#225 - 1 settembre 2018
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Cultura e Società

1968 / 2018 - a cura di Andrea Avveduto, Maria Bocci, Pietro Bongiolatti,
Edoardo Bressan, Marta Busani, Francesco Magni, Luca Pesenti, Paolo Valvo

Meeting di Rimini

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Una mostra documentale per approfondire ad oggi il 1968

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La mostra è nata dal desiderio di un gruppo di studenti universitari – accompagnati da docenti e ricercatori e da insegnanti delle scuole secondarie – di approfondire un momento decisivo della storia del Novecento, il Sessantotto, che a distanza di cinquant’anni rischia di rimanere un «mito» fondativo della società contemporanea (negativo o positivo che sia), senza che se ne comprenda la reale portata storica.

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Il percorso della mostra ha inquadrato il Sessantotto all’interno dei profondi cambiamenti che hanno modificato l’Italia e la società occidentale negli anni Sessanta, a partire dal boom economico e dall’affermarsi del consumismo per arrivare alla contestazione studentesca di fine decennio. È un percorso segnato dall’istanza di autenticità rivendicata dai «giovani», che emergono forse per la prima volta come gruppo sociale autonomo. La mostra affronta poi gli esiti contraddittori della contestazione giovanile che, se porta al superamento di vecchie consuetudini a favore di nuove forme di libertà e di socialità, si risolverà però nel successo di quell’individualismo radicale che ispira la società odierna.

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«Ce n’est qu’un début», recitava uno degli slogan del «maggio francese». In effetti sono tanti i temi emersi nel Sessantotto che ancora oggi ci interpellano: il rapporto padri-figli, le relazioni tra giovani ed adulti, la dialettica fra tradizione e innovazione, la correlazione tra desiderio ed utopia e l’affermazione della soggettività in rapporto al tema dei diritti. È lecito, allora, chiedersi se l’attuale «cambiamento d’epoca» affondi le sue radici anche in quella sorta di «rivoluzione antropologica» che si è avviata negli anni Sessanta. La mostra proverà ad affrontare questi interrogativi, offrendo uno spazio quotidiano di incontro e di dialogo con protagonisti della società di allora e di oggi.

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Tanti sono i temi emersi nel Sessantotto che ancora oggi ci interpellano e ci spingono a chiedersi se l’attuale «cambiamento d’epoca» affondi le sue radici anche in quella sorta di «rivoluzione antropologica» che si è avviata negli anni Sessanta.

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