#152 - 21 marzo 2016
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Editoriale

Via Crucis

di Dante Fasciolo

C’è una mostra in giro per l’Italia,
è la mostra di Fernando Botero
ed è dedicata alla “Via Crucis” di Cristo.
Una iniziativa a cui è opportuno riferirsi ora
tempo di Pasqua e di Risurrezione.

L’artista non si smentisce,
mantiene la sua cifra pittorica con coerenza,
le sue figure di uomini e donne e bambini
si presentano con forme anatomiche abbondanti,
a volte esageratamente fuori misura.

Eppure è forse per questa difformità
che il pubblico lo ricorda, lo segue, lo apprezza.
Questa mostra sulla “Via Crucis” ha ovunque
riscosso un grande successo e ha promosso Botero
da artista giulivo ad artista drammatico.

Ciò che ci narra con le sue immagini coloratissime
è un dramma, il dramma dell’umanità intera;
e non può non invitarci ad una riflessione
che partendo dalle figure della sua normalitĂ  espressiva,
sappia attribuire ai pingui corpi un’altra dimensione.

Guardando queste immagini in controluce
un pensiero si insinua nella riflessione:
Si questa è l’umanità che più ci somiglia,
siamo immersi in un società pingue…
ce ne rendiamo conto…ma con indifferenza.

Siamo gonfi di cibo e benessere tra i piĂą
di questa disordinata geografia globalizzata;
ma il nostro aspetto più deformato non è fisico,
fa riferimento alla nostra vita quotidiana
tocca le corde del cuore, della mente, dello spirito.

Siamo gonfi di noi stessi e di egoismo,
progettiamo orizzonti esclusivi, e discriminiamo il vicino,
lasciamo correre indifferenti i crimini di ogni giorno,
che gonfiano le forme della coesistenza odierna, così come gonfiarono
con scelta scellerata le responsabilitĂ  di Cristo,
gonfio anche lui dei nostri peccati…
crediamo all’onnipotenza della nostra intelligenza,
e ogni giorno perdiamo il senso della vita reale.

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