Bando Cultura in Rete 2016
Arcola (La Spezia)
I borghi delle Fiabe
di Elena Marchini
“I Borghi delle Fiabe” nasce dall’idea di valorizzare i centri storici del Comune di Arcola attraverso iniziative culturali mirate al coinvolgimento dei bambini e delle famiglie.
Il filo conduttore è quello del valore didattico, formativo e aggregante delle fiabe attraverso diverse modalità artistiche.
Realizzato con il contributo della Fondazione Carispezia nell’ambito del bando “Cultura in Rete” 2016, è promosso da Pro Loco Arcolana e Comune di Arcola con la partnership dell’Istituto comprensivo Bastreri-Tancredi e La Fabbrica.
La prima parte del progetto è costituita da una rassegna di spettacoli di musica e teatro, dal titolo “I Borghi della Fiabe sotto le stelle”, rivolti ai bambini e alle famiglie, quattro appuntamenti in cui il divertimento si fonde con temi educativi. Il seguito del progetto si aprirà con l’inizio delle scuole, con nuove prospettive e attività all’interno delle classi, fino al gran finale previsto a maggio 2017 con la manifestazione conclusiva “I Borghi delle Fiabe in Festival”.
Tra le azioni previste: la riscoperta delle proprie radici attraverso ricerche che coinvolgano bambini e adulti, interviste ad anziani per reperire materiale prezioso e inedito, come leggende, modi di dire, favole, storie e filastrocche che raccontano i borghi, rappresentazioni teatrali, educazione teatrale a scuola, produzione di libri pop up in biblioteca.
L’assessore alla Cultura del Comune di Arcola, Gianluca Tinfena, e il presidente della Proloco Arcolana, Guglielmo Ricci, si sono confrontati sul valore delle favole per i bambini di oggi.
Perchè avete scelto di “lavorare” sulle fiabe?
Tinfena – Le fiabe sono un patrimonio culturale che hanno avuto un forte fattore aggregante per le famiglie del territorio. Con questo progetto abbiamo puntato su un’offerta culturale che potesse coinvolgere le famiglie italiane e straniere in chiave inclusiva e soprattutto i bambini in un’ottica formativa, educativa, e identitaria. Abbiamo cioè intenzione di creare un legame tra i nostri borghi e la cultura popolare che porti, nel tempo, a una caratterizzazione e connotazione specifica di Arcola e dei suoi borghi.
Secondo voi, oggi, le fiabe hanno ancora nei confronti dei bambini un valore didattico e aggregante?
Tinfena – Deve averlo, questo progetto si pone come obiettivi sia riscoprire le tradizioni locali, sia regalare ai bambini la fantasia e la capacità di sognare proprie del mondo delle favole. Ricci – Mi capita molto spesso di stare in mezzo ai bambini e quandogli racconto favole sono attenti e curiosi ad ascoltarle. Ancora oggi se ai bambini si racconta una storia con un personaggio buono e uno cattivo, tutti parteggiano per il buono.
Come sono stati scelti gli spettacoli”sotto le stelle”?
Tinfena – Gli spettacoli uniranno musica e teatro e abbracceranno un pubblico il più variegato possibile: dai bambini piccoli, a quelli più grandi, dai genitori ai nonni. Una serie di spettacoli dal valore aggregante, per valorizzare il nostro territorio.
Il progetto non si esaurirà con gli spettacoli estivi, ma proseguirà nelle scuole; come saranno coinvolti gli studenti di Arcola?
Tinfena – Nelle scuole dell’infanzia e alle elementari faremo sia laboratori teatrali sia laboratori legati alle favole, l’esperienza degli studenti sarà proposta in una serata finale dedicata alla fiaba, alla tradizione, e alla fantasia nel borgo di Arcola.
Arcola è un territorio particolarmente ricco di fiabe popolari e leggende?
Ricci – C’è una favola, molto conosciuta nel territorio arcolano, raccontata dal poeta locale Gianola, ambientata nel bosco di Monzone che ha come protagonista una vecchina. Per il resto la tradizione favolistica locale si rifà a quella più o meno conosciuta in tutta Italia.
Esiste un qualche personaggio locale di fantasia?
Ricci – Non proprio di fantasia; in paese ci sono state diverse persone, realmente esistite, che venivano narrate di bocca in bocca sino a diventare personaggi leggendari o messi alla berlina, come quello della Luigina che si buttò giù dal campanile con l’ombrello pensando di avere un paracadute.