#198 - 29 luglio 2017
AAAAAATTENZIONE - Cari lettori, questo numero del giornale - ultimo per il 2025 - ci accomapgnerà fino a NATALE e le Festività del VECCHIO ANNO. Allo scoccare della mezzanotte del 31 DICEMBRE con il Brindisi del NUOVO ANNO, andrà in rete il nuovo numero 370: GIOVEDI 1° GENNAIO 2026 - CORDIALI AUGURI DI BUON NATALE BUON ANNO e BUONA LETTURA - ORA PER TUTTI un po' di HUMOUR - E' da ubriachi che si affrontano le migliori conversazioni - Una mente come la tua à affascinante per il mio lavoro - sei psicologo? - No architetto, mi affascinano gli spazi vuoti. - Il mio carrozziere ha detto che fate bene ad usare WathsApp mentre guidate - Recenti studi hanno dimostrato che le donne che ingrassano vivono più a lungo degli uomini che glielo fanno notare - al principio era il nulla...poi qualcosa è andato storto - una volta ero gentile con tutti, poi sono guarito.
Pagine Preziose

Libri per l'estate

Il desiderio di infinito

La prima biografia di Giusto Gervasutti

Enrico Camanni - Editori Laterza

«Sopra il Gran Paradiso due nuvolette riflettono ancora l'ultimo sole. Sotto di me la città sta accendendo le prime luci… Provo una grande commiserazione per i piccoli uomini che penano rinchiusi nel recinto sociale… Ieri ero come loro, tra qualche giorno ritornerò come loro, ma oggi sono un prigioniero che ha ritrovato la sua libertà.»

A oltre settant'anni dalla morte, la prima biografia di Giusto Gervasutti, 'il Fortissimo' dell'alpinismo classico italiano.

«Dietro il sogno si sale, senza sogni si cade»: questo il principio guida di Giusto Gervasutti. Seguendo questa stella polare, la vita di Giusto è un continuo viaggio verso ovest: dall'Austria all'Italia, dal Friuli al Piemonte, dalle Dolomiti al Monte Bianco.

Nato a Cervignano del Friuli nel 1909, scopre le Alpi occidentali durante il servizio militare e se ne innamora perdutamente. A ventidue anni si trasferisce a Torino, portando con sé la tecnica e la mentalità del sesto grado. In poco tempo diventa il campione indiscusso dell'alpinismo italiano, insieme a Emilio Comici e Riccardo Cassin. Lo chiamano 'il Fortissimo'. Fa i conti con la dittatura fascista, il mito della montagna e la fabbrica degli eroi. Partecipa alle competizioni internazionali per la conquista delle pareti nord dell'Eiger e delle Grandes Jorasses, perdendole entrambe, ma si riscatta con imprese più estreme e visionarie. È l'alpinista più moderno della sua epoca, ma è anche un uomo colto ed elegante, incompatibile con la grezza retorica del regime. Il signore di Cervignano frequenta i salotti torinesi, i teatri e gli ippodromi, legge London, Conrad e Melville. È un cavaliere all'antica che anticipa il futuro. Muore sognando il Fitz Roy della Patagonia.

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