solleticato la passione intellettuale e collezionistica di Walter Benjamin. Un inesauribile serbatoio di immagini, ovvero di narrazioni di storia sociale e di ambizioni teoriche, di fonti materiali e di itinerari intellettuali, di sicuro impatto emotivo per il visitatore.
Ecco perche, come si evince anche dalle pagine che seguono, le potenzialita di sviluppo del MuSEd sono affidate sia alla sua obiettiva unicità come istituto di ricerca sia al suo modo di presentarsi come luogo del ricordo e dell’incanto, adatto a far presa su diverse generazioni di visitatori.

Museo  dell'EducazioneMuseo  dell'Educazione

Molti degli autori delle pagine di questo numero speciale del “Pepeverde”, alcuni dei quali fanno parte della redazione della rivista, sono anche membri del Consiglio direttivo del MuSEd: Francesca Borruso (vice-direttrice), Lorenzo Cantatore (direttore), Carmela Covato (ex-direttrice e membro onorario), Maura Di Giacin - to, Stefano Mastandrea, Antonella Poce, Filippo Sapuppo, Elena Zizioli. Francesca Gagliardo e da sempre responsabile del funzionamento quotidiano del MuSEd, Giovanna Alatri ne e la memoria storica. I colleghi ed amici Lavinia Bianchi, Luisella Dal Pra, Ornella Martini, Chiara Meta, Lara Ottocento, Paola Parlato, Alberto Quagliata, Alessandro Sanzo, Fabiana Scollo ci hanno donato il loro entusiasmo scrivendo intorno ad oggetti specifici del MuSEd. Per questo siamo loro molto grati.

Museo  dell'EducazioneMuseo  dell'Educazione

Anche i baedeker rientrano fra i prodotti editoriali tipici della comunicazione educativa, ce ne sono di straordinari veramente degni di costituire sezioni specifiche nei musei di storia dell’educazione.
Ecco, noi vorremmo che questo numero del “Pepeverde” fosse il primo passo verso la realizzazione di un baedeker organico e possibilmente completo del Museo della Scuola e dell’Educazione “Mauro Laeng”.

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