Dalla recente mostra alla Fondazione Crocetti in Roma
Poesia e metafisica
in Giuseppe Brunetti
Pittore di immagini-sogno
di
Justyna Dehmel
C’è un primo dato che colpisce nella pittura di Giuseppe Brunetti, le precise forme di ciò che intende mostrare e le campiture di vivace colore che connotano i soggetti in primo piano.
Si tratti di una mela, o una rana, un pesce o una lumaca tutto viene ingigantito e mostrato inseguendo i particolari attraverso sapienti sfumature.
Ecco allora il bianco bruco trascinarsi su di un manto verde; il grillo a suo agio tra orizzonti terragni, così come mosche e bacarozzi; un rosso fuoco scorfano naviga guardingo nel blu; una dorata spigola mostra orgogliosa le sue squame, mentre l’umile pesce rosso difende la sua simpatia immerso in un contesto di sogno.
Sogno, appunto, una condizione costantemente presente nelle rappresentazioni pittoriche del Brunetti, unitamente ad un personalissimo tratto fiabesco.
Bene testimoniano alcuni suoi quadri: La finestra degli Dei, la posa dell’isola di Capri, gli incontri di notte, Annabella va in Egitto….
Pittore raffinato e misterioso, ricercatore di visioni, cantore di un mondo onirico sulla soglia di un surrealismo a volte naturalista, Giuseppe Brunetti raggiunge col suo lavoro la simbiosi di una favolosa inventiva svincolata da ogni asettico teorema e di un appassionato consenso interiore.
Nei suoi lavori si avverte una fase metafisica di assenza – presenza, ma anche il messaggio ottimista che il mondo potrà essere salvato dalla poesia.
L’artista sa tutto del surrealismo, non importa se Magrittiano, alla Breton alla Tanguy, o contiguo alle “frottages” di Ernst.
Pittore di immagini – sogno, non di ricordi struggenti, Giuseppe Brunetti porta in luce e indaga magnificamente le suggestioni del proprio animo inoltrandosi sempre più in un immaginario Trascendente, apprezzato da un vasto pubblico nelle numerose mostre e da una attenta critica testimone di numerosi riconoscimenti di valore.