#196 - 24 giugno 2017
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Editoriale

Arsura

di Dante Fasciolo

Puntuale come ogni anno
torna il problema della mancanza d’acqua,
accompagnata da vuoti sermoni
così teatralmente affascinanti ed inutili.

Non mancano mai i sapienti tuttologi
che armeggiano parole e significati
nel labirinto delle loro incapacità a capire
il male che fanno a se stessi e alla società.

Anche quest’anno manca l’acqua, è vero:
laghi e bacini sotto il livello minimo,
fiumi e torrenti in secca,
avare piogge e cime prive di neve.

Succede da noi, succede nei vari continenti.
E quest’anno porta con se qualcosa di più in arsura,
qualcosa in meno di patrimonio verde,
qualcosa che si somma alla siccità di sempre.
Il sole batte impietoso,
l’aria mozza il respiro,
il fisico soffre e si ammala:
si chiede un difficile, impossibile aiuto.

I cosiddetti potenti della terra
hanno perduto il conto delle riunioni
consacrate alle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Tant’è: nulla di fatto accade veramente.

Per contro, qualcuno si accinge a strappare i fili
annotati a fatica per un gomitolo che li unisca
e li renda utili alla tessitura…
da un oceano all’altro vige il dispetto.

Occorre dunque armare un esercito,
un vero esercito di buone intenzioni,
soldati e aerei che aggrediscano con forza
le cattive abitudini di vita che ci rendono schiavi,
la bramosia del consumo che avvelena le menti,
l’inarrestabile foga di sopraffare l’altro,
l’egoismo del possesso fine a se stesso,
e la rabbia – infine – che corre lungo le nostre vene
e che ci fa gridare contro gli altri,
nascondendo la nostra personale responsabilità.

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