#192 - 6 maggio 2017
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Pagine Preziose

Il rapimento e l'assassinio di Aldo Moro (16 marzo - 9 maggio 1978)
sono molto più di una pagina sanguinosa e terribile della nostra storia;
molto più di un sequestro e di un omicidio.

Il giorno più lungo
della Repubblica

Un paese ferito nelle lettere a casa Moro durante il sequestro

Umberto Gentiloni Silveri - Editore: Mondadori

La violenza delle Brigate rosse colpisce un simbolo, un uomo che aveva intrecciato la propria biografia con il percorso e le stagioni dell'Italia repubblicana, dall'impegno nell'Assemblea costituente fino alla crisi degli anni Settanta.
Commissioni d'inchiesta, storici, magistrati, giornalisti hanno cercato di comprendere cosa fosse realmente successo in quelle tragiche giornate di quasi quarant'anni fa, tutti alla ricerca di tracce di una verità che finora è sempre stata accompagnata da molti punti interrogativi. Ma che cosa ha rappresentato quel tornante decisivo nella coscienza più profonda della società italiana?

Dal primo giorno del sequestro, la famiglia Moro viene letteralmente sommersa da un fiume di lettere: pensieri, disegni, foto, preghiere, piccoli grandi gesti di vicinanza e solidarietà. Una corrispondenza spontanea e abbozzata che spesso non ha neppure un indirizzo corretto o un destinatario adeguato.
Scrivono italiani e italiane di ogni età e condizione: bambini delle scuole elementari e pensionati, operai e intellettuali, detenuti e funzionari dello Stato, politici più o meno affermati, nonché associazioni, sindacati, partiti che intendono partecipare a un funerale collettivo, quello della Repubblica e delle sue basi fondanti.
Questa imponente mole di lettere, messaggi, telegrammi torna oggi per la prima volta alla luce – riordinata e consultabile nel Fondo Aldo Moro presso l'Archivio Flamigni –, dopo essere rimasta sepolta per decenni dentro scatole di cartone o buste di plastica, amorevolmente custodite dalla moglie Eleonora e dai familiari dello statista.

Nel rivisitare la corrispondenza di casa Moro dal giorno del sequestro a quello del ritrovamento del cadavere e fino agli anni più recenti, Umberto Gentiloni Silveri seleziona e propone al lettore i passi dove è più evidente la distanza tra il sentimento comune di una condivisione diffusa e la violenza del progetto eversivo brigatista, e dove sono emotivamente più intensi i segni del rapporto tra la dimensione personale di chi scrive e i grandi scenari della storia che si muovono sullo sfondo. Ne scaturisce una lucida e partecipe analisi della più grande cesura del nostro passato, un viaggio a ritroso in un'Italia scomparsa, ma che, da allora, continua a interrogarci da vicino.

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