#149 - 22 febbraio 2016
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero rester in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascer il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, pu durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni pi importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perch (Mark Twain) "L'istruzione l'arma pi potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perch i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civilt di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bens nella capacit di assistere, accogliere, curare i pi deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civilt di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosit, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Ambiente

AEA, 2015 - L’ambiente in Europa: Stato e prospettive
Relazione Agenzia europea dell'ambiente, Copenaghen

politiche ambientali europee

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Negli ultimi anni, le nostre conoscenze della natura sistemica di molte sfide ambientali si sono evolute perchè la conoscenza dei problemi ambientali è aumentata.
Questa conoscenza, riconosce che le sfide ambientali che dobbiamo affrontare oggi non sono molto diverse da quelle di dieci anni fa.

Le iniziative delle politiche ambientali adottate di recente continuano a riguardare i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, l’uso non sostenibile delle risorse naturali e le pressioni dell’ambiente sulla salute.
Anche se tali questioni conservano la loro importanza, si presta maggiore attenzione ai legami tra di esse e alla loro interazione con un’ampia gamma di tendenze sociali. Queste interconnessioni rendono più complicato definire i problemi e rispondere a essi.

In generale le questioni ambientali specifiche, aventi spesso effetti locali, in passato sono state affrontate mediante politiche mirate e strumenti per singole problematiche. È il caso di problemi come lo smaltimento dei rifiuti e la protezione delle specie. Dagli anni novanta però, il riconoscimento di pressioni diffuse provenienti da varie fonti ha portato a concentrarsi maggiormente sull’integrazione dei problemi ambientali nelle politiche settoriali, come quelle per i trasporti o l’agricoltura, con risultati diversi.

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Queste politiche hannocontribuito a ridurre alcune delle pressioni sull’ambiente.
Hanno però avuto meno successo nel fermare la perdita di biodiversità dovuta alla distruzione degli habitat e allo sfruttamento eccessivo, nell’eliminare i rischi per la salute umana dovuti all’insieme di sostanze chimiche introdotte nel nostro ambiente o nel fermare i cambiamenti climatici. In altre parole, abbiamo difficoltà ad affrontare sfide ambientali sistemiche a lungo termine.

Ci sono numerosi fattori e complesse interazioni alla base di questi risultati contrastanti. Nel caso di problemi ambientali con rapporti di causa-effetto relativamente specifici, politiche più dirette possono ridurre le pressioni ambientali e il danno immediato che esse causano. Nel caso di problemi ambientali più complessi, cause multiple possono contribuire al degrado ambientale, rendendo più difficile formulare risposte politiche. La politica ambientale moderna deve affrontare entrambi i tipi di problemi.
In parte, questa progressiva comprensione delle sfide ambientali si riflette già nell’approccio adottato di sviluppare “pacchetti di politiche” coerenti che si basano su una triplice risposta:
(1) fissare standard di qualità generali legati allo stato dell’ambiente che guidino lo sviluppo generale di approcci politici coerenti a livello internazionale, (2) fissare corrispondenti obiettivi generali legati alle pressioni ambientali (che spesso comportano una divisione per paese o settore economico, o entrambi), (3) formulare politiche specifiche che affrontino i punti di pressione, le cause, i settori o gli standard.

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Le direttive dell’UE per i cambiamenti climatici illustrano questo approccio: le ambizioni generali di queste direttive sono in gran parte guidate dall’obiettivo concordato a livello internazionale di mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli pre-industriali.
Per l’Unione europea questo si traduce in obiettivi generali di riduzione delle emissioni di gas serra (per es. ridurre le emissioni a livello dell’UE del 20% entro il 2020 e del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990). Questo, a sua volta, si collega a una serie di politiche più specifiche, come le direttive sullo scambio di quote di emissioni, l’energia rinnovabile, l’efficienza energetica e altro.

La Strategia tematica sull’inquinamento dell’aria guida l’attuale direttiva dell’UE sulla qualità dell’aria. In questo campo la legislazione dell’UE segue un duplice approccio: prevedere sia standard locali per la qualità dell’aria, sia controlli di riduzione di inquinamento alla fonte. Questi ultimi comprendono limiti nazionali vincolanti per le emissioni dei più importanti inquinanti. Inoltre, c’è una legislazione specifica per ciascuna fonte che riguarda le emissioni industriali, le emissioni dei veicoli, gli standard per la qualità dei carburanti e altre fonti di inquinamento dell’aria.

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Un terzo esempio è il recente pacchetto "Verso un’economia circolare" proposto dalla Commissione europea (EC, 2014d) che divide l’obiettivo onnicomprensivo di arrivare a una società a rifiuti zero in una serie di obiettivi intermedi più specifici. Per raggiungere questi obiettivi essi dovranno essere presi in esame e integrati in politiche più specifiche (che sono spesso specifiche per settore).

(continua)

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