#180 - 21 gennaio 2017
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Biblioteche Italiane

Viaggio nelle Biblioteche d'Italia

Firenze

Medicea Laurenziana

Il salone michelangiolesco

A Cosimo de' Medici detto il Vecchio (1389-1464) si deve la nascita della biblioteca Medicea Laurenziana, la cui splendida sala michelangiolesca è ancor oggi intatta con i plutei (gli scranni per la lettura) e i codici incatenati antifurto.

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Appassionato di libri, che non abbandonava neanche durante i suoi viaggi d'affari, Cosimo collezionava manoscritti di autori classici greci e latini.
Il suo più famoso nipote, Lorenzo il Magnifico, porterà al massimo grado di importanza l'opera di raccolta e conservazione della biblioteca di famiglia.
Per i Medici ogni mezzo era lecito per arricchire le raccolte librarie: anche condonare un ingente debito che l'erudito Niccolò Niccoli aveva accumulato, in cambio del lascito di settecento preziosi codici.

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La biblioteca Medicea seguì le alterne vicende del casato fiorentino : nel 1495, esiliati e perseguitati i Medici dai seguaci di Savonarola, venne venduta ai frati del Convento di San Marco.
Ristabilita trionfalmente la Signoria a Firenze, il cardinale Giovanni de Medici, futuro papa Leone X, riscattò la raccolta e trasportò i volumi a Roma.
Fu poi per volontà di un altro papa Medici, Clemente VII, che i libri tornarono a Firenze, dove Michelangelo ebbe, nel 1522, l'incarico di progettare una nuova sede che li accogliesse.

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Nel 1571 la biblioteca, che disponeva di oltre tremila manoscritti, venne aperta al pubblico.
Nel fondo manoscritti la biblioteca custodisce l'antico codice del Virgilio Laurenziano, databile intorno al 494 d.C. e la Bibbia Amiatina (VII-VIII secolo), con rari esempi di miniature italo-sassoni.

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Medicea Laurenziana

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