#180 - 21 gennaio 2017
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterŕ  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerŕ  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, puň durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni piů importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchč (Mark Twain) "L'istruzione č l'arma piů potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non č un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchč i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltŕ  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensě nella capacitŕ  di assistere, accogliere, curare i piů deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltŕ  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo č un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminositŕ, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Fotografia

Palazzo della Cultura - Caprarola (Viterbo)

Oltre il confine

Magia, medicina e spiriti migranti in Africa

Una mostra fotografica - fino al 7 febbraio

Di Massimiliano Troiani

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Nell’ambito del fenomeno dei popoli migranti, in particolare quelli provenienti dal continente africano, viene dedicata grande attenzione ai problemi economici e sociali che queste comunità portano con sé, ovvero un insieme composto di tragedie e speranze.
Quando si parla di integrazione, però, c’è un altro aspetto che non viene quasi mai affrontato con la dovuta profondità, quello che potremmo definire il “bagaglio metafisico” delle persone migranti, ovvero tutto ciò che concerne la credenza nel mondo degli spiriti e degli antenati che, nella mentalità africana, non è mai disgiunto - per esempio - dalle problematiche inerenti la salute mentale e fisica (due concetti, anche questi, mai separati).
L’immigrato porta con sé un immaginario e una serie di culti e credenze che poi, a contatto con la cultura occidentale, dovrà abbandonare o quantomeno mettere da parte, camuffare.

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La mostra cerca di avvicinare le “diverse” Afriche e le differenti sfaccettature della metafisica delle varie etnie. In quel contesto la sanità (la salute) non separa mai anima e corpo e, in quell’ universo, gli spiriti insieme a potenze e forze della natura costituiscono la dimensione magico-religiosa fondamentale in ogni istante della vita, individuale e sociale.
In Africa, in quasi tutte le sue latitudini, la sanità organizzata con i classici ospedali e dispensari, non può escludere la presenza della medicina tradizionale che fa riferimento a una saggezza infarcita di miti, riti e legami indissolubili tra visibile e invisibile.
Gli spiriti assistono in sala operatoria e nelle visite in corsia.
In molti paesi, le malattie vengono concepite e categorizzate in modo diverso dalla medicina occidentale, cosicché non c’è una traduzione univoca per certe malattie; anche le cause delle malattie sono ben diverse da quelle considerate dalle terapie occidentali.

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Arrivati nel cartesiano mondo occidentale (ci si passi il termine) che da secoli separa mente e corpo, materia e spirito, come si trasforma l’approccio a tale mentalità da parte dei nuovi arrivati?
E c’è qualcosa che la secolarizzata cultura occidentale può apprendere da questo contatto con “l’altro” ma, soprattutto, è questa disposta ad ascoltare e tentare di comprendere, senza “piegare” ai suoi schemi, ciò che forse viene rimosso troppo frettolosamente dal proprio percorso spirituale e culturale?

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