#161 - 4 luglio 2016
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Fotografia

Per immergersi nella bellezza degli ultimi paradisi selvaggi e coglierne l'anima ed il respiro.

Museo Civico di Zoologia - Roma

A tu per tu con la natura

Mostra fotografica di Simone Sbaraglia,

il fotografo che guarda gli animali negli occhi

Continua il viaggio di Simone Sbaraglia intorno al Pianeta Terra, che questa volta ci offre il punto di vista della natura attraverso colori, forme, sguardi, panorami mozzafiato.

A tu per tu con la naturaA tu per tu con la naturaA tu per tu con la natura

Ecosistemi, Volti, Luoghi, Momenti, Ritmo, Amore, Forme, le sette sezioni in cui è divisa la mostra, sono la declinazione estetica del mondo naturale, un'ode all'armonia, un percorso emozionale attraverso le meraviglie del nostro Pianeta con la speranza che possa essere preservato per le generazioni future.

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"Anche questa volta alla base del mio lavoro c'è la bellezza, mia personale ossessione - dice Simone Sbaraglia - quella bellezza senza la quale tutto diventa degrado e corruzione, quella bellezza che fa da contrasto al dilagare di superficialità e ingiustizia e che è sinonimo di equilibrio e armonia. Il mondo è immerso nel caos eppure nel caos c'è ordine, eleganza e perfezione".

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Il titolo di questa mostra trae spunto dall'approccio di Sbaraglia alla fotografia naturalistica che è quello di essere proprio "a tu per tu", ovvero a stretto contatto, a breve distanza. Annullare le barriere fisiche ed emotive tra il fotografo e i suoi soggetti, entrare a far parte del tutto è l'unico modo per andare oltre il caos e riuscire a trasformare quell'istante in un messaggio universale di amore, armonia, equilibrio e semplicità.

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"Qualunque sia il soggetto ritratto - continua Sbaraglia - la fotografia è sempre un dialogo tra fotografo ed osservatore, in questo dialogo il fotografo deve essere disposto a mettere a nudo se stesso, i suoi sentimenti, le sue emozioni.
Perché questo dialogo possa avvenire è necessario un certo grado di consapevolezza da parte del fotografo, che deve fare lo sforzo di analizzare le proprie emozioni per poterle poi comunicare tramite un’immagine fotografica. La fotografia è dunque innanzitutto un mezzo di comprensione: si fotografa per capire meglio se stessi, per dare un nome a quel tumulto di sensazioni. Solo una volta assolto questo compito la fotografia può diventare un mezzo di comunicazione in cui queste emozioni vengono condivise con l’osservatore".

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Non manca in questo lavoro anche un risvolto curioso, infatti molti di questi scatti, risultato di incontri ravvicinati con gli animali, sono sì il frutto di un lavoro duro e costante, fatto di studio e osservazione e di grande sacrificio fisico, ma a volte anche di momenti divertenti. I primati sono gli animali che più di tutti entrano in confidenza. Simone ci racconta alcuni episodi.

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"Nel viaggio a Sulawesi per fotografare i Macachi Neri, specie ad altissimo rischio d'estinzione, ho vissuto per tre settimane seguendo lo stesso branco. Inizialmente al mio arrivo la mattina scappavano tutti, andandosi a nascondere fra gli alberi, pian piano si sono abituati alla mia presenza fino a considerarmi uno di loro. L'emozione più grande l'ho vissuta dopo qualche giorno quando un giovane maschio, tra l'altro con una mano invalidata da una tagliola, vedendomi arrivare è sceso dal suo ramo per venirmi in braccio, dandomi delle pacche sulla spalla in segno di amicizia e accettazione.
Anche con gli oranghi ho vissuto momenti molto emozionanti. Mario, un piccolo di orango era molto diffidente nei miei confronti e per spaventarmi si appese fra due rami mostrandomi i denti, prendendo una posizione di una perfezione geometrica tale da regalarmi la fotografia con cui ho poi vinto il Glanzlichter 2013".

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  Francesca Bongarzoni   ufficiostampa@simonesbaraglia.com
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