#202 - 22 settembre 2017
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Pagine Preziose

Caporetto andata e ritorno

Un viaggio sentimentale dall'Isonzo al Piave

di Paolo Paci - Corbaccio Editore

«La guerra è tra di noi. Vicina, vicinissima, anzi sotto casa. È una guerra di un secolo fa. Dopo, ci sono state altre guerre, perfino più devastanti. Eppure nessuna si è impressa nella memoria (collettiva, familiare, individuale) quanto quella guerra. La prima guerra mondiale.»

Dove si trova Caporetto? Pochi lo sanno. Il villaggio nella valle dell’Isonzo, oggi conosciuto con il nome sloveno di Kobarid, è un buco nero della geografia e della storia d’Italia. Il Piave e il Monte Grappa invece tutti sanno dove sono: sotto casa. Impressi per sempre nella toponomastica dei nostri paesi e città. Memorie censurate, nomi trasfigurati dal mito della Vittoria.

Ma Caporetto, Piave, Monte Grappa sono (anche) luoghi reali. Sono il punto di partenza e il traguardo di un viaggio durato un anno, dall’ottobre 1917 al novembre 1918. Un anno di invasione, di stragi, di fame, durante il quale l’Italia ha rischiato di perdere sé stessa. Per ritrovare infine, contro ogni previsione, una sua controversa identità.

Paolo Paci ci conduce passo passo nell’itinerario dalle Alpi Giulie ai contrafforti delle Prealpi venete, seguendo le tracce di un esercito in rotta e di un altro in trionfale avanzata. Tra ossari e diari di guerra, canzoni e trincee, film e musei spontanei, ritroviamo la verità geografica dei luoghi. Scoprendo, nel racconto degli abitanti (nipoti e pronipoti degli antichi soldati), come la memoria della Grande Guerra sia ancora straordinariamente viva. Un po’ business, un po’ nostalgia. E, in fondo, frammento del nostro Dna.

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