#106 - 6 ottobre 2014
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Editoriale

Un bivio, un incrocio

di Dante Fasciolo

C’è un disagio, credo, in ciascuno di noi
spettatori inermi di fronte agli avvenimenti quotidiani
che con evidenza danno il senso malato di una societĂ  planetaria.
C’è un bivio, e una scelta:
dare una risposta ferma e decisa alla protervia di chi
vuole piegare un popolo, piĂą popoli, anche fratelli,
con la forza e la violenza …
una risposta fatta di bombe e cannoni
per fermare l’abominio del califfato in marcia;
o abbracciare fino in fondo la via della pace
con una risposta degna dell’essere umano, oggi con forza invocata
da Francesco, Papa della Chiesa Universale.

Si dice che rivoluzioni e guerre si mettono in moto
per “salvaguardare il futuro dei figli”
parole false, contraddette, per lo piĂą, dalla storia:
sono proprio i figli a pagare le conseguenze
di false “rivoluzioni” e false “giuste guerre”.

Credo, che anziché di un bivio, oggi sia tempo
di parlare di un incrocio pericoloso
che richiede attenzione e decisione che valgano
per l’oggi e per il futuro,
capaci di riconoscere i tanti errori del passato:
quando si sono imposti confini innaturali,
quando si sono favoriti ed armati conflitti interni agli stati,
quando si sono sottratte risorse per immeritati arricchimenti,
quando la tecnologia ha mortificato l’uomo,
quando la forza ha sovrastato il diritto,
quando l’uno ha discriminato l’altro.

Per superare lo scontro in atto, all’”incrocio della maledizione”
occorre una mobilitazione totale, un salto di qualitĂ ,
una visione di un orizzonte vitale
perseguito con un impegno per una vita nuova
che si sforzi di riconoscere le ragioni vere della convivenza.

“Sono forse io il custode di mio fratello?”
Si, se non si vuole che la storia di Caino e Abele
continui ancora senza vergogna, nella terra dell’uomo.

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