#186 - 11 marzo 2017
AAA ATTENZIONE - Questo numero rimarrà in rete fino alla mezzanotte del 19 aprile, quando lascerà il posto al numero 350. Ora MOTTI per TUTTI : - Finchè ti morde un lupo, pazienza; quel che secca è quando ti morde una pecora ( J.Joyce) - Lo sport è l'unica cosa intelligente che possano fare gli imbecilli (M.Maccari) - L'amore ti fa fare cose pazze, io per esempio mi sono sposato (B.Sorrel) - Anche i giorni peggiori hanno il loro lato positivo: finiscono! (J.Mc Henry) - Un uomo intelligente a volte è costretto a ubriacarsi per passare il tempo tra gli idioti (E.Hemingway) - Il giornalista è colui che sa distinguere il vero dal falso e pubblica il falso (M. Twain) -
Arte

Camminare nei boschi

Arte-natura

Un invito di Claudio Sabelli Fioretti

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Cammini per i boschi, lungo sentieri o anche al di fuori dei sentieri, sotto lo sguardo e la protezione di magnifiche montagne (le montagne sono sempre magnifiche, ma alcune sono più magnifiche di altre), ascoltando l’acqua dei torrenti e il parlottio degli uccelli e ti imbatti in cose che lì non dovrebbero stare, o almeno non ci sono quasi mai state: opere d’arte, installazioni, sculture, roba che ha a che fare con la cultura più che con la natura.

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Chi sa di queste cose, non si meraviglia. La Land Art non è un fenomeno degli ultimi giorni. Risale agli anni Sessanta.
Ma per dire la verità quella di cui io sto parlando adesso non è nemmeno Land Art. La Land Art, a volere essere un po’ più precisi, è «l’intervento diretto dell’artista sul territorio naturale, specie negli spazi incontaminati come deserti, laghi salati, praterie».
Avete presente il Cretto di Burri realizzato sulle macerie del terremoto di Gibellina? Ecco, quella è Land Art.

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Io invece vi sto raccontando di quei sentieri, di quelle aree dove artisti con una particolare sensibilità
all’ambiente hanno depositato le loro opere. Sostanzialmente dei musei all’aperto. Ce ne sono molti in tutta Italia. Io, che abito dalle parti del Trentino–Alto Adige, ne conosco tre. Il primo, il più importante, il più famoso, il più vecchio è Arte Sella, dalle parti della Valsugana, ma non proprio nella Valsugana, un po’ fòra, diciamo fòra della Valsugana (e scusate la tremenda citazione).

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Il secondo, esattamente nella piccola Valle che risale partendo da Borgo, verso gli altipiani cimbri, si chiama ArteNatura e il suo gioiello è la Cattedrale Vegetale, ideata dall’architetto lombardo Giuliano Mauri. Una vera e propria cattedrale gotica a tre navate realizzata mettendo a dimora ottanta giovani carpini che, prima o poi, diciamo fra vent’anni, saranno le colonne della chiesa.
Io, per non sapere né leggere né scrivere, come diceva mia nonna, un po’ di arte natura me la sono messa in casa.
Come per esempio l’opera Movimenti leggeri di Osele, bella d’estate ma soprattutto d’inverno coperta di neve.

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Non c’è bisogno di essere un grande esperto di arte per godere dei percorsi di cui vi sto parlando. Io sono un grande ignorante ma mi piace camminare. Ed è bellissimo farlo scoprendo a ogni curva un’opera così diversa da quelle alle quali siamo abituati.
Arte Sella per esempio è un percorso di quasi cinque chilometri disseminato di installazioni di legno, di marmo, di pietra, di liane.
Un po’ come Respirart che si raggiunge con la funivia, a Pampeago, val di Fiemme, ideato dallo scultore del legno, della pietra (e perfino del ghiaccio) Marco Nones.
O come Il sentiero del Respiro degli alberi: museo all’aperto inventato da Giampaolo Osele, appassionato di funghi, di parapendio, di tartufi, di scultura, di vigne e, nel tempo libero, architetto.

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Il sentiero del Respiro degli alberi, proprio dove abito io, a Lavarone: una strada forestale che parte dalla provinciale e arriva al Belvedere con vista mozzafiato sul lago di Caldonazzo.
In questi posti potete andare a camminare. Ogni tanto, con la scusa della cultura, vi fermate a riposare davanti a un tronco che sprigiona energia, a una spirale che incornicia le piste da sci, a capolavori di ghiaccio destinati a una vita che più effimera non si può. E potete anche appassionarvi al dibattito che entusiasma il mondo dell’arte-natura. Bisogna restaurare le installazioni o è più giusto lasciarle deperire e che il bosco si riappropri di loro? Ah saperlo...

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