Il sito archeologico prima della devastazione firmata Isis
Roma - Galleria Talent Art - 29 settembre / 5 ottobre
La regina sposa del deserto
Palmira: Reportage fotografico di Angelo Paionni
Le immagini di questo reportage sono state scattate nell’ottobre del 2009 in occasione di un viaggio in Siria, durante il quale ho visitato l’area archeologica di Palmira. Avevo letto i racconti di viaggio di Robert Wood e James Dowkins, esploratori inglesi della metà del Settecento, ed ero rimasto affascinato dalla descrizione delle spettacolari rovine di questa antica città carovaniera situataincastonata nel cuore del deserto siriano. Nell’ottobre 2009, programmai il viaggio in Siria con la specifica idea di visitare Palmira avendo letto alcuni frammenti e note dei racconti di viaggio di due esploratori inglesi, Robert Wood e James Dowkins, che a metà del settecento scoprirono , in pieno deserto siriano, questa distesa di spettacolari rovine.
All’epoca del reportage non potevo immaginare che nel giro di pochi anni la Siria, un paese incantevole, sarebbe stato devastato dalla guerra civile, né che la furia devastatrice degli integralisti islamici si sarebbe abbattuta non solo sulla popolazione, ma anche su innocue pietre, vestigia di un grande passato. su i nemici, ma anche su innocue pietre, vestigia di un grande passato.
Questo reportage vuole non solo rendere omaggio alla originaria bellezza del sito archeologico di Palmira (Patrimonio dell’Umanità ), ma anche testimoniare gli orrori perpetrati dal Daesh, noto anche come Isis, che – contrariamente a quanto molti pensano –poco ha a che fare con la cultura islamica. Nelle mie foto il tempio di Bal, i colonnati, gli archi e il museo risplendono ancora ignari delle devastazioni e mutilazioni future. Soprattutto, questo reportage vuole ricordare il Professor Khaled al Asaad, archeologo siriano responsabile del sito di Palmira, che nel 2015 – all’età di 81 anni – è stato torturato, decapitato e appeso a una colonna dai miliziani Daesh, desiderosi di mettere le mani sui reperti più preziosi per rivenderli.La mia visita risale all’ottobre 2009, qualche tempo prima che iniziassero le prime dimostrazioni pubbliche contro il governo centrale, manifestazioni che successivamente hanno acceso il terribile e drammatico conflitto bellico in tutto il paese.
Oggi il nome Palmira è noto a tutto il mondo a causa delle recenti devastazioni compiute dai miliziani dell’Isis e per l’omicidio dello storico custode del sito e del museo, l’archeologo Khaled al-As’ad, avvenuto nel marzo 2015.