#223 - 21 luglio 2018
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterŕ  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerŕ  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, puň durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni piů importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchč (Mark Twain) "L'istruzione č l'arma piů potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non č un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchč i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltŕ  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensě nella capacitŕ  di assistere, accogliere, curare i piů deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltŕ  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo č un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminositŕ, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
letteratura

Una poetessa, scrittrice, pittrice, fotografa

Da portare in vacanza per diletto e per riflettere

Adriana Soares - Poesie

Una poderosa raccolta di versi in quattro volumi

di Dante Fasciolo

“Un tempo circolare,/ un flusso tra coscienza e incoscienza,/ motore portante di immagini inconsuete./ Apparentemente involontarie./ Vive sotto e sopra tutte le cose./ Un tempo sotto traccia./ Un’ossesione./ Il tempo sopravvive il futuro,/ alla fine stessa./ Un frammento sarebbe capace/ di restituire la sua potenza./ Tempo immobile, / scandite da un ticchettio, che fluisce nel terrore./ Che scandisce la nostra vita./ Un obiettivo di una macchina fotografica/ aperto per anni ,/ da li, / confluiranno gli avvenimenti,/ le emozioni che hanno caratterizzato questa vita,/ fondendoli in un’unica immagine,/ sfocata,/ confusa,/ smarrita.”

Adriana Soares - PoesieAdriana Soares - Poesie

Sono i versi della prima poesia del primo libro di Adriana Soares il cui titolo “Attese e ritorni” si avvale di una indicazione, “essere una fiamma dentro una bottiglia”, quasi un faro per illuminare un cammino che si avvia con “Il Tempo” , un gioco tra otturatore e diaframma che fotografa in continuità il nostro modo di essere quotidiano.

Questa narrazione, pagina dopo pagina, verso dopo verso, scandaglia umori e sentimenti, rivendica sofferenze sublimandole in speranze, getta il cuore oltre ogni confine del possibile, per testimoniare, infine, quella sintesi cercata e rincorsa allo spasimo della volontà di riaffermare il senso della vita…ecco allora “Voglio vivere”, gli ultimi versi del quarto libro di poesie della brasiliana naturalizzata romana:

Adriana Soares - PoesieAdriana Soares - Poesie

  • “Voglio vivere lentamente,/ con calma/ camminare col naso all’insĂą,/ guardare agli uccelli che volano,/ indovinare la loro provenienza,/ dove saranno diretti. / Voglio prendere distanza dai ritmi frenetici,/ compulsivi della nostra epoca./ Voglio seguire col dito/ il tragitto di una foglia/ che fluttua,/ che si sposta a destra,/ poi a sinistra,/ si ferma per un attimo/ per un istante/ infinito./ Dove si poserĂ ? / Magari sul fiume,/ si traformerĂ  in una zattera./ Si farĂ  trasportare dall’acqua,/ dal vento./ Ci si lascia sempre guidare… / io voglio decidere/ voglio essere acqua,/ vento./ Aspettare il tempo,/ esser tempo./ Un tempo ancestrale,/ senza tempo./ come un ammasso di tronchi millenari,/ di alberi./ Di grossi corpi umani/ in lotta contro la fragilitĂ  della vita./ Esser corpi martoriati da ferite della storia./ Amplificate dalla presenza di bende sporche,/ consumate./ Tempo sotto traccia,/ Inesplorato./ Metafisico”.

Come non sentire esplicita e forte la capacità di cogliere della Soares aspetti presenti nella condizione umana dei nostri giorni filtrata attraverso squarci di reminiscenza del passato storico e del vissuto che accompagna le caotiche nostre stagioni infelici… e come non credere all’anelito che il tempo possa volgere al meglio e dismettere le “bende sporche” con le quali oggi noi tutti avvolgiamo e nascondiamo le ferite inferte alla carne e allo spirito dell’uomo – antico e moderno, passato e presente - per un’alba rischiaratrice che viene puntuale ogni giorno a ricordarci un' eternità umana da ricostruire con le nostre mani e la volontà del pensiero.
Si! Un invito a ciascuno a recuperare la dimensione piĂą viva di una esistenza ascritta al memorandum della vita.

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