In visita alla Fondazione Luigina e Ferdinando Codognotto
Laboratorio e Fondazione
a Roma - Via dei Pianellari
Ferdinando Codognotto
Una rappresentazione del mondo
visto nella sua complessità:
armonia tra sentimento e tecnologia
Nato a San Donà di Piave, ma romano di adozione, Ferdinando Codognotto è uno degli esponenti più importanti nel panorama culturale mondiale, tanto che le sue opere lignee fanno parte di collezioni pubbliche e private in Europa, in America e persino in Giappone.
Roma, New York, Mosca, Tokyo, Rio de Janeiro e San Paolo del Brasile ospitano le sue sculture.
Alla scuola d’Arte di Venezia l’artista ha appreso la tecnica del restauro ed ha cominciato a scoprire la passione per la scultura e la lavorazione del legno, ma è a Roma che si trova la sua bottega-laboratorio, in vicino alla chiesa di Sant’Agostino e poco distante è anche la Fondazione che porta il suo nome e quello della moglie Luigina. Qui siamo andati a trovarlo e abbiamo potuto ammirare ancora una volta le sue numerosissime sculture: meraviglie forgiate dalle mani dell’artista...e l'inconfondibile impronta artistica si rivela sul legno, materia “forte, ma nel contempo malleabile”, che, come afferma il Mestro, “... permette una simbiosi diretta, una realizzazione immediata dell’idea concepita. Il legno continua ad emanare l’odore di linfa e a pulsare di vita anche dopo aver assunto la forma data; continua a trasmettere la sensualità con cui lo hai accarezzato, plasmato”.
Coniugando senso estetico e amore per la natura, Codognotto dà vita ad una tecnica di scultura assolutamente innovativa ed unica nel suo genere, utilizzando la sega a nastro elettrica e il legno di cirmolo, detto anche cembro o pino montano, tipico della Val di Fiemme.
“*Il legno è il materiale più vicino all’uomo. – dice lo scultore – L’ho scelto perché è materia semplice. Viene dalla natura e alla natura riconduce”. E, per sua ammissione, il cirmolo è come lui, forte e resistente, ma nel contempo malleabile.
È per questo che le sue opere esprimono solidità, rigore, ma anche fantasia, giocosità, morbidezza per quelle forme spesso arrotondate, corpose, lisce, per quel colore caldo proprio del legno.
A questa materia semplice, Codognotto dà un’anima, un corpo, e la fa vivere attraverso simbologie e metafore visive, trasformandola in figure tratte dal mondo della natura, ma anche in oggetti e personaggi astratti, naïf, dove elementi naturali e razionalismo scientifico convivono, si contaminano, armonizzano, a tangibile dimostrazione che una conciliazione è possibile specie se è l’arte a fare da collante.
Ecco perché, per sua stessa ammissione, nelle sue sculture Codognotto ha sempre rappresentato la centralità irrinunciabile del cervello umano ed il complesso rapporto tra uomo, natura e tecnologia.
Quattro sono le principali linee di tendenza che si possono individuare nello sviluppo dell’attività di questo artista:
- il mondo fiabesco, di cui il Pinocchio Tecnologico è a buon diritto la più chiara esemplificazione. Pinocchio, il burattino di legno che ha un’anima
- il mondo naturale, riproposto attraverso Fiori, Spighe, Alberi, Sole, Luna, Animali.
- il mondo della tecnologia, che si estrinseca mediante le Sfere Armillari, il Cervello, il monumentale Cavallo, il Ciclope
- il filone religioso, infine, con Angeli, Maternità essenziali nelle forme, che si avvolgono in dolci curve fetali, il Cristo e i bassorilievi sul tema della Crocefissione e della vita di Gesù.
Al di sopra di qualsiasi linea di tendenza rimane comunque la libera creazione dell’artista, che per Ferdinando Codognotto è, senza dubbio, di fondamentale importanza, tanta quanta ne è la materia prima che predilige.