#110 - 10 novembre 2014
AAAAAATTENZIONE - Cari lettori, questo numero del giornale - ultimo per il 2025 - ci accomapgnerà fino a NATALE e le Festività del VECCHIO ANNO. Allo scoccare della mezzanotte del 31 DICEMBRE con il Brindisi del NUOVO ANNO, andrà in rete il nuovo numero 370: GIOVEDI 1° GENNAIO 2026 - CORDIALI AUGURI DI BUON NATALE BUON ANNO e BUONA LETTURA - ORA PER TUTTI un po' di HUMOUR - E' da ubriachi che si affrontano le migliori conversazioni - Una mente come la tua à affascinante per il mio lavoro - sei psicologo? - No architetto, mi affascinano gli spazi vuoti. - Il mio carrozziere ha detto che fate bene ad usare WathsApp mentre guidate - Recenti studi hanno dimostrato che le donne che ingrassano vivono più a lungo degli uomini che glielo fanno notare - al principio era il nulla...poi qualcosa è andato storto - una volta ero gentile con tutti, poi sono guarito.
Editoriale

Recita a soggetto

di Dante Fasciolo

Scrivo sotto naufragio:
grandine picchia contro i vetri, alberi piegano paurosamente,
tace il rumore delle auto, ma urla la furia della tempesta…
urlano le immagini che vedo scorrere sul televisore:
L’Italia frana, si allaga, perde fisionomia…
terreni e città sepolte da fango…
case crollano, disperazione e rabbia, rimbalzano responsabilità…
promesse a iosa, solidarietà vera di gente di buona volontà,
e solidarietà falsa di politici e amministratori della cosa pubblica,
sfacciatamente copiata alla falsa solidarietà
espressa nelle remote e recenti analoghe situazioni…

In questo stesso giornale troverete riferimenti all’acqua…
l’imputata senza colpe…
la lettera aperta ad una goccia d’acqua reclama riflessione
e i versi di poeti illustri narrano di un’acqua amica.

Ma oggi si fanno i conti materiali e psicologici
che le devastazioni assommano in sé.
Sono conti amari i primi che difficilmente troveranno
soluzioni accettabili né subito né in tempi indefiniti;
persistenti i secondi vieppiù acuiti dall’indifferenza
che già oggi stesso aleggia nell’area della giustizia,
sfuggevole come spesso è accaduto;
e nello spazio della politica che dovrebbe non muoversi
dalla prima linea di combattimento e non lo fa.

Finchè nessuno sarà colpevole delle ripetute tragedie,
finchè nessuno porrà seriamente mano
al degrado delle nostre fragilità geologiche,
finchè politici ed amministratori ricaveranno
gratificazioni e profitti dall’emergenza;
finchè si crederà che il problema non ci riguarda
perché le nostre case hanno fondamenta sicure nella buona terra…
allora, come in passato, anche questa volta
desolazione e disperazione
avranno recitato la loro parte sul palco…
e il sipario, ancora una volta,
scenderà di fronte alla vociante platea
che guadagna l’uscita voltando le spalle.

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